Notizia bomba.

 

In sede oggi non c’è nessuno, esclusa LEI dentro all’ufficio piccolo, china sulla scrivania ingombra di carte, mentre sta leggendo dei ritagli di giornale e degli appunti che si è preparata con cura nei giorni precedenti. La rivista di quartiere per cui lavora da più di un paio d’anni, un giornaletto in edicola una volta al mese con degli articoli senza tante pretese, che attraverso le pubblicità capace di inserire è in grado soltanto di procurarle qualche rimborso di spesa e niente di più, poco per volta è diventato comunque per LEI l’impegno di ogni giorno, in cui si applica sempre al massimo, tentando ogni volta di scrivere in qualsiasi numero che venga messo in distribuzione, qualcosa di interessante e anche di arguto, un po’ per amore verso la sua città, e un po’ anche per cercare di essere notata nell’ambiente, con la speranza di fare carriera in qualche modo, insomma. Perché le piace modellare le parole e le frasi attorno alle scarse notizie che secondo il suo parere potrebbero forse andare ad incuriosire qualcuno che conta, una volta pubblicate, tra quei concittadini che abitano là attorno e che leggono le storie del rione, ed è proprio per questo, anche quando sembra abbia ormai finito di buttare giù uno qualsiasi dei suoi pezzi, che torna sempre a rileggerlo e a valutare con distacco professionale quelle informazioni e quei discorsi, in modo da poter correggere il più possibile ogni errore, e migliorare sempre tutto il risultato.

Quel paio di stanze fronte strada che la parrocchia di zona ha concesso di utilizzare a LEI insieme a quei quattro o cinque redattori della rivista, sia per la preparazione degli articoli, sia per impaginare il materiale, ed infine anche per dare alle stampe la pubblicazione terminata, sono senz’altro buie e fredde, ma secondo il suo parere è esattamente quella la gavetta che si deve fare in certi ambienti per sperare di assurgere ad una migliore vita lavorativa. Così è la persona che più di tutte frequenta quelle scrivanie, e quando c’è da fare una riunione per decidere una cosa o l’altra del giornale, LEI è sempre la prima a farsi vedere là dentro. Poi arriva il direttore. Dice svelto, dopo averla salutata: “dobbiamo ancora trovare l’argomento principale per questo mese”, senza neppure soffermarsi troppo a guardare il materiale su cui LEI sta lavorando. “Ci vuole qualcosa di forte”, prosegue, “pensavo ai lavori che devono iniziare quelli del Comune, però mi hanno detto che ancora non sono stati finanziati in Consiglio, perciò avranno tempi più lunghi del previsto”. A un certo punto si siede all’altra scrivania e tira fuori anche LUI qualche documento dalla sua cartella, tanto per far vedere che non è del tutto impreparato. Infine si volta a guardarla.

LEI sta digitando adesso qualcosa sul suo elaboratore portatile, ed ogni tanto si interrompe per guardare qualcosa tra i fogli sul suo tavolo, ma all’improvviso si ferma, volta la faccia verso la parte dove si è messo seduto l’altro, ed infine fa: “potremmo inventarci noi qualcosa di nuovo”, con una voce calma e impersonale, che quasi non chiede commenti. LUI non sembra darle retta, non riesce minimamente a comprendere a che cosa voglia alludere, ma gli sembra qualcosa buttata lì quasi per scherzare. “E’ facile”, continua lei; “potremmo inventarci una cosa che non esiste, ma che magari potrebbe piacere a tutti”. “Non capisco”, fa LUI dandole finalmente retta. “Forse intendi una notizia falsa che si capisca come scritta soltanto per attirare l’attenzione”. “Esatto”, dice LEI. “Come dire, per esempio, che i lavori del Comune che questo quartiere aspetta da vent’anni, adesso sono già iniziati, anzi, sono addirittura ad un buon punto, quasi terminati, via”. L’altro resta immobile. “Una provocazione”, fa adesso, guardando qualcosa di imprecisato sopra la parete.

Così cominciano a lavorare sopra quell’idea, come se da ora in avanti la loro piccola rivista, a corto sempre di notizie, inaugurasse con la notizia principale del mese una rubrica che potrebbe essere letta come -il mondo dei sogni-, dove infilare quello che molti cittadini vorrebbero vedere realizzato per davvero, anche se astruso o anche impossibile da essere compiuto. “Certo”, fa LEI, “un articolo in cui si parla in termini seri e precisi di qualcosa che se anche non vedrà mai la luce, in tutti i casi può sollevare molte curiosità e tanto interesse”.  “Mi piace”, fa allora LUI; “però dobbiamo lavorarci bene, e così il prossimo numero sarà una vera bomba”.

Bruno Magnolfi

Notizia bomba.ultima modifica: 2020-12-12T20:33:10+01:00da magnonove
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