Un ritratto da portare via.

L’impiegato della compagnia delle assicurazioni, dietro la sua scrivania al terzo piano del palazzo dove ha sede la direzione della società per cui lavora da quasi vent’anni, pensa a sua moglie in quel primo pomeriggio pieno di sole che filtra dai grandi finestroni a vetri che fronteggiano la strada, in un’aria leggermente sonnacchiosa, forse per via di quel quarto di … Continua a leggere

L’urlo dei pensieri.

I ragazzi si erano stufati in fretta di giocare al pallone, così si erano seduti sopra al bordo di un marciapiede poco lontano, tenendosi le ginocchia con le braccia e parlando sottovoce delle loro cose. Il babbo di uno di loro era passato poco dopo con la sua auto scarburata, aveva abbassato il finestrino e lo aveva chiamato. Lui era … Continua a leggere

La finestra socchiusa.

  Lei lo ha visto, lo ha guardato solo un momento. Lui si è girato, come altre volte, a mostrarle che era attratto da quel suo viso, dagli occhi, dai suoi modi pacati. Un’ombra è passata tra le loro finestre socchiuse, solo un attimo e le cose sono sembrate inevitabilmente diverse: lei è rientrata, ha accostato la tenda, lui ha … Continua a leggere

Scena n. 16. Presa di coscienza.

  Nessuno di noi può tacere su ciò che sta accadendo, diceva l’uno. Certo, tacere avrebbe significato soltanto avvallare ciò che succedeva, e di questo, nei fatti, nessuno di loro, e neppure qualsiasi altra mente aperta, poteva condividerne la triste realtà sotto gli occhi di tutti. Eppure c’era chi si limitava ad annuire, e rimaneva lì, fuori dall’alveo della discussione, … Continua a leggere

A margine dei fatti.

Mi ero seduto sopra un gradino di una piccola scalinata di pietra, giusto due o tre giorni fa, e avevo cercato di mettere a fuoco i pensieri, visto che non avevo proprio niente di meglio da fare. La gente passava e nessuno voltava la testa verso di me. Giusto, riflettevo, cosa ci sarebbe mai stato da guardare di un uomo … Continua a leggere

Poco più di niente.

Non ha nessuna importanza, in fondo, questa senso di incompletezza, di smarrimento, questo sentire di non essere utile a nessuno, pensava Fabio mentre girava a vuoto lungo le strade del suo quartiere. Era uscito di casa solo per prendere aria, per perdersi in mezzo alle tante persone che c’erano in giro solitamente a quell’ora, vagare tra i negozi già illuminati, … Continua a leggere

Nessuna sensibile solidarietà.

Le giornate scorrevano tranquille, non c’era proprio niente che intervenisse almeno qualche volta a rompere anche solo di poco quell’ordinarietà delle cose che pareva si fosse innestata ormai da parecchio tempo. Già soltanto assistere dietro ai vetri della finestra a un pomeriggio di pioggerellina uggiosa sembrava un elemento di squilibrio, qualcosa che lasciava sbuffare tutti quanti per le scocciature degli … Continua a leggere

Tentativo di coppia.

Lui non crede nella possibilità di essere diverso da com’è, anche se ogni tanto ci pensa; ci riflette volentieri qualche volta su questa cosa, ma solo per convincersi che non può essere altro che così, e solo pensarci lo fa sentire già meglio, giustificato nel suo modo di essere, convinto di quanto ogni volta comprende di sé. Quando esce dal … Continua a leggere

Fuori dal tempo.

    Dovevo assolutamente riuscire a prendere il treno delle diciannove e trentadue per tornarmene a casa, anche se ero uscito della riunione della direzione aziendale in forte ritardo, tutto grazie alle solite chiacchiere di circostanza dei colleghi una volta terminate le discussioni ufficiali, e così continuavo a percorrere di corsa piccoli tratti di quei marciapiedi infiniti della città, mentre … Continua a leggere

Progetto ideale.

Alberto resta seduto su una panchina ad osservare il traffico lungo il viale di fronte a sé. Poco distante c’è un grande palazzo di uffici inaugurato da poco, lui ne osserva la grande facciata alla sua destra, ed elenca con gli occhi la fila di alberi identici che costeggiano il largo marciapiede, chiara dimostrazione di quanto importante sia riqualificare tutto … Continua a leggere

Contemporaneo.

Non c’è niente nella mia testa, niente di tutto ciò che in tante occasioni avrei voluto manifestare, quando magari serviva prendere qualche buona decisione, per esempio, ed io invece sono rimasto lì, a guardarmi attorno e a starmene in silenzio. Qualcuno forse mi ha posto una domanda, ma io non ho risposto, mi sono limitato ad osservare il mio interlocutore, … Continua a leggere

(Profilo n. 8). Estraneo al mondo.

Sto da solo in questa mia cuccia calda, e penso a tutto il mondo che lentamente continua a muoversi, a girare indifferente per conto suo, senza che questo abbia minimamente qualcosa a che fare con le mie idee, i miei propositi, la mia maniera di essere. Certe volte, senza che ne sia preoccupato, sento che qualcuno cerca di tenermi d’occhio, … Continua a leggere

Scena n. 15. Danza di corteggiamento.

La luce tagliente rischiara l’espressione di una ragazza acconciata e abbigliata come una prostituta, con la faccia sorridente e sicura di sé, il rossetto vistoso sopra la bocca, gli occhi appesantiti dal trucco. Resta seduta su una poltroncina, le sue gambe, accavallate sapientemente, emergono dalla gonna forse un po’ troppo corta, e le mani e le braccia, come anche le … Continua a leggere

Le solite pecore.

Via, pensava l’uomo camminando a passo svelto lungo il marciapiede; via da qui, da questi luoghi dove non c’è niente, solo indifferenza, grigiore, e una miriade di persone lontane l’una dall’altra, come se pur sfiorandosi continuamente ognuna mostrasse integra in questo modo la propria individualità. Lungo la strada c’era il solito traffico del pomeriggio, la giornata era piena di nuvole, … Continua a leggere