Tempi correnti.

  Fuori si trovano facilmente delle miriadi di difficoltà da affrontare. Possiamo fingerci indifferenti per qualche tempo, possiamo ignorare quello che ci sembra più ostico, addirittura immaginarci di essere esenti da alcuni di questi problemi che spesso si parano davanti, ma ad un certo punto, poi, dobbiamo scegliere. Sonja si siede da sola come sempre nel piccolo ufficio sul retro … Continua a leggere

Certamente benvenuto.

  “Eccomi qua”, dice lui con un sorriso, mentre sta sopraggiungendo davanti all’entrata del circolo culturale “Victor jara”, nello stesso esatto momento in cui Sonja, con la testa persa come sempre dietro a tutti i suoi pensieri, si fa sulla porta per entrare. “Bentrovato”, gli fa lei con un leggero moto di sorpresa; “immagino che oggi sia arrivato fino qui … Continua a leggere

Futuro incerto.

  Oggi pare proprio un giorno qualsiasi, e per lei non sembrano esserci di fronte delle particolari novità. Sonja si guarda attorno mentre cammina lungo la strada principale della sua cittadina: non ha alcuna fretta, sa che più tardi dovrà soltanto fare alcune telefonate di conferma per mettere in piedi ciò che ha in mente di organizzare nei prossimi giorni … Continua a leggere

Energie da spendere.

  I genitori di Sonja trascorrono quasi tutte le ore della giornata dentro la loro casa modesta. Lui, al mattino, con gli occhiali sul naso ed i gomiti puntati sopra al tavolo della cucina, legge ad alta voce l’immancabile quotidiano che gli ha comperato poco prima sua figlia, in modo da comunicare almeno le notizie più rilevanti anche alla moglie; … Continua a leggere

Appuntamento preciso.

  Carlo Cantoni è un insegnante di mezza età, poco conosciuto in paese, se non dai colleghi e dai genitori dei ragazzi a cui impartisce le sue lezioni. Riservato, taciturno, ha avuto la cattedra di letteratura italiana al liceo di quella cittadina appena tre anni addietro, dopo un passato di precariato svolto in altri piccoli centri fuori regione; e così … Continua a leggere

Inutile depressione.

  Certe sere dentro al circolo culturale “Victor Jara” non rimane nessuno, ed allora Sonja accosta la porta principale, spegne le luci generali, poi si siede alla scrivania nel suo piccolo ufficio sul retro, e riflette. Non ci sono molte cose da scartare nella sua giornata, però senz’altro sono tutte migliorabili. Lei ha rinunciato a sentirsi da sola come accadeva … Continua a leggere

Proposte non troppo ricercate.

  Ci sono persone a cui non interessa mai niente. “Va bene”, dicono con superficialità, “però in questo momento ho altro a cui pensare”, anche se di fatto non hanno proprio nulla di cui occuparsi. Ciondolano davanti ad un caffè e dicono giusto qualcosa a chi conoscono, dando già per scontate un sacco di cose. Poi camminano senza fretta lungo … Continua a leggere

Ragionamenti importanti.

  Sono già sufficienti pochi elementi per veder passare via in un lampo un’intera giornata. Qualcuno telefona, e spiega o recepisce qualcosa con calma; Sonja memorizza subito il da farsi, poi si concentra sulla documentazione, sul materiale disponibile, su quello che può mettere assieme, prendendo appunti, elaborando, dando seguito a fatti e impressioni, fino a quando si guarda attorno per … Continua a leggere

Rinnovato interesse.

  I suoi genitori adesso sono anziani; lei avrebbe voluto andarsene dalla loro casa quando era il momento giusto, ormai diverso tempo fa, ma in quegli anni giovanili purtroppo si sentiva troppo presa dalle cose di cui si occupava: la politica, innanzi tutto; e poi i convegni da organizzare per il circolo culturale, le letture da consigliare a tutti, i … Continua a leggere

Collettivo.

