L’assurda ragione.

                         Lui cammina in silenzio. I suoi passi sono cadenzati, monotoni, le sue mani sprofondate dentro le tasche, il viso protetto dal bavero della giacca. Alcune persone per strada lo sfiorano camminando in senso contrario, altre lo notano per la sua aria assorta, i suoi pensieri forse persi dietro qualcosa di irraggiungibile. Poi entra … Continua a leggere

La danza di corteggiamento del niente.

                         Oltre il raggio d’azione di questa lampadina elettrica perennemente accesa ad illuminare il piano del mio tavolo, c’è soltanto l’oscurità, un buio talmente denso, compatto ed omogeneo, da potersi paragonare ad un nulla assoluto. Dispongo in ordine sul tavolo i piccoli oggetti a cui sono maggiormente legato: un vecchio temperino, due penne di … Continua a leggere

Distanza di sicurezza

                          Ero entrato nel piccolo appartamento alle spalle di quella signora che neppure conoscevo, ma alla quale avevo spiegato, con poche parole pronunciate sottovoce sulla porta, di essere un amico del figlio, e di avere notizie di lui. Ristagnava un vago odore di minestra nell’aria, e forse di chiuso e di mobili vecchi. Ero … Continua a leggere

Chiuso dentro un pensiero.

                         Era uscito dal locale quasi con stizza. Aveva perduto a carte, anche se questo in fondo non era particolarmente importante. Però non era riuscito ad essere il giocatore di sempre, spiritoso, brillante, di compagnia. Si era lasciato andare anche ad un piccolo sfogo contro la sfortuna che secondo il suo parere lo aveva … Continua a leggere

Stretta dai sogni.

                         E’ soltanto il risveglio il vero problema. Io dormo e sogno, ed il mio mondo in questa fase meraviglia per la sua ricchezza. La donna in genere inizia la sua giornata per automatismi, assaporando a volte, insieme alla consapevolezza del giorno reale, il gusto residuo che certe volte trattiene del suo assopimento. Qualche … Continua a leggere

L’uomo contemporaneo, 2.

            Lui era entrato al caffè-lunch poco prima delle quattordici, ora di punta per quella tipologia di locale inserito in un contesto da quartiere dirigenziale di tipo avanzato. L’interno era giocato sostanzialmente sulla superficie di tre materiali: legno di ciliegio, acciaio inox con forme spigolose e taglienti, e soprattutto ritagli di specchi inseriti in ogni … Continua a leggere

L’uomo contemporaneo, 1.

    Per un attimo mi ero specchiato nei vetri lucidi della finestra, muovendomi lentamente ora in avanti ed ora indietro nell’ufficio, ma non avevo propriamente guardato fuori, piuttosto avevo avuto come la sensazione che fosse il fuori ad osservarmi. Poi avevo parlato per brevi monosillabi ai miei collaboratori vagamente imbarazzati, che continuavo a tenere ancora inchiodati di fronte a … Continua a leggere

L’incognita.

                       Sono una sciocca, riflette Laura mentre torna casa, dopo il lavoro. Me ne vado, le aveva detto lui la sera prima, dopo l’ennesima litigata su cose futili. Lo ha già detto chissà quante altre volte, pensa adesso lei, con un sorriso. E’ una sua caratteristica, quella di volersi sentire sempre libero di fare, di … Continua a leggere

Il collezionista

                        Sono un collezionista, inutile negarlo. Ho memorizzato i gesti, le espressioni, i modi di comportarsi e di parlare di decine di persone, e le ho condensati dentro di me, restituendo quasi inconsapevolmente, in ogni momento della mia giornata, una raccolta completa di tutto questo mio lavoro. In tanti anni ho sempre cercato di … Continua a leggere

La verità in un attimo.

                         Il ragazzo guarda attorno a sé, cerca qualcosa o qualcuno che lo faccia momentaneamente sentire un po’ meno solo; finge di cercare qualcosa di necessario dentro una tasca della sua giacca, poi attraversa la strada e va a sedersi su una panchina del piccolo spazio verde ricavato in mezzo alle case. Forse gli … Continua a leggere

La notte in città

                         Allungo una mano nel buio insonne della mia camera. Avverto il vuoto, e l’aria ferma, assieme a quel senso di protezione e di silenzio dato dalle pareti mentre racchiudono lo spazio finito di questa stanza. Mi metto seduto sul bordo del letto, non mi interessa neppure sapere che ore siano, mi basta immaginarmi … Continua a leggere

Un saluto frettoloso.

                        Forse, in tanti anni, ho soltanto cercato delle varianti, degli argomenti alternativi, delle possibilità differenti, che mi permettessero di non vedere quello che ero veramente, pensa Ernst; e tutto questo almeno fino a quando non ho conosciuto te, che mi hai fatto scoprire, soltanto con uno sguardo, la semplice umanità da cui ero … Continua a leggere