Pensiero fulmine.

  Sempre le medesime cose. Inutile insistere. Si può cercare di sfuggire almeno per un po’ alle abitudini, fingere di sentirsi magari su un altro piano, immaginarsi persino superiori, o di essere assolutamente capaci di un’analisi maggiormente accurata, o anche più veritiera, e che mostri i limiti di ciò che ci sta attorno. Ma alla fine è la monotonia delle … Continua a leggere

Materiali aridi.

  “Sono io a sbagliare”, dice con piglio. Poi si prende una pausa durante la quale si sposta di circa un metro. “Anche se la differenza tra essere giusti o in errore è sempre minima, quasi una stupidaggine”, conclude. L’operaio sul ponteggio prosegue a parlare con un altro operaio, ma senza guardarlo, mentre ambedue continuano a stendere l’intonaco fresco sulla … Continua a leggere

Importanza della noia.

  “Sono stanca”, fa lei; “stanca di avere di fronte sempre le medesime cose”. L’amica annuisce mentre ambedue continuano a camminare lentamente lungo quel marciapiede, senza neanche avere una meta precisa, soltanto per compiere una semplice passeggiata. “Lui rientra tardi, è il suo lavoro, lo capisco; però di tutto il resto sono io a dovermene occupare”. Poi attraversano la strada, … Continua a leggere

Strada divisoria.

  Un tizio dice qualcosa a voce alta, dall’altra parte della strada, mentre io me sto seduto al tavolino all’aperto di un bar con una birra ed un giornale da leggere. Lo guardo, quello resta fermo, sembra aver detto proprio a me, così lo studio per un attimo, poi torno subito al mio quotidiano, ignorandolo. Uno svitato, penso, un tipo … Continua a leggere

Libertà solo apparente.

  “Ancora uno, per favore”, dico alla ragazza che ci porta da bere, mentre assieme agli altri proseguiamo a giocare nella saletta fumosa sul retro del locale, concentrati sopra al panno verde oliva del nostro biliardo. “Non c’è niente di male, se provo un tiro a tre sponde”, fo agli altri senza aspettarmi da loro alcuna risposta. Ad uno che … Continua a leggere

Rinvio motivato.

  “In questo periodo non ho proprio voglia di uscire”, dice lei con voce monotona alla sua amica durante una telefonata di cortesia. “Non mi va di vedere nessuno”, conclude. “Forse in seguito passerà rapidamente questo periodo negativo, magari persino domani; comunque, almeno per adesso è così”. Poi si salutano senza enfasi, e lei si alza dalla sua comoda sedia … Continua a leggere

Buio, intorno al rifugio.

  “Arrivo”, gli fo, dopo che lui ha già bussato diverse volte ai vetri della finestra che si affaccia sul retro della mia casa. Forse oggi non avevo neppure troppa voglia di uscire dalla mia cameretta, penso, ma è evidente che in questo momento ormai non ne posso proprio fare a meno. Il mio amico viene quasi tutti i pomeriggi … Continua a leggere

Via d’uscita.

  “Ci sono”, urla la ragazza arrivando dal fondo del corridoio. Poi, toglie rapidamente il suo giubbotto, entra nel ripostiglio dei detersivi, ed indossa subito, quasi di fretta, sia i guanti di gomma già pronti, che la sua spolverina da lavoro. L’altro impiega un bel po’ di tempo prima di farsi sentire a sua volta, ma alla fine ecco che … Continua a leggere

Senso di colpa.

  “Mastico amaro, amico”, spiego con calma. E subito dopo mi chiedo che senso abbia mai parlare con questo tizio che non sembra neppure starmi a sentire. “Ogni attimo che giunge può essere una brutta sorpresa, ma non ci si può fare niente”, dico ancora. Poi butto giù un altro sorso della mia birra, mentre intorno al bancone dove resto … Continua a leggere

Tolleranza zero.

  “Ogni tanto mi capita di fare qualche stupidaggine”, dice lui ad un conoscente del suo quartiere che ha incontrato proprio all’ufficio postale, mentre ambedue stanno facendo la fila per pagare qualche bolletta allo sportello. “Forse dovrei addirittura smetterla di andare sempre allo stadio,  perché quando sto da quelle parti perdo quasi completamente il senso delle cose”, dice con una … Continua a leggere

Come tra ebrei.

  Si ritrovano almeno un paio di volte la settimana a casa di una di loro, sempre nei pomeriggi dopo la scuola, e si sistemano sedute sul divano o nelle tante comode poltrone di una zona dell’ampio salone dell’abitazione della famiglia di lei, e lì generalmente si parlano, ridono, si divertono, si scambiano opinioni relative agli insegnanti e ai loro … Continua a leggere

Colpo di mano.

