Con sguardo estraneo (quasi una vecchia fotografia)

Dalla strada, sia a destra che a sinistra, si vedevano i bagnanti, durante la stagione, in un’aria così appiccicosa di caldo e di polvere che persino il mare, con la sua risacca dondolante e quasi bianco a quell’ora d’inizio della seconda metà del giorno, diventava in parte sgradevole, persino faticoso. I ragazzi spesso si sentivano arrivare con le loro biciclette: … Continua a leggere

Nessun aiuto.

    C’è qualcosa dentro di me che agisce in maniera un po’ insolita. Nella mia mente i pensieri fluiscono veloci ed illogi­ci, e spesso hanno valore soltanto per come si snodano, per il loro concatenarsi l’un l’altro; ma non sono né perspicaci né uti­li, anzi, nel giro di poco me li dimentico tutti. Mi sveglio nel letto in un … Continua a leggere

Di nuovo primavera.

Resto seduto, in questa piccola stanza quasi vuota, ammobiliata solo con un tavolo di legno ed una libreria, e mi sento bene a leggere qualcosa, sfogliare vecchi volumi che in molti casi ho letto già, ma in cui riesco a ritrovare sempre cose nuove, frasi e parole su cui la volta precedente non mi ero sufficientemente soffermato, e mentre svolgo … Continua a leggere

Solo in linea teorica.

Il vecchio appariva concentrato su qualche pensiero, lo si poteva capire dall’espressione assorta del viso mentre con calma spingeva la porta vetrata per entrare dentro al piccolo negozio, ma contemporaneamente aveva subito dato come l’impressione di essere lì quasi per puro caso, forse addirittura per sbaglio. Aveva lasciato che la porta meccanica si chiudesse alle sue spalle, si era avvicinato … Continua a leggere

Libertà di ridere.

Procedeva lentamente con la sua utilitaria, la signora Adele Macchi, lungo la strada per tornarsene a casa, quando le venne da ridere, ma senza un vero motivo, solo così, per una voglia improvvisa e inspiegabile. Accostò con l’auto vicino al marciapiede, fermò del tutto la marcia per guardare qualcosa dentro la borsa che teneva appoggiata sopra al sedile al suo … Continua a leggere

L’analisi del tempo presente.

Sto seduto nel bar, al margine della piazza di questo paese, mi siedo quasi sempre al solito tavolo dove ho già trascorso una buona parte della mia vita. Forse non avrei dovuto, ma non mi sono mai sentito di occuparmi di altre cose, mi è sempre bastato star qui, andare qualche volta nella saletta sul retro, dove giocano al biliardo, … Continua a leggere

Il messaggio perduto.

  Quei pochi alberi svettanti sotto al vento, laggiù, in fon­do alla strada. Un’ironia, nient’altro che una stupida ironia. Il resto è fermo, un panorama di oggetti che è come un quadro pesantemente inchiodato a una parete spessa, fermissimo, come co­stituito di sali già decantati e ben solidi e asciutti sopra la tela, come se questa fosse un rigido insieme, … Continua a leggere

L’arrivo imminente.

Clelia lo aspettava, sapeva che lui sarebbe arrivato prima o poi, non era possibile tardasse ancora più a lungo, lei lo sapeva perfettamente, lo sentiva dentro di sé, sarebbe arrivato da un attimo all’altro, senza alcun preannuncio, come se la sua comparsa fosse l’evento più naturale di tutte le cose che sarebbero potute accadere. Aveva riflettuto a lungo su quegli … Continua a leggere

Come una piuma che vola.

Il corridoio è lungo non più di sei o sette metri, lo percorro tutto in otto passi con falcate distese e veloci, poi lo rifaccio al contrario, e ancora di nuovo, avanti e indietro, senza stancarmi. All’inizio sento le suole delle pantofole che ritmano sul pavimento, i miei abiti bianchi di cotone che frusciano, ma non faccio caso a questi … Continua a leggere

Il miracolo quotidiano.

Mi ero preparato per uscire, in mente una leggera passeggiata senza impegno, indosso le scarpe adatte e gli abiti comodi e usuali di qualsiasi giorno, indifferenti alla ricorrenza festiva. Il mio appartamento pareva profumato di polvere impalpabile, di aria ferma e trasparente nei timidi raggi di sole pallido che penetravano dalle fessure tra le tendine alle finestre; l’ordine apparente delle … Continua a leggere

Scena n. 17. Il pubblico.

Le persone in platea restano sedute in silenzio, guardano tutte nella stessa direzione, nessuna di loro volge lo sguardo dietro di sé, al massimo qualcuna osserva, ma solo per brevi istanti, la zona a fianco dove siede il proprio vicino. Gli uomini tengono un atteggiamento fermo, determinato, le donne al contrario mostrano una dolcezza di espressione tale da giustificare un … Continua a leggere