Reazione composta.

  “Buongiorno”, dico per automatismo ad un paio di colleghi che stanno discutendo di qualcosa, mentre io scorro lungo il corridoio degli uffici. Poi appoggio la cartella dei documenti sopra la mia scrivania, a dire la verità quasi vuota, mi siedo per un attimo sopra la seggiolina di stoffa imbottita e subito mi sento stanco, privo di qualsiasi energia. Vorrei … Continua a leggere

Bidonate ordinarie.

  Le giornate si susseguono comunque. In certi casi mi sembra che tutto stia improvvisamente per crollare, e che sfortunatamente io mi sia spinto troppo in avanti, fino a raggiungere l’orlo di una specie di precipizio, oltre il quale niente sarà più come prima, e l’andamento di tutte le cose alle quali ho fatto persino l’abitudine dopo tutto questo tempo, … Continua a leggere

Credere agli intenti.

  Alla fine della mattinata di lavoro mi sento un po’ nervoso, come se non riuscissi a stare neanche un minuto di più seduto alla mia scrivania. Ho un appuntamento con una collega che conosco soltanto superficialmente, alla fine dell’orario di lavoro; forse per altri non sarebbe niente di speciale questa faccenda, ed anche io lo faccio giusto per andare … Continua a leggere

Cambio di passo.

  Mi sono osservato di nuovo nello specchio, e mi sono reso conto che la mia espressione non sembra affatto cambiata, nonostante siano sopraggiunte delle importanti novità non tanto nell’andamento delle mie giornate o nel mio aspetto fisico, quanto all’interno di me, nella mia cognizione profonda delle cose. Ho deciso di essere diverso. Insomma, di provare a cambiare tutto ciò … Continua a leggere

Inusuale scelta.

  Basta, mi sono detto. Devo uscire da questa situazione asfissiante in cui sono caduto. È sufficiente cambiare leggermente tutto ciò che mi è capitato di pensare fino ad oggi, e guardare al futuro in altro modo. Per prima cosa ho preso il mio piccolo specchio, quello che chiamo fratello, e l’ho nascosto in fondo ad un cassetto. Non tanto … Continua a leggere

Espressione.

  Non capisco; mi guardo attorno mentre cammino e qualche volta non so più neanche chi sono. Osservo nei dettagli la mia ombra fluttuante durante queste mattine assolate della domenica, o quando certe volte nei giorni feriali mi ritrovo nel parcheggio riservato agli impiegati, di fronte al palazzo dell’amministrazione pubblica dove lavoro, e mi pare che dentro a questa forma … Continua a leggere

Faccia così.

  Non so, continuo in questi giorni a guardarmi in tutti gli specchi che mi trovo in giro, oltre a quelli che ho in casa; vado chissà quante volte nel bagno dell’ufficio dove lavoro, ad esempio, proprio per ridarmi ogni poco una nuova occhiata, per assicurarmi se in quei pochi minuti sia cambiato qualcosa, o se tutto paradossalmente sia ancora … Continua a leggere

Idee di femmine.

  Forse, se non ci fossero costantemente intorno a me tutti questi colleghi uomini in ufficio, le cose potrebbero andare anche diversamente sia per me che per tutti gli altri. Invece le donne impiegate in questo settore dell’amministrazione pubblica, poco per volta si sono come ritagliate uno spazio proprio, sistemandosi tutte, grazie naturalmente all’avvallo un po’ sospetto dei nostri capi, … Continua a leggere

Solo questo.

  Adesso lui cammina lungo le strade principali della sua città, sfiorando continuamente una moltitudine di persone che paiono rincorrere ognuna i propri desideri, come tutti scartando spesso gli ostacoli e aggrovigliando il proprio percorso individuale in maniera inestricabile con qualsiasi altro tragitto venga seguito. Vorrebbe tanto sentirsi uno come gli altri tra coloro che ad ogni passo va incontrando, … Continua a leggere