Gli amanti di facebook

Il silenzio era forte. Dava quasi fastidio, tanto costringeva ad ascoltarne il respiro. Come fragili animali impauriti, tutti si erano assiepati tra loro, accucciandosi e abbassando le teste. Il mare, sotto al costone di terra, appariva grigio come il ferro ed immobile, e la cala, come un anfiteatro, zeppa di vegetazione spontanea, sembrava cedere il suo naturale color verde, variegato … Continua a leggere

Pensare le cose

La ragazza aveva guardato avanti a sé, ma non aveva visto niente, solo i fari delle auto e degli autotreni che parevano giocare a rincorrersi, laggiù, lungo la striscia di luce dell’autostrada, in mezzo ai terreni periferici e fangosi della città. Qualcuno l’aveva chiamata, con una voce lontana, ma lei non aveva risposto. Non le andava per nulla di vedere … Continua a leggere

Parole di troppo

“No, non è niente”, aveva detto Gabriele. “Soltanto un po’ di malumore, niente che meriti alcuna importanza”. “Eppure, solo un attimo fa, sembravi sul punto di sbottare davvero…”, aveva risposto Elena sistemando qualcosa nello scaffale dietro alla sua scrivania. Poi, dopo che era passato qualche minuto senza affatto guardare dalla sua parte, e senza che lui peraltro l’avesse osservata neanche … Continua a leggere

Niente da dire.

Lui, tentando di lenire il mal di stomaco che provava da giorni, e alleggerire la sensazione di estrema oppressione che non lo lasciava dormire, alla fine si era deciso a voler sapere di più sui comportamenti che teneva la sua fidanzata quando non erano assieme, e così l’aveva seguita. A dire il vero gli dispiaceva molto dover ammettere di sentirsi … Continua a leggere

Per qualcuno le voci

Mi ero portato un giornale, giusto per stare seduto da solo a leggere in pace sulla panchina nel parco; però, ero giusto arrivato da poco, mi ero sistemato per bene, tutto pareva perfetto, ed ecco che avevo di nuovo iniziato a sentire le voci. Erano già diversi giorni che non mi davano noia, tanto che avevo iniziato a pensare che … Continua a leggere

Lineee di vita confuse tra le tanti possibili

Fabrizio mi aveva abbracciato. Era una grande emozione ritrovarsi per caso in quella maniera, dopo quasi trent’anni. Soltanto l’essersi riconosciuti a prima vista, a pensarci, era già straordinario. Poi si era andati subito dentro un caffè lì vicino, a brindare, che diamine, a stare un po’ assieme, parlarci di noi. Ad ambedue dispiaceva fare i nostalgici, ma era impossibile non … Continua a leggere

Lontano con la mente

I giorni si somigliano. Specialmente se si continua a distillare, goccia dopo goccia, il tempo rimanente prima di un evento atteso. Vincenzo compie gli stessi gesti, rispetta i medesimi orari, fa le cose che ha sempre fatto; e intanto aspetta. E in questa lenta attesa pensa. E pensando, i suoi pensieri lo fanno sentire sempre il medesimo, ma non è … Continua a leggere

Inno alla vita

Il ragazzo e la ragazza avevano sedici anni e da quasi due mesi si ritrovavano ogni giorno, dopo la scuola, all’angolo della strada dove abitava lei. In genere facevano una lunga passeggiata, andavano a sedersi sopra una panchina dei giardini comunali, parlavano, si tenevano per mano, poi lui la riaccompagnava a casa. Lei era carina, un viso dai lineamenti fini … Continua a leggere

Neve di marzo

Durante la notte, sull’erba e sugli alberi della collina, era caduta una spolverata di neve, l’ultima di tutto l’inverno, anche se Alessio, mentre ascoltava il gracchiare della sua radio-sveglia, ancora non lo sapeva. Il freddo dentro alla stanza però lo aveva già percepito, così ritardava quell’attimo odioso in cui avrebbe dovuto abbandonare il calduccio del letto, fingendo per questo di … Continua a leggere

Sorrisi solitari

Lisa aveva vent’anni ed era grassa, una cicciona piena di spirito e di simpatia. Io ne avevo soltanto quindici di anni, ma mi sentivo suo amico. Andavo spesso a trovarla nella libreria dove lavorava, e mi trattenevo in negozio a parlare con lei: si parlava di libri, degli autori più noti, e Lisa mi spiegava quello che aveva imparato lavorando … Continua a leggere

