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Archivio mensile:aprile 2011
Il lavoro del giardiniere.
Giorgio era felice, non sapeva neppure spiegarsi bene il perché, ma gli sembrava che tutto quel giorno girasse nella maniera appropriata. La ghiaia scricchiolava sotto alla suola delle sue scarpe nel breve vialetto alberato che immetteva alla villa, ed oggi aveva deciso di iniziare le potature dei susini e degli albicocchi, un lavoro che si prospettava lungo e difficile, e … Continua a leggere
Una minima vita possibile.
Sono tutte uguali le stanzette di questo istituto, ma a me la mia sembra più bella, più grande, più accogliente di qualsiasi altra. Spesso mi piazzo lì da solo, specialmente durante i lunghi pomeriggi, e mi sembra quasi che tutto sia migliore, e certe volte mi sento addirittura contento che i miei figli abbiano deciso di portarmi qui, dove sto … Continua a leggere
La strada per sempre.
Caddi, è vero, ma forse riuscii a rialzarmi, diceva il vecchio al piccolo gruppo di settantenni e oltre che lo ascoltava senza sognarsi neppure di interromperlo. Non si vedeva spesso la sua faccia accigliata in quell’angolo di piazza, al sole del primo pomeriggio, dove invece amavano ritrovarsi tutti quegli altri, e quando arrivava, quelle poche volte, spesso senza neppure … Continua a leggere
Un percorso da intraprendere coi piedi nudi.
Non c’è una ragione precisa che mi spinga ad andarmene via; eppure è sufficiente che io chiuda gli occhi, mi assenti da questa semplice quotidianità, tolga il presente da tutti i miei pensieri, per sentirmi con naturalezza subito lontana, via da tutto, da tutto ciò che ogni giorno mi circonda, tutto ciò che oramai sento spremuto fino all’osso, che non … Continua a leggere
Scena n. 18. Una ragione per essere se stessi.
Il tempo si è allungato, all’improvviso, e chissà come io non me ne sono proprio accorto, e d’un colpo mi sono semplicemente reso conto di quanto adesso tutto sia più intenso, più duraturo, fin quasi ogni pensiero, ogni pur minima attività da compiere; all’improvviso so che ognuno di questi fatti richiede maggiore impegno, assorbe un’intensità che probabilmente dura più a … Continua a leggere
Sarà proprio così, probabilmente.
Ci sono delle volte che mi siedo qui e non penso niente, diceva la vedova del signor Carli ad una sua conoscente la quale, sapendola sola tutto il giorno, ogni tanto andava a farle una visita in quella bella casa un po’ periferica con un grazioso giardinetto sul davanti. Di fatto ormai erano diversi anni che era venuto a mancare … Continua a leggere
Decisioni sofferte.
Certe volte ci si sente soli davanti a delle scelte difficili, pensava Eugenio mentre tornava verso casa a piedi, infagottato nella sua giacca forse troppo ampia. Molte cose dipendevano dalle decisioni che avrebbe dovuto prendere in quel breve periodo: il lavoro, il suo futuro, la sua situazione; tutto, in una parola sola; e dietro a ciascuna decisione pareva si annidassero … Continua a leggere
Nel disegno della fantasia.
Qualcosa sbatte fuori dalla casa, forse mosso dal vento freddo e antipatico di questa serata. Una presenza inquietante, un esterno che reclama qualcosa per sé, forse solo attenzione, oppure il semplice comprendere la natura delle cose. Ennio si alza, si avvicina ad una finestra, scosta la tenda e guarda fuori, proprio là, dove non c’è niente di invitante e tutto … Continua a leggere
Queste mie mani mostrano soltanto ciò che io sono.
La mie mani adesso sono strette a pugno, lentamente le apro, ma dentro non c’è niente, neppure una traccia di tutto ciò che hanno toccato, sfiorato, stretto, come se ogni oggetto, ogni gesto, qualsiasi azione fosse stata cancellata, e forse penso sia risultata sufficiente un poco d’acqua semplice, strofinarle insieme per pulirle con un normalissimo lavaggio, e via, tutto nello … Continua a leggere