Avanti comunque.

  Mio fratello gemello, come lo chiamo io: l’immagine di me dentro il piccolo specchio incorniciato che possiedo da sempre, che spesso mi ha aiutato nella mia solitudine, suggerendo comportamenti, idee, scelte; ormai si è fatto quasi un pensiero inerte, un semplice elemento della mia giornata che ancora resiste e che forse mi osserva sopra al piano di un mobile … Continua a leggere

Cambiamenti in corso.

  Mi hanno telefonato in questi giorni scorsi alcuni colleghi dall’ufficio, naturalmente anche per chiedere notizie sulla mia salute, ma soprattutto per avere qualche informazione aggiuntiva su quanto stavo portando avanti ultimamente sul mio posto di lavoro. Sembra, a detta loro, che presto sarò definitivamente sostituito, ed io sospetto che ci sia già una persona che abbia occupato il mio … Continua a leggere

Cambio di alcuni dettagli.

  Alle spalle della mia scrivania c’è un armadio metallico, grigio, pieno di faldoni cartacei sistemati abbastanza in ordine, la cui prosecuzione naturale in ordine alfabetico si ritrova addossata al muro direttamente sul pavimento, visto che non c’era più spazio, accatastata alla meglio nell’attesa di nuovi scaffali a sorreggerne il peso. Ogni tanto, nel lavoro corrente che mi viene consegnato … Continua a leggere

Doverose promesse.

  Le giornate ultimamente sono tutte identiche tra loro. I medesimi gesti, le solite cose, le esatte parole da usare con le stesse persone. Ogni momento praticamente è la fotocopia esatta di un altro momento del giorno appena trascorso, ma con minori dettagli in evidenza, una risoluzione già più grossolana, approssimativa. Fingo indifferenza di fronte alla noia, e cerco di … Continua a leggere

Quel che siamo.

  Durante questi giorni grigi in cui non succede proprio niente, mi sento un po’ giù di morale, quasi depresso. Persino rimanendo in casa come sempre, mentre giro nervosamente tra le stanze del mio piccolo appartamento, mi pare in questi casi di non essere a posto, anzi, quasi fuori luogo, e mi sembra praticamente che le pareti si avvicinino maggiormente … Continua a leggere

Indifferenza motivata.

  Ad iniziare proprio da oggi, mio fratello gemello ha deciso di accompagnarmi fino al lavoro, almeno qualche volta. Se ne sta fermo sul sedile del passeggero dentro la mia utilitaria, e lascia che io guidi la macchina da casa mia fino agli uffici della pubblica amministrazione, senza provocarmi alcun nervosismo, anzi, spingendomi alla calma, come non ci fosse mai … Continua a leggere

Possibilità quasi insperate.

  Impiego quasi un’ora per andare in ufficio a piedi. Però, in questo ultimo periodo, ho preferito spesso fare così, piuttosto che mettere in moto la mia utilitaria e farmi ancora prendere in giro dai colleghi, magari proprio mentre mi trovo nel parcheggio riservato a noi impiegati dell’amministrazione pubblica. Loro si comportano in questo modo giusto per farsi due risate … Continua a leggere

Prospettive limitate.

  Sono io, dico al mio fratello rientrando. Poi mi muovo dentro la stanza per cercare qualcosa di cui non ho una memoria precisa, ma che so essere nascosto in uno degli angoli, anche se adesso non so ricordare quale sia. È come se precedentemente, in uno stato come di forte dormiveglia, avessi sistemato rapidamente le mie cose in diversi … Continua a leggere

Reazione composta.

  “Buongiorno”, dico per automatismo ad un paio di colleghi che stanno discutendo di qualcosa, mentre io scorro lungo il corridoio degli uffici. Poi appoggio la cartella dei documenti sopra la mia scrivania, a dire la verità quasi vuota, mi siedo per un attimo sopra la seggiolina di stoffa imbottita e subito mi sento stanco, privo di qualsiasi energia. Vorrei … Continua a leggere

Bidonate ordinarie.

  Le giornate si susseguono comunque. In certi casi mi sembra che tutto stia improvvisamente per crollare, e che sfortunatamente io mi sia spinto troppo in avanti, fino a raggiungere l’orlo di una specie di precipizio, oltre il quale niente sarà più come prima, e l’andamento di tutte le cose alle quali ho fatto persino l’abitudine dopo tutto questo tempo, … Continua a leggere

Credere agli intenti.

  Alla fine della mattinata di lavoro mi sento un po’ nervoso, come se non riuscissi a stare neanche un minuto di più seduto alla mia scrivania. Ho un appuntamento con una collega che conosco soltanto superficialmente, alla fine dell’orario di lavoro; forse per altri non sarebbe niente di speciale questa faccenda, ed anche io lo faccio giusto per andare … Continua a leggere

Cambio di passo.