Marta

Marta aveva risposto: “subito”, come diceva sempre quando un cliente le chiedeva qualcosa. Poi in fretta aveva preparato i caffè e li aveva appoggiati sopra al bancone. Era impossibile capire che cosa pensasse. Anche quando il locale era vuoto, lei ascoltava tutto ciò che avevi da dirle, magari faceva di si con la testa, ma non obiettava mai niente, non … Continua a leggere

Due come tanti

Lei era salita sull’autobus con gesto quasi meccanico, alla fine di quel pomeriggio, e aveva passato il biglietto sotto alla macchina per la timbratura. Diverse volte, durante quella mattina, mentre era intenta al lavoro, aveva ripensato alla serata precedente, a quel vago sapore che le era rimasto di tutto quello che era stato detto, alla passeggiata romantica, alla cena in … Continua a leggere

Minime vite

La signora Maria era uscita da casa come ogni mattina, si era soffermata a salutare la sua amica Teresa, inchiodata dietro al bancone della latteria con la sua aria gioviale, e si era avviata come sempre verso piazza Edison. Suo marito era rimasto a casa ad ascoltare le notizie del giornale radio e lei si sentiva bene a camminare senza … Continua a leggere

Il fuoco purifica

Fin da piccolo sono sempre stato attratto dal fuoco. Persino la fiamma di una candela è sempre stata capace di ipnotizzarmi. La fiamma libera, in qualsiasi contesto, secondo me è un evento meraviglioso, un aspetto della natura maestoso e ineguagliabile. In una tasca ho sempre portato con me dei fiammiferi, è naturale. E ogni qual volta ho potuto, ho sempre … Continua a leggere

Un figlio qualsiasi

All’orario previsto ero ripartito regolarmente con la mia corriera dalla stazione degli autobus, già con un buon numero di passeggeri seduti di dietro e quel ragazzo che avevo notato mentre saliva, forse perché era vestito un po’ strano, forse per l’espressione simpatica, probabilmente anche perché aveva con sé una valigia, una scatola di cartone abbastanza ingombrante, e anche altre cose. … Continua a leggere

Il sorriso di Carla

Carla sorrideva. Qualche volta avevo cercato di parlare con lei per spiegarle qualcosa, o farle qualche domanda. Lei mi guardava per istanti lunghissimi, diceva qualcosa di vago, poi riprendeva a sorridere. Sapevo bene che lei comprendeva tutto quello che cercavo di dirle. Ma quello era il suo solo modo di tenersi distante da tutto. Le avevano amputato una gamba per … Continua a leggere

Senza risposte

Dentro di sé Fernando sapeva perfettamente di non stare bene. E comunque gli bastava solo un piccolo sforzo per riuscire a non farsene accorgere, anche se questo comportamento lo isolava dagli altri. Il disagio principale, che sempre più spesso provava, era dato dal non riuscire ad essere esattamente se stesso: cioè, desiderava qualcosa e otteneva delle cose diverse, provava a … Continua a leggere

Il cane da guardia

Avevo sempre avuto paura di quel cane da guardia del nostro vicino di casa. Avevo dieci anni, e ogni volta che tornavo da scuola lo trovavo lì ad osservarmi, con quel muso cattivo, senza neppure una volta che mi guardasse in modo diretto, ma come mal tollerando la mia presenza vicino a quella parte di recinzione del suo giardino, limitandosi … Continua a leggere

Pensieri di giugno

Questa notte ho sognato di mia madre. Del sogno non ricordo già più niente, se non la sua espressione, la sua faccia che insi­steva nel guardarmi. Poi, durante il giorno, camminando, ho ri­pensato agli occhi freddi, inespressivi, e a quel suo modo di par­lare. E ho immaginato che giungesse all’improvviso una sua tele­fonata. Avrei voglia di vederti, di averti un … Continua a leggere

Impalpabile

Le dita della mano riuscivo a muoverle senza problemi, e a volte restavo a guardarle come fosse un miracolo rispetto a tutto quel braccio sinistro che al contrario era fermo ormai da tantissimo tempo. Il braccio destro fortunatamente non aveva mai avuto grossi problemi, e riusciva ad azionare i pulsanti per far muovere la mia carrozzella con una agilità che … Continua a leggere

