Lineee di vita confuse tra le tanti possibili

Fabrizio mi aveva abbracciato. Era una grande emozione ritrovarsi per caso in quella maniera, dopo quasi trent’anni. Soltanto l’essersi riconosciuti a prima vista, a pensarci, era già straordinario. Poi si era andati subito dentro un caffè lì vicino, a brindare, che diamine, a stare un po’ assieme, parlarci di noi. Ad ambedue dispiaceva fare i nostalgici, ma era impossibile non collegarci ai tempi in cui eravamo amici davvero, adesso che le nostre giornate erano estranee, realtà differenti, linee di vita confuse tra le tante possibili. Anche scoprire tra i due chi era riuscito di più, era andato maggiormente lontano, aveva fatto una carriera migliore, aveva guadagnato più soldi, era triste, non era nello stile di un tempo. Fabrizio sorrideva ai ricordi, agli inevitabili aggiornamenti, sorrideva ad ascoltare di nuovo i miei dubbi di sempre, lui che tanti dubbi li aveva risolti. Poi, come elemento per me più importante di tutti, gli avevo parlato dei miei sogni attuali, della voglia che ancora sentivo di realizzare le cose che avevo pensato per anni, gli aprivo tutti i pensieri che continuavano ad accompagnare ogni mio giorno, come forse non avevo più fatto con qualcuno da chissà quanto tempo. Parlavo a lungo, in quel giorno speciale, dei racconti che ancora scrivevo, del tempo che passavo chino sui fogli, del materiale vasto e inconcluso che ero riuscito ad accumulare dentro ai cassetti. Gli dicevo tutto, come l’avrei detto a me stesso, cercando di spiegare tutto quello che mi era sempre passato dentro al cervello, in modo corretto, semplice, esattamente come lo sentivo dentro di me. Fabrizio rimaneva colpito, non commentava, non ce n’era bisogno, gli sembrava incredibile che ancora inseguissi sogni e desideri del genere, ma non aveva da aggiungere niente. Poi ebbe un pensiero più importante e più forte dentro la testa, e me lo disse: “Adesso, mentre mi parli, le tue parole è come se le avessi sapute da sempre, trovo in te una coerenza incredibile tra quello che eri quando avevamo vent’anni, ed adesso. Io mando avanti una vita ordinaria, forse appagante, forse appagata, ma tu hai ancora un fuoco dentro di te che io non ho più, forse non ho neanche mai avuto. Non ti posso invidiare, siamo diversi, così come tu non potresti mai invidiare me. Ma eri tu, tra noi due, quello che aveva maggiore bisogno di aiuto, di comprensione, di vera amicizia, solo adesso lo so. Così come so che non avremmo dovuto mai perderci, e che io avrei dovuto rimanere in contatto con te, sostenerti, mostrarti la mia vera amicizia. Ora è tardi per tutto, quando usciremo da qui saremo di nuovo passanti qualsiasi su un marciapiede di una città sterminata, priva forse di qualsiasi umanità, ma tu devi perseverare con quello che senti e che credi, lo devi fare per te, e forse, anche se adesso può sembrarti ancora più assurdo, lo devi fare un po’ anche per me, per colmare un vuoto che sento, un vuoto che è dato semplicemente da quello che io non sono mai stato.”

Bruno Magnolfi

Lineee di vita confuse tra le tanti possibiliultima modifica: 2009-09-25T21:23:06+02:00da magnonove
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