  Mi sono osservato di nuovo nello specchio, e mi sono reso conto che la mia espressione non sembra affatto cambiata, nonostante siano sopraggiunte delle importanti novità non tanto nell’andamento delle mie giornate o nel mio aspetto fisico, quanto all’interno di me, nella mia cognizione profonda delle cose. Ho deciso di essere diverso. Insomma, di provare a cambiare tutto ciò … Continua a leggere

Inusuale scelta.

  Basta, mi sono detto. Devo uscire da questa situazione asfissiante in cui sono caduto. È sufficiente cambiare leggermente tutto ciò che mi è capitato di pensare fino ad oggi, e guardare al futuro in altro modo. Per prima cosa ho preso il mio piccolo specchio, quello che chiamo fratello, e l’ho nascosto in fondo ad un cassetto. Non tanto … Continua a leggere

Espressione.

  Non capisco; mi guardo attorno mentre cammino e qualche volta non so più neanche chi sono. Osservo nei dettagli la mia ombra fluttuante durante queste mattine assolate della domenica, o quando certe volte nei giorni feriali mi ritrovo nel parcheggio riservato agli impiegati, di fronte al palazzo dell’amministrazione pubblica dove lavoro, e mi pare che dentro a questa forma … Continua a leggere

Faccia così.

  Non so, continuo in questi giorni a guardarmi in tutti gli specchi che mi trovo in giro, oltre a quelli che ho in casa; vado chissà quante volte nel bagno dell’ufficio dove lavoro, ad esempio, proprio per ridarmi ogni poco una nuova occhiata, per assicurarmi se in quei pochi minuti sia cambiato qualcosa, o se tutto paradossalmente sia ancora … Continua a leggere

Idee di femmine.

  Forse, se non ci fossero costantemente intorno a me tutti questi colleghi uomini in ufficio, le cose potrebbero andare anche diversamente sia per me che per tutti gli altri. Invece le donne impiegate in questo settore dell’amministrazione pubblica, poco per volta si sono come ritagliate uno spazio proprio, sistemandosi tutte, grazie naturalmente all’avvallo un po’ sospetto dei nostri capi, … Continua a leggere

Estreme decisioni.

  “La tua macchina è un rottame”, mi dicono ridendo certe volte i miei colleghi di lavoro mentre si trastullano davanti alle macchinette del caffè. “È già tanto se entra ancora in moto, però solo vederla andare in giro suggerisce un moltiplicatore di preoccupazione per tutti quelli che circolano lungo le strade di questa città”. Loro scherzano, ridono, si danno … Continua a leggere

Orario di lavoro.

    Compio i medesimi gesti ogni giorno, e qualche volta, quando qualcosa non va esattamente come vorrei, mi sembra persino impossibile che questo accada proprio a me stesso, senza che possa oppormi ad un fatto del genere, tanto che in certi casi mi prende addirittura un tremito, quasi una febbre, che mi lascia spossato e impossibilitato, almeno per una … Continua a leggere

Lamentele assenti.

  Nei giorni di festa resto in casa. Mi occupo di piccole faccende domestiche, e nelle pause mi siedo a pensare. Osservo davanti a me, dentro la sua piccola cornice di legno, l’immagine vuota che il mio specchio ripropone come sempre, e sento comunque che sicuramente niente di brutto potrà succedermi almeno fino a quando questa figura resterà insieme a … Continua a leggere

Margini sociali.

  Si presentano casualmente dei periodi in cui all’improvviso mi sento ai margini di tutto. Per certi versi non me ne dispiaccio neppure, immaginando sia la personalità più nascosta di me che in questi casi si fa strada per rivendicare un ruolo e mostrarmi qualcosa che forse in passato è parso sfuggirmi. Così prendo la mia macchina e dopo aver … Continua a leggere

Imprevedibile immagine.

  Vorrei proprio partire, durante certi giorni. Alzarmi dal letto come sempre, prepararmi di tutto punto per andare in ufficio, presso il mio lavoro di impiegato della pubblica amministrazione; scendere le scale di casa, mettere in moto la mia vettura e compiere le solite strade di sempre per raggiungere il parcheggio riservato ai dipendenti del palazzo. Ma all’ultimo momento svoltare … Continua a leggere

Amministrazione casalinga.

  Ho chiesto al mio capo di uscire un po’ prima oggi dal lavoro. Non perché abbia qualcosa di urgente o importante da fare, ma per provare quel senso di libertà che a volte mi manca. Potrò ritrovarmi da solo nel parcheggio davanti al palazzo degli uffici, mettere in moto con calma la mia vettura, uscire dal perimetro destinato agli … Continua a leggere

Doppio.

  Mi sveglio di soprassalto, certe notti, e poi mi alzo dal letto in preda ad una notevole agitazione. Giro per casa, controllo che le cose siano tutte al loro posto, mentre sembra proprio che il mio sonno sia stato interrotto forse da un rumore insolito che ancora mi sembra di avvertire nelle orecchie, oppure da un richiamo lontano, come … Continua a leggere