Viaggio al contrario

Era salita sul treno e si era seduta. Subito dopo dagli altoparlanti avevano detto che la partenza era rimandata di venti minuti, soltanto per certi motivi tecnici. Poco male, lei non aveva certo fretta. Guardava dal suo finestrino le persone che continuavano ad andare da una parte a quell’altra della stazione, e li osservava tutti, come aspettandosi che qualcuno o … Continua a leggere

Due piani più in alto

L’uomo e la donna avevano fatto all’amore, poi erano rimasti sdraiati sul letto in silenzio, a godersi la luce del pomeriggio autunnale che penetrava di taglio dai vetri delle finestre. “Da un po’ di tempo provo un senso di colpa che prima non avevo nei confronti di Arturo. Non so, non è come una pena, piuttosto mi sento quasi invidiosa … Continua a leggere

Il tempo sospeso

L’incendio era stato appiccato nel terreno più in basso, pressappoco nella piccola radura dove si trovava il suo orto, ma divorando cespugli e sterpaglie e spinto dal vento, si era velocemente avvicinato alla casa del vecchio Giovanni, aveva incenerito una decina di alberi sul ciglio della strada sterrata che immetteva al cortile, e poi si era estinto quasi da sé, … Continua a leggere

Distanti per anni

Le due cugine, di età quasi uguale, non avevano mai avuto una gran simpatia tra di loro, anche se erano coscienti di nutrire, fin da quando erano piccole, dei sentimenti indotti dalle loro famiglie, iniziati per una assurda competizione spesso priva completamente di senso. Erano cresciute perciò con un atteggiamento ostile e un po’ rancoroso l’una nei confronti dell’altra, e … Continua a leggere

Fatti inesistenti

Ero andato in campagna, a stendermi sopra un prato sotto al sole di quella primavera avanzata, per starmene un pomeriggio da solo, pensare un po’ alle mie cose e godermi la bella giornata senza nessuno a cui spiegare cosa stessi facendo. Guardavo le nuvole, ma mi ero portato anche un libro, e mi sentivo sereno, a posto col mondo e … Continua a leggere

Conoscenze occasionali

Non avevo avuto del tutto voglia di orinare, lì in quella sala di attesa del medico che avrebbe dovuto visitarmi. Però mi era sembrata una buona occasione, quella, per mettere in mostra la mia capacità di indifferenza nei confronti del luogo dove io mi trovavo. In più erano presenti diverse donnette con i capelli ben sistemati sopra la testa, sedute … Continua a leggere

Qualcosa di buono

Nel paese non ero tenuto molto di conto, di questo ero certo. Giravo per strada, percorrevo tutto il corso centrale più di una volta, avanti e indietro, salutavo diverse persone perché tanta gente sapeva chi ero e conosceva anche la mia famiglia, anche se sapevo benissimo che nessuno parlava bene di me. Quelli che erano stati i miei compagni di … Continua a leggere

Più forte la solitudine

L’oscuro fondo di un giorno qualsiasi è il senso di vuoto e di inconcluso dei soliti gesti, degli stessi pensieri, delle medesime cose di sempre. Mario è lì, gira nella sua casa cercando con le mani qualcosa che sa perfettamente non potrà mai trovare, perché è dentro di sé ciò che cerca, soltanto dentro di sé, e solo la consapevolezza … Continua a leggere

2 settembre 2009 – Lasciare e perdere

Il motore del camion mugghiava nello sforzo di trainare quei dieci metri cubi di calcestruzzo bello pronto e impastato dentro la betoniera che continuava a girare e a lavorarlo al suo interno, mentre mi avvicinavo al posto di scarico. Chissà stavolta a cosa servivano quei quasi duecento quintali di ghiaia e cemento: a fare un muro, una fondazione, il pilastro … Continua a leggere

1 settembre 2009 – Diverse realtà

Il muro era là, altissimo, e delimitava la strada da qualcosa che restava invisibile. Ogni giorno lei usciva dal suo appartamento per affrontare la monotonia delle cose, della solita vita, e ritrovava quelle pietre di selce, una sull’altra, su in alto, a coprire la vista. Era una vecchia strada la sua, irregolare e tortuosa, ma lei vi abitava da sempre, … Continua a leggere