Un fratello distante

Mio padre aveva voluto uscire con me quel mattino, senza stare a spiegarmi per quale motivo o dove si andasse. Aveva preso una delle due macchine piccole dal nostro garage, una che lui definiva per la città, ma solo perché la sua, quella grande, doveva passare un controllo. A lui piaceva guidare, anche se normalmente si lasciava portare in giro … Continua a leggere

L’acqua che cambia

La signora Maria era uscita di casa per andare a prendere l’autobus. Andava a far visita a sua sorella, dall’altra parte della città, come da parecchio tempo faceva almeno una volta alla settimana. I figli della signora Maria erano grandi, suo marito sempre fuori al lavoro, lei poteva permettersi quei piccoli svaghi. Le piaceva attraversare la città sui mezzi pubblici, … Continua a leggere

Un sogno blu elettrico

Ho chiuso gli occhi ed ho visto delle forme di colore blu elettrico danzarmi davanti. Poi, lentamente, si è come alzato un sipario, e le immagini sono tornate ad essere grigie come sempre in quel mio teatrino personale. I miei sogni non rispettano un ordine, un bisogno, una volontà, vanno e vengono senza una logica, certe volte sono semplici sprazzi … Continua a leggere

Gli amanti della fine del Giorno (seconda parte)

La casa sul lago appariva immobile, solo leggermente tremolante nei suoi contorni dentro al riflesso dell’acqua. Da lontano pareva appoggiata proprio alla fine della collina sovrastante, dentro a uno spiazzo orizzontale inventato dalla natura proprio per lei, come a lasciare un luogo di vedetta da cui ammirare quella natura. L’ultimo tratto di strada era tutto malandato e sconnesso, ma quando … Continua a leggere

Un soffio di mare

I due vecchi erano piccoli di statura, ma forse apparivano ancora più piccoli così sprofondati nei due giacconi enormi da inverno, i calzoni di jeans fin troppo larghi, e le berrette di lana scura sul capo calate fino a coprire le orecchie. Parevano due ex-marinai, gente che aveva lavorato su qualche rimorchiatore o che aveva svolto qualche lavoro di mare … Continua a leggere

Elisa a Natale

Molte volte si era ripetuta tra sé nei momenti in cui lo sconforto era stato maggiore, che lo svolgere quel lavoro di positivo aveva diversi elementi: le permetteva di conoscere molte persone, per esempio, di interagire con loro, di imparare cosa dire, come sorridere, come parlare, in poche parole ad essere più socievole di come non fosse mai stata in … Continua a leggere

Il pianto di gioia

Camminare per strada, mettermi seduto su una panchina del giardinetto del mio quartiere, sfogliando un giornale giusto per occupare gli occhi e la mente, e far trascorrere il tempo. Tornare a casa, dopo il lavoro, accendere la radio sul mobile, compiere i soliti gesti di rito, pressappoco con i medesimi orari, quasi ad osservare delle direttive precise, e lasciar trascorrere … Continua a leggere

Opportunità di esistenza

Il lampione al neon davanti a quella sua finestra di casa si accendeva sempre alla medesima ora. Era quello il momento più triste di tutta la giornata, quando lui si rendeva conto di essere solo e che un’altra volta il sole da qualche parte stava già tramontando senza che niente fosse cambiato nella sua vita. La sua casa era piccola, … Continua a leggere

Sentimenti di mare

Alla metà di settembre in spiaggia non c’era ormai quasi nessuno, ed il mare appariva un tavola di colore scuro ed intenso. La ragazza camminava lungo la battigia, la testa vuota, nessun’altra voglia se non quella di starsene da sola cercando di attenuare il malessere. Quello che andava iniziando era il suo ultimo periodo in facoltà, aveva soltanto da completare … Continua a leggere

Incontrarsi (quarta parte)

L’erba era stata rasata regolarmente, e in virtù delle innaffiature frequenti aveva assunto un colore brillante, capace di far risaltare le bordure e le aiuole di tutto il giardino. Era adesso un piacere passeggiare lungo i vialetti all’ombra degli alberi, in mezzo a quei cespugli fioriti e a tutte le piante: aveva avuto ragione la signora Torrini a far lavorare … Continua a leggere

Il muratore

La sera, quando il lavoro al cantiere terminava, tornava a casa a piedi, quasi sempre. Non gli importava troppo d’avere indosso quei pantaloni cachi tutti sporchi di calce e di cemento, e neppure delle sue scarpe grosse, consunte e senza più colore. Si rimetteva il giubbetto lasciato tutto il giorno appeso ad un asse polveroso, e costeggiava, lungo il marciapiede, … Continua a leggere