Un bel posto

La prima volta Federica non ne era stata neanche consapevole. Abitava con i suoi genitori in una casa grande e vecchia, a metà tra la periferia e la campagna, e da lì percorreva circa un chilometro di strada alberata, bianca e sassosa, prima di arrivare alla via principale. Da quando aveva compiuto gli anni per andarsene in giro da sola, … Continua a leggere

La moto bianca

La strada all’imbocco del paese faceva una curva larga, molto larga, che iniziava davanti ad un bar e proseguiva per un po’ fino ad immettere su un drittone in mezzo alle case. Ormai era notte fonda, e anche il bar aveva chiuso alle spalle di quella decina di ragazzi che ancora avevano voglia di ridere e di giocare. Era stato … Continua a leggere

L’uomo di casa

Era da quando aveva compiuto otto anni che la nonna aveva iniziato a rivolgersi a lui dicendo: “ecco il mio ometto…”; oppure: “eccolo qua il nostro uomo di casa…”; e Robertino quelle volte si era sentito ancora più timido di come era davvero, non all’altezza, tanto da arrossire e abbassare i suoi occhi, nonostante gli piacesse da matti sentirsi grande, … Continua a leggere

Il sorriso di carla

Carla sorrideva. Qualche volta avevo cercato di parlare con lei per spiegarle qualcosa, o farle qualche domanda. Lei mi guardava per istanti lunghissimi, diceva qualcosa di vago, poi riprendeva a sorridere. Sapevo bene che lei comprendeva tutto quello che cercavo di dirle. Ma quello era il suo solo modo di tenersi distante da tutto. Le avevano amputato una gamba per … Continua a leggere

Come un fiume.

                         Il giorno in cui decisi di entrare in clandestinità, i carabinieri mi stavano ormai cercando da tutte le parti. L’unica possibilità che mi era rimasta era quella di comprare in fretta al mercato nero dei documenti fasulli e cambiare immediatamente città. Gli amici mi avevano fatto capire che dovevo sparire, tenermi fuori dal … Continua a leggere

Il male

Iniziai con un sottile dolore a una gamba, in una zona appena sopra al ginocchio. Passarono i giorni ma quel penetrante dolore non voleva passare. Concentrai i miei pensieri proprio intorno a quel male, per parecchie sere, da solo, in silenzio. Infine scomparve. Poco tempo più tardi, una sensazione di affaticamento perenne iniziò a farsi sentire dentro al mio addome, … Continua a leggere

Il voto disperso

Non c’erano molte persone al comizio. Come in tutti i giorni passati, d’altronde, durante tutti gli altri comizi di quella campagna noiosa e monotona. Non c’era proprio niente da meravigliarsi, la mia lista attirava poco interesse, tutto qua. Gli argomenti del discorso da tenere ogni giorno erano i soliti, io cercavo sempre di cambiare un po’ le parole, ma spesse … Continua a leggere

L’uomo a fumetti (per Claudio Lolli)

Il disegnatore di fumetti generalmente partiva da un personaggio per poi costruirci attorno una storia. Era sufficiente che ne disegnasse il viso, i capelli, i vestiti, le mani, il resto veniva quasi da sé. Tutto dipendeva da pochi dettagli: stilizzava un’espressione, un gesto, la posizione, e poi tutto cominciava a ruotare, a prendere forma, come se il suo personaggio uscisse … Continua a leggere

Solo una rosa

Vendere fiori non sempre era semplice. Si doveva avere un sorriso per tutti, come il commercio al dettaglio spesso richiede, però c’erano anche clienti che portavano i fiori sopra a una tomba, altri che invece omaggiavano i vivi, che facevano la corte a una donna, c’era chi festeggiava una nascita, o chi andava a una festa per un compleanno, e … Continua a leggere

Incontrarsi (seconda parte)

La donna si era avvicinata al cancello di ingresso, l’aveva socchiuso con un gesto esauriente di invito a raggiungerla sul vialetto di pietre che serpeggiando sull’erba portava fino alla sua casa, poi, senza guardarmi, mi aveva ringraziato di essere passato da lì, e senza mezze misure mi aveva chiesto se avevo voglia di occuparmi di quel suo giardino. Mi aveva … Continua a leggere