  Mi trovo in sala d’attesa, la terra di mezzo tra il prima ed il dopo. La signorina all’entrata del poliambulatorio mi ha detto che il medico ancora non c’è, però io posso sedermi qui, su una delle sedie di plastica e aspettare. Così ho fatto, e mi sono ritrovato in una completa solitudine, dentro una stanzetta bianca, direi disadorna, … Continua a leggere

Certezze insolute.

  L’elemento fondamentale è la certezza. Quella di un elenco di cose da fare, ad esempio, ordinate per importanza o per priorità. E poi quel sentirsi perfettamente coscienti di essere capaci di affrontare con adeguatezza quello di cui ci siamo riproposti di occuparci; avere perciò già preparato gli strumenti più adatti, e poi conoscere perfettamente verso che cosa andiamo incontro, … Continua a leggere

Sogno sperato.

  “Si è spostato, tutto si è spostato lentamente, senza che neppure ce ne fossimo accorti. Avevo in mente certe cose qualche tempo fa, ed adesso sono cambiate, anche se non in maniera radicale, però almeno di un pochino alla volta, quasi che fosse sufficiente uno scricchiolio ogni giorno, per formare poi una crepa vistosa. Vi guardo e vedo persone … Continua a leggere

Numeri e basta.

  Anche questo tardo pomeriggio è come sempre: i ragazzi annoiati stazionano sulle panchine della piazzetta, qualche anziano poco lontano sembra osservarli per curiosità, ma con la faccia di chi li vuole soltanto compatire. Non c’è molto da dirsi, oltre a parlare della scuola: le solite battute spiritose, i soliti argomenti di sempre, solo qualcuno più timido tra loro da … Continua a leggere

Voglia di niente.

  Quando sto qui tutto il resto diventa per me poco importante. Guardo dalla finestra la strada che scorre sotto ai miei occhi, ed io resto ferma, immobile accanto ai vetri, senza alcun motivo per spostarmi da dove mi trovo in questo momento. Qualche giorno addietro mi sono impegnata a leggere qualcosa per svagarmi, ma mentre stavo sulla mia poltroncina … Continua a leggere

Niente da fare.

    “Ci sono”, dico mentre arrivo trafelato nella saletta del circolo dove con i ragazzi ci ritroviamo quasi ogni sera. Diversi tra i presenti rispondono con un’esclamazione, anche se in quattro continuano a giocare a boccette come se niente fosse. Sono in ritardo come sempre, loro probabilmente mi hanno aspettato a lungo per la sfida pattuita, poi però si … Continua a leggere

Fuori casa.

  Esce presto la mattina con il suo cagnolino. Gira un paio di volte attorno ai giardinetti poco lontano da casa sua, riflette qualcosa sulla giornata che l’aspetta, poi rientra per prepararsi ed andare infine a lavorare. Il suo tempo è composto e scandito da tanti piccoli elementi che secondo il suo parere vanno saputi modulare e disporre adeguatamente l’uno … Continua a leggere

Bolla speculativa.

  “Sono fermo”, dico con le dita ancora sulla tastiera senza neppure guardare in faccia il mio amico. “Certe volte immagino di avere ancora delle possibilità, di potercela fare a rimettermi di nuovo in carreggiata, così mi illudo, prendo fiducia, faccio qualche telefonata, scambio della corrispondenza affidando alla posta elettronica delle strenue richieste di risposte positive, che puntualmente non danno … Continua a leggere

Ottusità vincente.

  Adesso abbassa semplicemente la testa lui, ad evitare ulteriori guai sul suo posto di lavoro, quando il capoturno con serietà gli fa presente, mentre loro due stanno da soli, in piedi, ancora tra i macchinari ed i nastri trasportatori, alla fine dell’orario della giornata, che è giunto il momento di smetterla con le continue lamentele sull’organizzazione delle squadre. Non … Continua a leggere

Astrazione momentanea.

  Ho visto la mia immagine riflessa nella vetrina, mentre passavo davanti ad un luminoso negozio di calzature. Mi sono soffermata, ho guardato ogni particolare più evidente, ed ho pensato con leggerezza che la persona che avevo di fronte in fondo mi era quasi un’estranea. Così ho proseguito a camminare con la mente svagata e l’impressione di essere praticamente invisibile … Continua a leggere

Probabile digiuno.

  La sua sedia preferita è bassa, con dei comodi braccioli, le zampe ben piantate sul pavimento di marmo, ed anche se certe volte il legno con cui è stata fabbricata scricchiola forte, comunque è corredata con due bei cuscini morbidi a fiori, uno per lo schienale, ed uno per la seduta. Con quelle fattezze ce n’è soltanto una in … Continua a leggere