Passeggeri qualunque.

Tu non sei una persona qualsiasi. Però, diciamoci la verità, non sei neppure troppo speciale. Ogni mattina ti alzi alle sette e poi vai a lavorare, proprio come faccio io, nello stesso modo di tutti, o di tanti, senza grandi variazioni. Io ti incontro sul tram, tu forse neppure mi vedi. Ma io ti conosco, ed anche se guardo fuori … Continua a leggere

Maledetto presente.

Tornavo indietro, una volta, come si torna verso le cose che ormai si conosce, quelle che danno maggiore sicurezza, che riescono quasi a proporti un piccolo spaccato di vita differente da qualcosa che hai appena fatto, dopo che tutto ciò in cui avevi riposto affidamento sembra essersi perso nel nulla, o peggio, mescolato in mezzo ad elementi del tutto insignificanti. … Continua a leggere

Rivendicazione di sé.

Silenzio adesso, dentro al piccolo cortile polveroso sul retro della palazzina degli uffici. Un luogo praticamente abbandonato, uno spicchio di mondo senza padroni, ideale per farci scoppiare quella piccola bomba dimostrativa, magari, così come è successo, durante una notte qualsiasi, ad un’ora quando nessuno avrebbe mai potuto essere lì a farsi del male. Ma se accade nell’oscurità, al mattino tutto … Continua a leggere

Parole leggere.

Casualmente, passeggiando per strada, Toni incontra il suo amico. Si salutano con cordialità, si dicono qualche spiritosaggine, poi vanno insieme a bere qualcosa in un locale poco lontano. Toni conosce perfettamente l’itinerario che segue il suo amico per tornarsene a casa quando esce dal luogo dove lavora. Per questo l’altro si aspetta che lui voglia dirgli qualcosa di importante, qualcosa … Continua a leggere

Va bene (cortometraggio n. 7).

Il dolore sottile a tratti sembra pulsare sotto la sua pelle sporca. Il ragazzo a terra adesso neppure si lamenta, aspetta soltanto che accada qualcosa di positivo, come una mano magica che improvvisamente lo sollevi da quella posizione, e forse lo rimetta in sella alla sua bicicletta, fino a che tutto torni com’era stato appena un attimo prima. Forse non … Continua a leggere

Cambiamenti (ritratto n. 15).

In albergo, a parte i fine settimana, ci sono pochi clienti in questo periodo dell’anno. Il mare di fronte pero è già bellissimo, ed il sole caldo e piacevole. La sera, giù nel salone, si radunano quasi tutti per le chiacchiere e per gli aperitivi. Qualcuno se ne sta in disparte con un libro, altri però ascoltano le note morbide … Continua a leggere

Rifiuti.

Al caffè di pomeriggio non c’è nessuno, soltanto un vecchio in un angolo, che legge un giornale muovendo la testa, lentamente. Fuori, lungo la strada, il solito passaggio di macchine e di gente a piedi. Serata fiacca, pensa il barista mentre sistema le tazzine. Poi entra lei, da sola, muovendosi come non fosse giunta veramente là dentro, e senza neppure … Continua a leggere

Punti di vista (piccola commedia n. 4).

Da fuori, semplicemente posizionandosi in un angolo preciso del giardino pubblico, è possibile realmente rendersi conto di ciò che avviene all’interno delle grandi finestre, al piano rialzato della casa accanto. Una casa grande, come si può facilmente vedere anche da questa posizione, dove molte vicende però sembrano succedere solamente in quella specie di salone che fronteggia il verde del giardino. … Continua a leggere

Tutto finirà (piccola commedia n. 3).

Lo so già, lo so per certo, senza neppure avere fatto delle analisi o degli specifici controlli, che coltivo dentro di me una brutta malattia, qualcosa che mi renderà sempre più dipendente dagli altri, e che addirittura mi lascerà poco per volta privo, quasi per una lenta tortura, persino di me stesso e della mia dignità. Per questo fingo di … Continua a leggere

Amici miei.

Si possono osservare molte cose dentro ad una tavola calda come questa. I clienti sono quasi tutti di corsa, ed entrano generalmente già con un certo affanno, quasi come se l’unica preoccupazione per loro fosse per esempio quella di accaparrarsi uno di questi tavoli liberi. Si mettono impazientemente in fila, scorrono velocemente lungo il nastro con il loro vassoio, e … Continua a leggere

Senza una vera strada (ritratto n. 14).

Questa panchina è rigida, non è possibile stare seduti a lungo sopra a questo ferro duro e freddo; diventa necessario dopo un po’ almeno alzarsi e fare un giro, muovere le gambe insomma, scorrere senza fretta lungo questi marciapiedi, magari alla ricerca di qualche curiosità da cogliere sulla faccia o nei gesti dei passanti, oppure, con maggiore apparente attenzione, direttamente … Continua a leggere