Rosi e nient’altro

Avevamo trascorso un lungo periodo cercando lo scopo e le soluzioni da definire. La direzione strategica poi mi aveva assegnato a quella città del Nord, e di quei compagni iniziali con i quali avevo trascorso i primi tempi di clandestinità non avevo avuto più alcuna notizia. Eravamo tre adesso, e ci si era conosciuti nello snodo della metropolitana, un posto pieno … Continua a leggere

Incontrarsi (prima parte)

Quella bettola era l’unico posto, in mezzo a quel grumo di case nettamente separate tra loro dalla strada provinciale che solo in quel punto correva rettilinea e pianeggiante subito prima di affrontare le curve della collina, dove si poteva far passare un po’ il tempo senza sentirsi troppo oppressi dal gioco perverso della solitudine. Avevo ormai sessant’anni, poche illusioni, vivevo … Continua a leggere

La natura perduta

Dalla cima della collina non si vedeva un gran panorama, giusto il paese lungo la strada che si snodava su un fianco, con i suoi tetti rossicci, e alcune altre colline grigie e sfumate proprio davanti. Però il senso di libertà che si respirava là sopra, lui non avrebbe proprio saputo dove altro trovarlo, e questo concetto era quello che … Continua a leggere

Un vecchio senza nome

La sua infanzia per strada se la ricordava costellata di piccoli, scuri, insignificanti, uomini anziani, lenti e silenziosi, che abitavano in qualche casa lungo la strada dove abitava anche lui. Da ragazzi, quando giocavano a pallone nella polvere di un campetto sterrato poco distante, quei vecchietti guardavano, ma senza un grande interesse, girellando attorno come evitando di dare noia, abbozzando … Continua a leggere

Assemblea

I primi dissensi sugli argomenti di fondo si manifestarono quando qualcuno disse tra i denti che così non si sarebbe andati lontano. Le ultime riunioni erano scivolate via in modo tranquillo ma probabilmente era stata soltanto calma apparente. La sostanza cambiò durante l’ultima assemblea generale. “In questa associazione trovo che ormai l’interesse individuale abbia soppiantato quello pubblico”, disse uno appena … Continua a leggere

Il mondo magico

Si sentiva un ronzio sordo nell’aria, come se un motore nascosto, o una fonte energetica di natura diversa, dislocata chissà dove, paragonabile ad un cuore pulsante, imprimesse vita e calore a tutto il teatro. Si allestivano le scenografie per una commedia, quella mattina, e qualcuno che si teneva ai piedi del palco continuava con sicurezza di sé a dirigere gli … Continua a leggere

La musica dentro

Il senso di oppressione non mi aveva mai abbandonato. Continuavo dappertutto a vedere quei fogli di carta, quei registri, quei fascicoli ordinati per numero, le bianche superfici di ogni pagina con su le colonne di dati, di cifre, di segni, di elementi minuti riportati con pazienza infinita sotto forme quasi geometriche, con le lettere delle parole debitamente contate e sistemate … Continua a leggere

Corsa insensata

L’uomo era ormai senza fiato. Aveva corso come un pazzo lungo la spiaggia dietro all’idea che lo avessero fregato di nuovo. Aveva corso dei rischi pazzeschi per portare quella partita di cocaina grezza fin lì: non era il suo campo, anzi, gli rivoltava lo stomaco far cose del genere. Ma i creditori lo tallonavano e lui non aveva trovato di … Continua a leggere

Le separazioni del caso

Ho sempre avuto una innata predilezione ad immaginare i pensieri degli altri. Non ci vuole molto, mi dicevo alcune volte, basta osservare i gesti, l’espressione di chi sta parlando, le cose che dice e come le dice, e il resto spesso vien fuori da sé. Eravamo andati ad ascoltare una band, io e la Paola. Era una sera d’estate, io … Continua a leggere

Il tempo a frutto

A lei bastava star lì, sopra una sedia, a pensare. Aveva sempre avuto talmente tante cose sulle quali riflettere, che il tempo, praticamente, non le era mai stato sufficiente per farlo, e tante volte che si era trovata a decidere qualcosa, lo aveva dovuto fare senza neanche pensarci un po’ su. Prendersi adesso un intero periodo durante il quale occuparsi … Continua a leggere