Quasi niente. (Pausa n. 1).

                        Nella mia stanza non c’è niente che sia fuori posto. Mi volto, osservo le pareti bianche della stanza, il lampadario al centro del soffitto, tutti gli oggetti al loro posto, poi torno a guardare fuori dai vetri di questa mia finestra. Di fronte c’è soltanto il muro grigio di un caseggiato del quartiere, … Continua a leggere

Una ragione per parlare.

                         Non riesco a comprendere il motivo che ti porta a chiedermi una cosa del genere, aveva detto Alessio senza scomporsi. Carlo aveva osservato l’amico, e forse aveva avuto voglia di atteggiare la sua faccia ad un debole sorriso, ma non lo fece, limitandosi come a prendere tempo muovendosi lentamente dentro la stanza, fino … Continua a leggere

Oltre i pensieri.

                        Sto seduto nella mia cella, su questa piccola panca di legno senza schienale, mentre il tempo stilla lentamente l’espiazione dei miei presunti peccati. Certe volte ripenso ai miei errori, ma non ne trovo mai di fondamentali, se non quest’essermi lasciato andare a vivere come tutti gli altri, senza scelte precise ritagliate intorno alla … Continua a leggere

Qualcosa da riconoscere.

                         Credo sia oggi la giornata giusta, pensa Germano come ogni mattina mentre siede dentro al vagone per passeggeri pendolari. I miei ricettori sono alzati, resto attento perfino ai più piccoli dettagli, e sono convinto che mi sembrerà addirittura naturale accorgermi della realtà quando le cose inizieranno a filare nella maniera giusta, e tutto … Continua a leggere

Propositi di futuro.

                         In questa maniera non credo sia più possibile andare avanti, pensa lui osservando la donna. Nel piccolo negozio di articoli casalinghi non c’è nessun altro, solo lei, immobile come sempre, seduta dietro la cassa mentre legge qualcosa su una rivista illustrata. L’uomo sistema sopra gli scaffali alcuni oggetti, ma gli pare attorno a … Continua a leggere

Rinuncia del domani.

                          Mi sento stanco, praticamente provo quasi la nausea, dice Umberto sottovoce; è qualche tempo che cerco di riflettere su ciò che possa aver determinato questa mia condizione persistente, ma non riesco neppure minimamente a comprendere che diamine possa essere stato. Capita, dice Sandro con una leggera aria di sufficienza; non c’è da … Continua a leggere

Ultima annotazione.

                         Nella stanza adiacente a questa cameretta dove mi tengono relegato, chiuso a chiave ogni volta che qualcuno di loro esce dall’appartamento per qualche commissione, sono sicuro che in questo momento stanno parlando di me, di come giorno per giorno stia diventando sempre più un problema, e del peso che rappresento per chi, come … Continua a leggere

Urgenza di cambiamento.

                         Ormai avevo deciso: da quel momento in avanti avrei usato una maggiore precisione nel tenere a memoria nomi, luoghi, situazioni e fatti. Si trattava di una variazione di comportamento del tutto epocale per me, abituato da sempre come ero, ad atteggiarmi in modo pressappochista, persino superficiale certe volte, e in qualche caso addirittura … Continua a leggere

Neppure un sorriso.

                         Una donna osserva un uomo sull’autobus. Ambedue stanno in piedi, con il braccio sollevato ad impugnare il sostegno. La vettura pubblica lascia sobbalzare le sospensioni scariche sulle irregolarità dell’asfalto, i viaggiatori ondeggiano alle curve e tremano seguendo ogni movimento della macchina. Lei finge di guardare qualcosa dal finestrino, lui finge di non essere … Continua a leggere

Strumento del demonio.

            La prima volta che accadde, dottore, fu molti anni fa; ero ancora un ragazzino che non voleva studiare, mio padre era vivo, e prima dell’inizio della sua lunga malattia mi aveva trovato un lavoro, niente di speciale: andavo ad aiutare una signora in età un po’ avanzata al suo negozio di frutta e verdura … Continua a leggere