Il degrado nella luce del giorno.

Si parlava di niente, si scherzava, qualcuno faceva il verso ad un altro, poi tutti ridevano. Non c’era niente di male, si passava un’oretta così, fuori dal bar, seduti sul muro alla fine del marciapiede, o appoggiati ad uno degli alberi al bordo del viale. Il resto della giornata era ordinario, inzuppato della normalità più noiosa, ma la fine del … Continua a leggere

Soltanto questa può essere vita.

  “In fondo non ritengo di avere bisogno degli altri, almeno di quelli con cui non trovo alcuna somiglianza; e invece coloro che potrebbero essere davvero come me, o avvicinarsi molto ai miei modi di essere e di pensare, mi incutono paura, credo sia meglio sfuggirli”. Mi sono stancato di me stesso, ho riflettuto in un attimo di particolare agitazione. … Continua a leggere

Al bordo del mondo.

L’appuntamento era fissato in una larga piazzola panoramica accanto alla strada provinciale, subito fuori città, all’apice di una bassa collina; vi si trovavano alcune panchine di legno dove era possibile sedersi ad osservare un pezzo di aperta campagna, nelle giornate di sole, ed era bello attardarsi là sopra, come se il tempo perdesse di consistenza, limitandosi a far calare la … Continua a leggere

Pensieri di vento (estratto di un romanzo inedito).

Forse non potrebbe essere diversamente, penso, mentre continuo a camminare nel vento gelido che mi scompiglia i capelli. Non è affatto un problema di solitudine, dico tra me, ma soltanto il rendersi conto che molte cose non si possono affatto spiegare; intuire magari, averne una percezione immediata e inspiegabile, penso, ma se si mettono in mezzo le nostre amate parole, … Continua a leggere

Ora di pranzo per una bella signora.

  Lei aveva bevuto un piccolo sorso di vino rosso dal calice, poi si era toccata leggermente le labbra con il tovagliolo, infine aveva guardato qualcosa fuori dal finestrone, in fondo alla vasta sala da pranzo. Non erano rimasti in molti nel ristorante, oltre loro soltanto due tavolate di famiglie complete di bambini e di persone anziane, dall’altra parte del … Continua a leggere

Le speranze di sempre.

Il gruppo dei ragazzi si era sistemato in un angolo della piazzetta, alcuni rimanevano seduti sopra i gradini davanti alla chiesa, altri erano in piedi, lì accanto. Parlavano con calma delle loro cose, scherzavano, ma pacatamente, senza urlare, mentre l’ora pomeridiana era quella in cui la luce del giorno inizia lentamente a svanire, anche se ancora i lampioni non erano … Continua a leggere

Il sorriso delle bambine.

Adesso stiamo tutti in silenzio mentre il motore della macchina di papà sembra il lamento monotono di un animale domato. Guardo dal finestrino le case, la campagna, gli alberi, mentre fuori continua a piovere e le gocce d’acqua scivolano giù lungo il vetro, a pochi centimetri dal mio naso. Io e mia sorella come sempre stiamo sistemate sui sedili di … Continua a leggere

Il pensiero di una mattina qualsiasi.

Stamani mi sono svegliato come ogni mattina, alla stessa ora di sempre, ritrovandomi quasi nella stessa posizione di ogni giorno. Non mi sono meravigliato, in fondo non c’era proprio nulla di cui meravigliarsi, anche perché davanti a me non avevo alcuna altra possibilità se non quella di compiere i soliti gesti usuali di ogni giorno. Muovendomi lentamente ed evitando di … Continua a leggere

(Profilo n. 6). Quasi oltre le case.

Un uomo cammina per strada, si guarda attorno, indubbiamente non ha alcuna fretta, tiene le mani sprofondate dentro le tasche di un soprabito logoro, mentre nelle sue idee tutto di quella strada cittadina appare indifferente ai suoi passi. Ci sono persone che lo incrociano, alcuni lo sfiorano, qualcuno forse lo nota, vestito malmesso com’è. Un signore vestito in maniera elegante … Continua a leggere

Contro l’ingiustizia.

