Gita di piacere.

La stanza d’albergo è veramente piccola, ed arredata in modo a dir poco casuale, quasi sgarbatamente, con un’unica finestra che concede la vista soltanto sulla facciata di un condominio anonimo che rimane di fronte, a pochi metri, senza lasciare praticamente alcuna altra visuale. A lei però non importa proprio niente, appena arrivata ha già disfatto quasi completamente la sua valigia, … Continua a leggere

Davanti agli occhi.

La macchia sopra al muro tende ad espandersi, praticamente ne sono certo. Anzi, sono sicuro che  in questo momento è senz’altro molto più grande di qualche tempo fa, anche se adesso sembra costituita solamente da una leggera ombreggiatura, evidenziandosi come una chiazza leggermente scura ed omogenea, che però dimostra, almeno secondo me, quanto qualcosa di vivo e di vegeto stia … Continua a leggere

Anonimo avversario.

Fuori dalla macchina, sulla piazzola sterrata lungo la strada provinciale, c’è soltanto il buio della tarda serata e qualche albero spelacchiato intorno, poi più niente. Alberto inizialmente si è fermato un attimo, giusto qualche minuto per ascoltare il silenzio della serata a motore spento e fumarsi una delle sue sigarette in santa pace. Ma la sua auto subito dopo non … Continua a leggere

Caffè pagato.

Lei non guarda mai nessuno negli occhi. Cammina, tira dritto, non si sofferma in nessun caso a guardare chi si trova di fronte. Forse la sua è soltanto timidezza, dice qualcuno che la conosce giusto di vista, proprio perché magari gli è capitato di vederla passare una volta o due lungo la strada che a lei piace percorrere per recarsi … Continua a leggere

Incomprensibilmente.

Di lei, osservandola in un momento qualsiasi della giornata, sembra di non poter riuscire quasi mai ad immaginare esattamente quale sarà il suo comportamento appena un attimo dopo. La guardi certe volte e ti pare triste, quando poi sai che le basta magari ascoltare qualche parola di un impiegato nel corridoio degli uffici, ed eccola irrompere nell’aria con una delle … Continua a leggere

Strana coppia.

Si sono seduti a tavola, infine, questi nostri amici, mentre io e mia moglie cercavamo di inventarci delle piccole battute di spirito tanto per riempire i vuoti e tentare di rompere quella sottile tensione che nonostante tutto ci sembrava a tratti di avvertire. Vicini di casa, arrivati da poco in città ed almeno apparentemente entusiasti di qualsiasi elemento nuovo da … Continua a leggere

Dietro la porta.

Se rimango vicino ad una porta non può accadermi niente. Con grande semplicità è la mia via di fuga, la possibilità che ho di andarmene, filarmene altrove esattamente quando lo voglio. Non sopporto che qualcuno mi guardi, che si sbircino le mie espressioni, oppure i miei modi di starmene qui. Socchiudo la porta, mi sposto, guardo a terra: nessuno può … Continua a leggere

Quasi volutamente estraneo.

Forse, rifletteva Cesare Bonini, forse ci riesco. Non era troppo difficile, si trattava soltanto di impegnarsi un po’ di più fino ad arrivare in cima alla salita, tanto per fare un minimo di allenamento. Sono piccoli sforzi, questi, è sufficiente convincersi di esserne capaci, pensava, il resto poi è soltanto una sciocchezza. Invece era crollato, Cesare Bonini, senza più fiato … Continua a leggere

Risoluzioni d’ansie.

No, dice lei con indifferenza guardando altrove. La serata su quella grande terrazza del caffè all’aperto appare magnifica, gli alberi attorno muovono leggermente le foglie, la musica è morbida, la luce dei lampioncini e delle candele sui tavoli perfetta, calda e rilassante. Lui cerca di sorridere, pur con un certo sforzo, poi con la mano fa un gesto nell’aria ancora … Continua a leggere

Irripetibile documentario.

Osservo il profilo delle colline, poi guardo il tuo viso, e trovo una meravigliosa continuità che non so neppure spiegarmi. Tu dici qualcosa, io sorrido, mi verso ancora un dito di vino, infine sottovoce pronuncio parole che cercano di chiarire in qualche maniera tutto questo mio pensiero così difficile da descrivere. Però ti alzi dal tavolo dove abbiamo appena cenato, … Continua a leggere

Sodalizio insano.

Marta e Simone si vedono quasi ogni pomeriggio, dentro al solito bar di quartiere. Trascorrono là dentro un bel po’ di tempo, seduti ai tavolini di plastica della saletta sul retro, insieme a tutti gli altri ragazzi della loro comitiva. Si guardano, spesso si sorridono, certe volte appaiono persino ridicoli, anche se loro lo sanno perfettamente; ma è soltanto in … Continua a leggere

Giornate ordinarie.

