Certamente benvenuto.

 

“Eccomi qua”, dice lui con un sorriso, mentre sta sopraggiungendo davanti all’entrata del circolo culturale “Victor jara”, nello stesso esatto momento in cui Sonja, con la testa persa come sempre dietro a tutti i suoi pensieri, si fa sulla porta per entrare. “Bentrovato”, gli fa lei con un leggero moto di sorpresa; “immagino che oggi sia arrivato fino qui per tesserarti”, gli chiede. “Certamente”, risponde subito lui, “in fondo non chiedo di meglio che passare qualche serata qua dentro a discutere di sociologia e di politica”. Anche lei gli sorride, poi apre la porta vetrata con le proprie chiavi e lo fa accomodare all’interno. “Comunque stiamo pensando di mettere in pista nei prossimi tempi anche delle cose un pochino più leggere: qualche serata di canzoni, un piccolo spettacolo teatrale, addirittura delle prove di ballo impartite da un vero maestro della disciplina”. “Bene”, fa lui, “mi sembrano degli ottimi propositi”.

Giunge un gruppetto di soci del circolo, alcuni sinceri affezionati che si fanno vedere là dentro praticamente ogni pomeriggio, impegnandosi generalmente per dare una mano, ad esempio,  con le locandine e i manifesti da affiggere, e che adesso entrano subito nella sala principale e salutano cortesemente loro due. “Possiamo andarcene a prendere un caffè nel locale di fronte”, dice lei sottovoce; così lui annuisce e in un attimo escono sulla strada. “Mi piace il clima che si respira attorno al tuo circolo”, fa lui; “c’è un’aria positiva, una voglia di fare, la sensazione che tutto sia possibile se soltanto lo si vuole”. “Forse”, fa lei, “però nel dettaglio le cose non sono così semplici, e c’è sempre bisogno dell’impegno di tutti per far funzionare al meglio le cose”.

Poi si siedono ad un tavolino del bar, si fanno portare i due caffè, ed intanto lei continua a sorridere guardandosi attorno, salutando qualche persona presente dentro al locale. “Tutti ti conoscono”, dice lui, “e tutti quanti ti rispettano, anche se probabilmente non hanno le tue stesse idee politiche, o i tuoi ideali”. “Questo è vero”, dice Sonja, “però quando quello che fai viene portato avanti con passione e correttezza, le persone prima o dopo se ne accorgono, ed allora non possono far altro che usare dei riguardi nei tuoi confronti”. Carlo si sente sciolto quando sta con lei, non come quando si trova con le sue colleghe insegnanti che dentro la scuola lo spingono a mostrarsi sostanzialmente rigido nel suo compito, ed anche estremamente riflessivo in tutto ciò che fa e che dice, preoccupandosi solo delle opinioni che possono formarsi nei suoi confronti.

Sonja porta con sé una ventata di spirito e di intelligenza, qualcosa che non è facile avvertire negli individui, almeno ultimamente. “Ho persino qualche idea da suggerirti”, dice lui con serietà; “niente di stravagante, qualcosa che forse, e naturalmente se ti va, può essere sviluppata facilmente dentro al tuo circolo. Sonja gli sorride, si rende conto che lui è proprio nella posizione di aiutare davvero il “Victor Jara”, ma non per questo desidera farlo sentire nell’obbligo di impegnarsi in qualche cosa; anzi, come per tutti coloro che si prestano ad ogni attività, vuole assolutamente metterlo in condizioni di sentirsi libero di scegliere, prendendo autonomamente ogni decisione. “Nel tuo circolo potrei aprire un doposcuola, al pomeriggio, almeno per le materie che conosco”, dice lui; “ed invitare magari qualche collega a fare lo stesso fino a coprire ogni materia del liceo. Ci sono ragazzi che rimangono indietro per tante ragioni diverse, certe volte del tutto incolpevolmente; aiutarli potrebbe essere fondamentale per la loro crescita, sia psicologica che intellettuale. E poi levarli dalla strada può essere un vantaggio per tutta questa città”. Lei lo guarda, gli sorride, annuisce; sorseggia il suo caffè, poi dice soltanto: “certamente, sei il benvenuto”.

Bruno Magnolfi

Certamente benvenuto.ultima modifica: 2019-10-29T20:50:02+01:00da magnonove
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