Quelle prime luci dell’alba apparivano tenere e definite sotto gli alberi, mentre la piccola barca a remi scivolava leggera sopra l’acqua verde di quel fiume, davanti agli occhi attenti del ragazzo riparato dai cespugli, curioso delle piccole onde che lentamente andavano formandosi. L’uomo remava, attento a rispettare il silenzio della natura: il suo abbigliamento era di tipo mimetico, il fucile … Continua a leggere

Laboratorio teatrale, lungo la strada.

La finestra è chiusa, come sempre, ma scostando appena la tendina riesco a scorgere la strada, con il marciapiede di fronte e i due negozi che si aprono lì, uno di generi alimentari e l’altro di ferramenta. Passano di fronte a me le persone di tutto il quartiere, qualcuno lo conosco, altri no; acquistano il pane o una scatola di … Continua a leggere

Scena n. 11. Stupide illusioni.

A piccoli passi, in una luce morbida e calda, con un paio di scarpine celesti, giunge sul palcoscenico una bambola dal largo vestito di pizzo, un delizioso cappellino, il viso di meravigliosa porcellana, con grandi occhi brillanti e labbra rosse; si ferma al centro della scena, accenna un saluto, resta immobile e in silenzio per un attimo, poi dice: ero … Continua a leggere

Per non dimenticare un amico.

In genere ci vedevamo un paio di volte la settimana. Non perché lo avessimo mai deciso, ma solo per consuetudine, perché in qualche maniera ci eravamo resi conto che andava bene in quel modo, o meglio: perché non ci saremmo mai sopportati a vicenda frequentandoci più assiduamente, e sapevamo che vederci più spesso non avrebbe avuto assolutamente alcun senso. Lo … Continua a leggere

La mia semplice deludente natura.

Stavo là, al margine di qualcosa, senza sentirmi attratto da nulla che non fosse quella foschia leggera attraverso cui vedevo ogni cosa, una volta uscito alla sera dal solito bar. In fondo non facevo niente di male se non a me stesso, pensavo, ma pur essendo convinto che dovessi finirla, un giorno a l’altro, di bere in quella maniera smodata, … Continua a leggere

Sul mare coperto di nuvole.

  Il lungomare era il solito, l’acqua appariva grigia in autunno, quando il cielo era coperto di nuvole come in quel giorno. Inutile cercare di farsi portar via dai richiami di qualche gabbiano che batteva le ali svogliatamente poco distante dal largo marciapiede. Tutto sembrava come immobile, inutile, senza prospettiva, e un’ombra di tristezza si allungava sulla città e sul … Continua a leggere

Viaggio oscuro nella propria città.

Avevo la febbre quel giorno, e la mia faccia doveva avere un’espressione contorta mentre continuavo a ridere nervosamente senza motivo. Restavo alla fermata, in attesa, come gli altri, sicuro che tutti là attorno mi osservassero come si osserva un pazzoide. Non mi importava, neanche io sapevo che cosa stessi facendo, e neppure dove dovessi recarmi, però mi stringevo dentro alle … Continua a leggere

Per le violette fiorite.

La casa era silenziosa a quell’ora, la lampada bassa diffondeva nella stanza una luce calda, lei stava seduta sulla sua poltrona preferita, e scorreva le parole delle pagine di un libro, un romanzo che aveva già letto molti anni prima. Le piaceva rivedere le cose che le erano piaciute durante la sua gioventù, era un po’ come ritrovare anche qualcosa … Continua a leggere

(Profilo n. 5). Nessuna socialità.

Era fin dalla mattina che non stavo bene. In ufficio non era capitato niente di nuovo, avevo sbrigato le solite cose come ogni giorno, avevo scambiato anche qualche parola con i colleghi, niente di speciale, i soliti apprezzamenti e le solite battute scherzose. Una volta tornato a casa con la mia macchina, avevo notato come tutte le cose fossero rimaste … Continua a leggere

Pianto di noia.

