Navigazione serena.

                          In questo reparto adesso c’è silenzio. Non è tardi, ma hanno già smorzato le luci, e si riesce soltanto ad avvertire ogni tanto qualche lontano colpo di tosse, ed un ronzio sottile, proveniente chissà da dove. Mi rivolto nelle lenzuola bianche del mio letto, cerco soltanto una posizione comoda e rannicchiata, immaginando questo … Continua a leggere

Pomeriggio ordinario.

                           Eleonora lo osserva con un leggero sorriso; lui adesso è tranquillo, e lei si sente come rassicurata dall’umore nuovo che come sempre si è manifestato in lui dopo una pillola calmante ed il tè bevuto caldo e a piccoli sorsi. In fondo, secondo il suo parere, sta tutto lì il segreto per … Continua a leggere

Il mio manichino (ritratto n. 11).

                        Cammino per strada, nella tarda serata. Ad un tratto vedo un uomo fermo a pochi metri da me. Mi osserva come stesse in attesa, quasi pronto a scattare. Non posso lasciargli credere che ho paura di lui, però siamo soli lungo quel tratto di strada, ed i lampioni illuminano a malapena la scena. … Continua a leggere

Giganti nell’ombra.

                         Resto immobile in preda alla paura. Non so neppure cosa sia che continua a terrorizzarmi, forse soltanto l’incapacità a comprendere: immaginarmi le forme che si profilano nel buio, l’impossibilità a raccogliere persino le più minute informazioni su ciò che potrà avvenire nei prossimi momenti.             E’ come se la realtà si piegasse ad … Continua a leggere

Dialogo n. 6. Conoscenza superficiale.

                         Il mondo, fuori dal finestrino del vagone ferroviario di seconda classe, appare a quell’ora quasi sempre il medesimo, con quel paesaggio monotono che scorre là fuori, composto dallo stesso susseguirsi di campi coltivati, di case e di qualche boschetto, ai piedi di alcune colline basse. La signorina Ester, anche quel giorno, seduta come … Continua a leggere

Percorsi da evitare.

                        Da casa mia a quella della Letizia, la mia compagna di banco e amica di sempre, non ci vogliono più di due o tre minuti camminando con un’andatura normale. La mamma mi dice sempre di tirare diritto e di non attraversare la strada per nessuna ragione quando vado da lei, ed io, che … Continua a leggere

Quasi un pensiero completo (ritratto n. 10).

                       Cesarino tirava tardi, come sempre faceva quando passava da lì, appoggiato al bancone del bar con l’immancabile sigaretta, mentre mio padre proseguiva ad ascoltare divertito i suoi ragionamenti leggermente strampalati, e soprattutto a sistemare tazzine e bicchieri, preparando tutto quanto sarebbe servito per la nuova giornata di lavoro, la serranda del locale mezza abbassata, … Continua a leggere

Qualcosa di superfluo (profilo n. 22).

                         Per lungo tempo quel braccio aveva proseguito col fargli male: un dolore sottile, costante, sopportabile, ma sempre presente. Poi aveva smesso, all’improvviso, ma lui sapeva, per qualche motivo inspiegabile, che era soltanto una tregua momentanea, e che tutto sarebbe ripreso, esattamente come durante il periodo precedente. Il medico gli aveva detto che era … Continua a leggere

Andarsene via (ritratto n. 9).

  C’è una siepe piuttosto fitta che corre a fianco del muro di cinta, e sopra al muro di cinta c’è una ringhiera di ferro piuttosto alta, e sulla cima le punte. Percorro mentalmente il giardino senza farmi vedere, devo avere anche un po’ di fortuna, scegliere il momento più adatto e sperare che nessuno volti lo sguardo dalla mia … Continua a leggere

Dialogo n. 5. Punti di vista.

                         E’ già in ritardo, dico con convinzione alla signora accanto a me mentre ambedue continuiamo a stazionare sulla panchina presso la fermata del bus cittadino. Lei annuisce, io osservo la strada nell’attesa di veder arrivare quel mezzo pubblico. Sto fermo, impassibile: devo restare in silenzio, mi dico, non posso sempre lasciarmi sfuggire i … Continua a leggere

Dialogo n. 4. Corrispondenze.

                           Dimmi la verità, fa lei. Lui sfoglia un quotidiano: non avrebbe alcun senso, dice; quello che hai già deciso frettolosamente di pensare del mio comportamento non cambierebbe comunque di una virgola, risponde l’uomo senza guardarla. Lei esce dalla stanza: pensa che probabilmente potrebbe perfino piangere, tanto si sente umiliata, anche se non … Continua a leggere

Un successo.

                          Il ragazzo dice qualcosa al microfono, nel silenzio che improvvisamente si è creato dentro la sala, con le luci abbassate e quell’unico faretto che lo inonda di chiarore, proprio lui, timido e schivo come è sempre stato. Cerca qualche parola giusta da dire, dopo il saluto a quel pubblico, ma non si … Continua a leggere

Senza patria (ripresa cinematografica n. 19).

                           Per più giorni ci eravamo trascinati verso la frontiera; senza neppure sapere con precisione quanto davvero fosse lontana, e che cosa avremmo trovato quando fossimo arrivati in quelle circostanze. Infine, in uno spiazzo costituito soltanto di polvere e da cinquanta tende di colore bianco, accanto ad uno sparuto villaggio senza nome, avevamo … Continua a leggere

Troppo sola (ripresa cinematografica n. 18).

                        Vago per strada, con un passo non troppo lento che attirerebbe gli sguardi dei maschi; però con noncuranza mi guardo attorno, e a chi mi cede la precedenza su questi marciapiedi, ingombri di gente, sorrido: in fondo non mi costa un bel niente, e forse per un attimo rendo felice qualcuno, penso. Avrei … Continua a leggere

Tutto superfluo (ripresa cinematografica n. 17).

                         Il chiarore del giorno sbianca poco a poco l’interno di questa mia stanza. Non trovo un motivo valido per starmene ancora qui ad osservare degli inutili dettagli fuori da questa finestra, ma spingermi fuori, per strada, senza neppure uno scopo preciso, in questa giornata qualsiasi, imbevuta di normalità, mi parrebbe come sentirmi ancora … Continua a leggere

Dialogo n. 3. La ricerca di una buona ragione.

                           Oggi non ho voglia di niente, dico a me stesso mentre mi trattengo sulla soglia dell’ingresso di questo Circolino dove ogni pomeriggio degli ultimi anni sono venuto a giocare alle carte con tanti altri pensionati come me; tutta gente, quella che si ritrova qua dentro, che non sa proprio come passare il … Continua a leggere