L’evidenza dei gesti.

                     Si era deciso a passare davanti alla palazzina dove lei abitava, non riusciva più a resistere senza concedersi almeno quel tentativo. Aveva un disperato bisogno di rivedere il suo viso, la sua espressione, incrociare il suo sguardo, magari sentirne la voce, perché continuare da lontano, lungo la strada, ad osservare le finestre del suo appartamento, … Continua a leggere

Le ragioni profonde.

                         Probabilmente non aveva pensato proprio a niente iniziando a colpire, si era semplicemente sentito attraversare da una fenomenale scarica elettrica, che aveva subito generato un impulso del tutto irresistibile, la furia cieca e inumana. Era rimasto immobile e in silenzio per quasi tutta la sera, chiuso nella sua camera da letto con una … Continua a leggere

La gravità degli eventi.

                         La donna guidava con prudenza la vecchia automobile. Il marito, seduto al suo fianco, aveva sonnecchiato per parecchi chilometri, fino a dimenticarsi quasi del tutto il motivo del loro viaggio. Il piccolo dolore ad un piede che aveva provato al momento di indossare le scarpe, forse un po’ troppo nuove, si era attenuato … Continua a leggere

Raggiunta libertà.

  Continuavo, a momenti, a sentire l’infido e leggero dolore dell’ago nel polso, e la presenza di quel corpo estraneo che mi avevano introdotto dal naso, fino ad ingombrarmi la gola. Ero tornato a svegliarmi, tempestato da chiazze di colore che vedevo allargarsi nella mia testa, e la coscienza del tempo rimasto in sospeso, un vuoto pneumatico, colmo di niente, … Continua a leggere

L’acquario del mondo.

                        Fuori, la città era ostile. Lei era uscita di proposito per affrontarla, per andare incontro a quello che oramai le pareva inevitabile, ciò nonostante, adesso provava una leggera paura, un disagio profondo, che dimostrava forse la sua evidente incapacità al confronto con gli altri. Si era preparata, aveva abbandonato, dopo averle sputate, le … Continua a leggere

Nuda proprietà.

                          Parlavano, quasi come se il tempo, almeno in quella stanza, avesse interrotto il suo corso, e le parole, centellinate senza alcuna fretta, scandissero a modo loro quel pomeriggio. Lei diceva che si sentiva stufa della situazione, che avrebbe voluto vedere un certo rinnovamento, delle nuove idee, nuovi modi di essere in tutti coloro … Continua a leggere

Bambino triste.

                        Oltre lo stradone polveroso che costeggiava un fosso d’acqua nera e piena di immondizia, non c’era niente, solo terreni abbandonati su cui spuntavano erbacce e ciuffi di canne mezze marce. L’accampamento dei nomadi si trovava poco più avanti, e non si capiva come facesse quella gente a vivere lì, in una zona così … Continua a leggere

Con le mani non proprio pulite (ripresa cinematografica n. 9).

            Cammino, un passo dietro l’altro, senza neppure sapere per dove. Sto bene attento a dove metto i miei piedi, i lastricati in pietra di questa città a volte sono un’insidia difficile da valutare. Incontro qualcuno, persone normali, tutte da sole, strette nei loro soprabiti, quasi a superare quel senso di inospitale che procura questa serata … Continua a leggere

L’osservazione attenta del mondo.

            Silenzio. Pierre si muove leggermente sulla sua sedia, poi torna ad osservare qualcosa fuori dalla finestra. Se ne sono andati tutti, adesso, li ha seguiti con lo sguardo fino a quando non hanno svoltato oltre l’angolo, in fondo alla strada, e sono spariti di colpo dalla sua vista. Sono ragazzi normali, che passano un’ora o … Continua a leggere

Un giorno storico.

             Ci eravamo sistemati vicini a degli altri, in un angolo ancora libero della grande aula magna della facoltà di Lettere, occupata da un mese dal movimento degli studenti, ed avevamo steso sul pavimento i nostri modesti sacchi a pelo, costituendo un giaciglio abbastanza accettabile dove passare la notte. Il giorno seguente, ed eravamo lì … Continua a leggere

Vicino all’orizzonte.

        Certe volte Ernesto se ne sta lì, seduto su quella vecchia panca di legno, accosto ad una baracca in disuso, a guardare il mare poco lontano in quelle mille pennellate di luce del sole quasi al tramonto. Non c’è niente di strano, a lui è sempre piaciuta quell’ora del pomeriggio, quando la giornata si appresta a … Continua a leggere

La concretezza del pensiero.

                        Qualcuno, dentro al locale piuttosto affollato, aveva detto a voce abbastanza alta proprio il mio nome, quasi come volesse richiamare su di sé almeno un po’ della mia attenzione. Ero rimasto fermo, invece, in silenzio, proseguendo, come niente fosse stato, a leggere il mio libro mentre prendevo il caffè. Spesso, nel pomeriggio, andavo … Continua a leggere