Ecco, escono insieme da casa, come sempre a quest’ora peraltro. Lui sicuramente pensa che forse ha indossato una giacca troppo pesante, considerata la temperatura mite di questa metà pomeriggio, lei muove le labbra per dirgli che sicuramente si è vestito in maniera troppo pesante per il clima che è. Si guardano attorno, danno ambedue una lunga occhiata in tutte le … Continua a leggere

Alla moda del nuovo chef.

Devo impegnarmi a fondo per essere maggiormente determinato, pensa Gino durante quel primo giorno in cui deve affrontare la sua nuova occupazione come cuoco del ristorante “Il pepe rosa”. Gli hanno detto che non è facile andare d’accordo con il resto del personale che in quel locale ci lavora già da anni; e magari, immagina Gino, proprio per questo il … Continua a leggere

Diversamente convenzionali.

Alla fine, dopo innegabile incertezza, lui si è seduto alla lunga tavola cerimoniale scegliendo un posto qualsiasi, senza stare neppure troppo a controllare chi tra tutti gli invitati si sarebbe trovato vicino, preoccupandosi piuttosto e soltanto di restare abbastanza al di fuori dagli obiettivi delle macchine fotografiche e da ripresa, pronte ad immortalare qualsiasi minima mossa degli sposi durante quel … Continua a leggere

Abitudini.

                        Faceva suonare quel campanello sempre alla stessa ora il signor Piero, vedovo ormai da parecchi anni e pensionato comunale, e le due sorelle, quasi della sua medesima avanzata età, spesso gli aprivano il portone con un leggero attimo di ritardo, proprio per non mostrare con evidenza che lo stavano aspettando. Lui saliva le … Continua a leggere

Insensato gesto.

    Lui non ha mai dato neppure l’impressione di poter fare del male. Ha sempre vissuto in maniera normale, come tutti noi, dice il cognato. Non riesco a spiegarmi cosa sia veramente accaduto, continua, per quale motivo si sia scatenato in lui qualcosa di quel genere. L’intervista prosegue quasi con normalità, l’intervistato insiste nel tentativo di dimostrare come quanto … Continua a leggere

Personalità sfuggenti

                         Lui era entrato dentro al negozio di giocattoli quasi con noncuranza: le mani dietro la schiena, il passo rallentato, la faccia di qualcuno che cerca soltanto di perdere del tempo; ci mancava soltanto che fischiettasse. La commessa dopo il buongiorno non aveva detto altro: ecco uno di questi fantasmi che vagano tra gli … Continua a leggere

Incomprensibile.

                         Non so dire di preciso neppure come abbia fatto a cadere per terra sopra quel marciapiede. Si, certo, forse sono inciampato in un piccolo ostacolo, magari ho proprio messo un piede contro l’altro mentre continuavo a camminare, insomma è semplicemente accaduto qualcosa che mi ha fatto perdere del tutto l’equilibrio, ma il punto … Continua a leggere

Senza ragione.

                         Mi sono messo seduto da solo nella saletta del bar, come al solito a quest’ora, ad attendere l’arrivo degli altri ragazzi per la partita alle carte come ogni pomeriggio. Mi piace arrivare per primo qua dentro, mi sembra di poter dominare in qualche maniera i tavoli da gioco, ambientarmi nel locale per quanto … Continua a leggere

Dialogo n. 10. Incomprensioni di donne.

                         Fumavano i due, appoggiati ad un muro, a godersi il sole cittadino di quel primo pomeriggio d’inverno.  Avevo girato lì attorno, la mano infilata in una busta di plastica, in fondo al guinzaglio il barboncino nano della mia fidanzata.             Sorrise, aveva detto il primo al secondo. Io intanto avevo raccolto i piccoli … Continua a leggere

Dialogo n. 7. Al termine del giorno.

                      Mi recavo da lei due o anche tre volte la settimana. Andavo la sera, dopo cena, passavo per sentire come stava, se aveva bisogno di qualcosa; mi lasciavo servire il caffè e mi trattenevo a parlare, qualche volta anche a guardare qualche programma alla televisione. Suo marito, Franco, il mio amico di sempre, era … Continua a leggere

Percorsi da evitare.

                        Da casa mia a quella della Letizia, la mia compagna di banco e amica di sempre, non ci vogliono più di due o tre minuti camminando con un’andatura normale. La mamma mi dice sempre di tirare diritto e di non attraversare la strada per nessuna ragione quando vado da lei, ed io, che … Continua a leggere

Solo in linea teorica.

Il vecchio appariva concentrato su qualche pensiero, lo si poteva capire dall’espressione assorta del viso mentre con calma spingeva la porta vetrata per entrare dentro al piccolo negozio, ma contemporaneamente aveva subito dato come l’impressione di essere lì quasi per puro caso, forse addirittura per sbaglio. Aveva lasciato che la porta meccanica si chiudesse alle sue spalle, si era avvicinato … Continua a leggere