Lei stava seduta, una rivista aperta davanti agli occhi, fingeva di leggere, o forse scorreva le righe ma senza interesse, riflettendo di fatto sugli accadimenti di quegli ultimi giorni, che avevano visto alcune discussioni animate. Da dietro le tende appena scostate le due grandi finestre della stanza mostravano una bella giornata, e una luce diffusa, piacevole e calda, arrivava da … Continua a leggere

(Profilo n. 4). Soltanto abitudini.

C’è un vecchio che vedo ogni giorno; lui, subito dopo l’ora di pranzo, si piazza con la sedia davanti al suo uscio di casa, e sta lì, sfoglia qualche rivista illustrata o legge qualche pagina di un libro, godendosi l’aria aperta ed il sole. Io gli passo davanti, lo guardo, mi sembra un vecchio noioso, pieno di ugge e abitudini, … Continua a leggere

Legato ad uno sguardo.

Quasi ogni giorno vengo qui, da ormai un po’ di tempo, come per dar seguito a un appuntamento preciso, sempre alla medesima ora, al pomeriggio; scelgo un tavolino del bar tra quelli vicini alle vetrate lungo la strada, all’incirca sempre lo stesso, e mi siedo, come ad attendere qualcosa. Dal cameriere mi lascio servire un caffè, certe volte sfoglio un … Continua a leggere

Dentro la pietra (in margine a -Bionda, naturalmente-).

Le cose a volte galleggiano sulla superficie dell’acqua, si muovono lentamente spinte da una leggerissima brezza. Non ha alcun senso preoccuparsi della direzione che possono prendere, la loro natura è di andare, restare in balia di elementi fuori dal nostro controllo, senza che nulla possa cambiare questa semplice condizione. Nella clinica psichiatrica la donna osservava una pietra sul muro di … Continua a leggere

Il margine di un solo pensiero.

Forse è tutto inutile. Sto qua, sopra questa panchina al margine del viale, e osservo la gente che passa a piedi lungo l’ampio marciapiede, per andarsene in fretta chissà dove. Le auto continuano a rincorrersi lungo la carreggiata, e gli alberi intorno a me sembrano immobili, pazienti, quasi rassegnati. Non soffro di solitudine, mi piace stare qui a vedere gli … Continua a leggere

La muffa, sulle risate.

Vorrei tanto non essere mai nata in questo vicolo, in questo posto da derelitti, dove si respira soltanto aria umida, con la vita che va avanti tra le grida che arrivano dalle finestre delle case scalcinate di fronte, e le parole che nessuno vorrebbe mai sentir dire, giù nella strada, quando i soliti scansafatiche si scambiano insulti o anche peggio, … Continua a leggere

Piccole ordinarie abitudini.

Il signor Cesare e sua moglie uscirono di casa per tempo, in modo da avere la possibilità di cercare con calma la strada e la casa dove abitavano i coniugi Bangi, naturalmente in base alle indicazioni che gli avevano fornito quei due nuovi amici, parcheggiare l’automobile con calma, e suonare il campanello all’ora convenuta per il loro appuntamento. Si erano … Continua a leggere

(Profilo n. 3). Un dito sporco.

    Certe volte, prima ancora che tutti si spieghino, che trovino le parole per dirmi ciò che hanno pensato, io sento che le loro cose le conosco già, come se avessi già sentito i loro discorsi, e non avessi bisogno di altro. Non guardo mai in faccia nessuno, quando mi parlano, non ne ho alcun bisogno; loro dicono qualcosa, … Continua a leggere

Qualcuno già conosciuto

La ragazza si chiamava Caterina, e quel mattino si era recata alla stazione degli autobus, aveva brevemente osservato il tabellone delle partenze, e infine era andata a sedersi nella sala d’attesa. Accanto a dove lei si trovava, due signore parlavano sottovoce di qualcosa, di altre persone che loro due, scambiandosi con convinzione le proprie opinioni, mostravano di conoscere bene, tanto … Continua a leggere