Mancanze terribili.

  “Devi inserire tutti i risultati estrapolati dagli elementi che ti abbiamo fornito”, dice LUI già irritato al telefono; “e devi farlo in fretta se vogliamo davvero raggiungere gli obiettivi prefissati”. Il terminale sul tavolo è acceso come sempre, ma LEI oggi non si sente particolarmente in forma, forse avrebbe bisogno di riposarsi, di svagare la mente, di prendersi una … Continua a leggere

Qualcuno mi è vicino.

  “Non sono solo”, dico certe volte allo specchio della mia camera con voce alta, tanto per rendermi conto se lui oggi avesse voglia di rispondermi. E quello, quando lo fa, inizia sempre col parlarmi sottovoce usando delle parole a me sconosciute, costringendomi a cercare di comprendere cosa voglia intendere con quello strano dialetto per me incomprensibile. Gli ho anche … Continua a leggere

Superiori alle regole.

  Non so come meglio dirtelo, però sei tu il vero problema. Tutti si sono presentati con la voglia di stare tranquilli, divertirsi, svagare la mente, magari chiacchierare con gli altri anche per rendere più interessante la festa, instillare l’impressione che i pareri su una cosa o sull’altra abbiano ancora un loro rilievo, e che le parole, pur scambiate nel … Continua a leggere

Tempi migliori.

  Passano dei ragazzi che urlano per insoddisfazione forse, così io li osservo da una finestra di casa e mi sembra proprio di stare in mezzo a loro. Prendo la giacca, scendo le scale, mi avvio lungo il marciapiede: devo acquistare qualcosa da mangiare penso, del pane e del formaggio, niente di più, perché devo rientrare in fretta, non oltre … Continua a leggere

Senza problemi.

  Il collegamento è già attivato, LUI come ogni volta si è piazzato seduto al proprio terminale davanti alla scrivania di casa sua, e tutti gli ALTRI poco per volta iniziano ad apparire dentro alle finestrelle dell’ampio schermo che si trova di fronte ai suoi occhi. Non è male incontrare una parte dei propri colleghi almeno un giorno alla settimana, … Continua a leggere

Indignazione giustificata.

  Le scarpe dell’uomo seduto sul legno ben stagionato di una panchina dei giardinetti cittadini, appaiono immediatamente di buona qualità, praticamente quasi nuove, di sicuro ben pulite, e soprattutto indossate con la stessa indifferenza tipica di chi potrebbe riuscire a camminare a piedi nudi su di una levigata spiaggia marina dimenticandosi di avere delle gambe e dei piedi sotto al … Continua a leggere

Matite colorate.

  “Aprire nuovo documento”, dice LUI dentro al microfono portatile che gli pende da un orecchio mentre cammina nervosamente in casa sua osservando appena l’elaboratore acceso. Tutto funziona perfettamente, anche se non avere sottomano le lettere da digitare sopra la tastiera non è particolarmente stimolante. Poi riflette un attimo su quale possa essere l’attacco migliore per la relazione da leggere … Continua a leggere

Riscatto contemporaneo.

  Sono qui da solo davanti allo schermo del mio elaboratore, e penso che dovrei assolutamente essere stipendiato per tutta la pazienza che dimostro nel sopportare una situazione così al limite come sembra ormai sia diventata questa. Sono i soldi che proprio non ci sono tutto il mio problema, ma non trovo la maniera per farmene scucire almeno un po’ … Continua a leggere

Notizia bomba.

  In sede oggi non c’è nessuno, esclusa LEI dentro all’ufficio piccolo, china sulla scrivania ingombra di carte, mentre sta leggendo dei ritagli di giornale e degli appunti che si è preparata con cura nei giorni precedenti. La rivista di quartiere per cui lavora da più di un paio d’anni, un giornaletto in edicola una volta al mese con degli … Continua a leggere

Immagine inadatta.

  “Avevo un amico”, fa LUI mentre sistema delle carte nella libreria; “ma ci siamo persi”. Anche oggi fuori dai vetri la giornata appare grigia, con un cielo carico di nuvole e di pioggia, ma nell’appartamento all’ultimo piano di quel palazzo enorme dove  loro due sono andati ad abitare da circa un anno, adesso non giunge quasi niente delle voci … Continua a leggere

Normali abitudini.

  “Le restrizioni non mi spaventano, non lo hanno mai fatto”, dice LEI al telefono sorridendo, mentre contemporaneamente scorre sul suo elaboratore l’elenco dei messaggi di posta ricevuta durante le ultime ore. “E poi si tratta soltanto di fare l’abitudine a certi comportamenti”, conclude, dicendo questo come per rendere semplici e quasi naturali le cose che non si possono evitare. … Continua a leggere

Silenzio impagabile.

  Qualche volta penso che finirà; sì, insomma, che si interromperà prima o dopo questo mio flusso di ottimismo, di convincimento positivo, di credulità continua verso qualsiasi espressione che usano gli altri nei miei confronti; insomma smetterò con questo ferreo ritenere che tutti siano sempre così sinceri con me, così schietti nelle loro espressioni, e che parlino soltanto di cose … Continua a leggere

Oscuramento.

  C’è un mistero dietro al groviglio inestricabile di figure che si affacciano ogni tanto sullo schermo, senza neppure un’apparente ragione precisa. Come se qualcosa avesse preso ad esercitare una funzione propria all’interno del suo elaboratore regolarmente collegato alla rete e per tutto il resto perfettamente funzionante. Come se al posto delle descrizioni che si potrebbero fornire quando si cerca … Continua a leggere

Indifferente alle provocazioni.

  “L’immobilità del corpo, dinanzi all’elaboratore ed allo schermo che permettono sempre di più lo scambio di emozioni ed informazioni, veicola spesso una progressiva paralisi mentale, riducendo le capacità cerebrali degli individui fino a poche astrazioni possibili, sempre le stesse, sempre riprodotte quasi nella stessa esatta maniera”. LEI legge queste parole così dirette, poi sorride mentre lascia scorrere alcune immagini … Continua a leggere