La musica dentro
Il senso di oppressione non mi aveva mai abbandonato. Continuavo dappertutto a vedere quei fogli di carta, quei registri, quei fascicoli ordinati per numero, le bianche superfici di ogni pagina con su le colonne di dati, di cifre, di segni, di elementi minuti riportati con pazienza infinita sotto forme quasi geometriche, con le lettere delle parole debitamente contate e sistemate … Continua a leggere