  Le solite facce, anche stasera, al circolo culturale “Victor Jara”. L’argomento di oggi gira attorno ad un vecchio militante scomparso da poco tempo, una persona del popolo, un uomo come potrebbe essere stato chiunque, che pur senza istruzione, o quasi, è riuscito a scrivere, pur tanti anni fa, un opuscolo breve, chiaro e conciso, nel quale riusciva a dire … Continua a leggere

Avanti comunque.

  Mio fratello gemello, come lo chiamo io: l’immagine di me dentro il piccolo specchio incorniciato che possiedo da sempre, che spesso mi ha aiutato nella mia solitudine, suggerendo comportamenti, idee, scelte; ormai si è fatto quasi un pensiero inerte, un semplice elemento della mia giornata che ancora resiste e che forse mi osserva sopra al piano di un mobile … Continua a leggere

Cambiamenti in corso.

  Mi hanno telefonato in questi giorni scorsi alcuni colleghi dall’ufficio, naturalmente anche per chiedere notizie sulla mia salute, ma soprattutto per avere qualche informazione aggiuntiva su quanto stavo portando avanti ultimamente sul mio posto di lavoro. Sembra, a detta loro, che presto sarò definitivamente sostituito, ed io sospetto che ci sia già una persona che abbia occupato il mio … Continua a leggere

Cambio di alcuni dettagli.

  Alle spalle della mia scrivania c’è un armadio metallico, grigio, pieno di faldoni cartacei sistemati abbastanza in ordine, la cui prosecuzione naturale in ordine alfabetico si ritrova addossata al muro direttamente sul pavimento, visto che non c’era più spazio, accatastata alla meglio nell’attesa di nuovi scaffali a sorreggerne il peso. Ogni tanto, nel lavoro corrente che mi viene consegnato … Continua a leggere

Doverose promesse.

  Le giornate ultimamente sono tutte identiche tra loro. I medesimi gesti, le solite cose, le esatte parole da usare con le stesse persone. Ogni momento praticamente è la fotocopia esatta di un altro momento del giorno appena trascorso, ma con minori dettagli in evidenza, una risoluzione già più grossolana, approssimativa. Fingo indifferenza di fronte alla noia, e cerco di … Continua a leggere

Quel che siamo.

  Durante questi giorni grigi in cui non succede proprio niente, mi sento un po’ giù di morale, quasi depresso. Persino rimanendo in casa come sempre, mentre giro nervosamente tra le stanze del mio piccolo appartamento, mi pare in questi casi di non essere a posto, anzi, quasi fuori luogo, e mi sembra praticamente che le pareti si avvicinino maggiormente … Continua a leggere

Indifferenza motivata.

  Ad iniziare proprio da oggi, mio fratello gemello ha deciso di accompagnarmi fino al lavoro, almeno qualche volta. Se ne sta fermo sul sedile del passeggero dentro la mia utilitaria, e lascia che io guidi la macchina da casa mia fino agli uffici della pubblica amministrazione, senza provocarmi alcun nervosismo, anzi, spingendomi alla calma, come non ci fosse mai … Continua a leggere

Possibilità quasi insperate.

  Impiego quasi un’ora per andare in ufficio a piedi. Però, in questo ultimo periodo, ho preferito spesso fare così, piuttosto che mettere in moto la mia utilitaria e farmi ancora prendere in giro dai colleghi, magari proprio mentre mi trovo nel parcheggio riservato a noi impiegati dell’amministrazione pubblica. Loro si comportano in questo modo giusto per farsi due risate … Continua a leggere

Prospettive limitate.

  Sono io, dico al mio fratello rientrando. Poi mi muovo dentro la stanza per cercare qualcosa di cui non ho una memoria precisa, ma che so essere nascosto in uno degli angoli, anche se adesso non so ricordare quale sia. È come se precedentemente, in uno stato come di forte dormiveglia, avessi sistemato rapidamente le mie cose in diversi … Continua a leggere