Lontano con la mente

I giorni si somigliano. Specialmente se si continua a distillare, goccia dopo goccia, il tempo rimanente prima di un evento atteso. Vincenzo compie gli stessi gesti, rispetta i medesimi orari, fa le cose che ha sempre fatto; e intanto aspetta. E in questa lenta attesa pensa. E pensando, i suoi pensieri lo fanno sentire sempre il medesimo, ma non è vero. Senza che se ne renda conto dentro di lui avviene un progressivo lavorio di corrosione, una perdita continua e graduale di percezione del presente. La sua sensibilità è tutta proiettata verso il futuro, ma più lo sente vicino, quel futuro, più quello si mostra nebuloso, e mentre la sua mente si sforza nella ricerca dei dettagli che possano permettergli di completare un quadro ancora troppo vago, perde sempre di più il contatto col presente. Come incanalato assieme a tanti altri in una strada che porta chissà dove, Vincenzo si rende conto che non può assolutamente fare altro, deve andare avanti, la sua strada non prevede alternative. Sarebbe tutto positivo se ci credesse fino in fondo, se provasse dentro di sé una fiducia cieca in ciò che dovrà accadere, ma non è così, o almeno, se è così, lo è soltanto in parte. E’ una piccola cosa la sua, una variazione alla normalità di sempre, che forse gli altri neppure apprezzeranno, ma per Vincenzo è importante, è diventata la cosa essenziale. Lui pensa che la vita sia costituita dalle scelte che si fanno, e si sente adesso davanti ad una scelta sulla quale non può assolutamente ripensare. Riflette ogni giorno sul suo passato, e gli sembra adesso che tutto sia stato teso, in tutti gli anni che ha vissuto, ad affermare ciò che adesso ha solo di fronte, ed è convinto di questo, vuole che il domani arrivi in fretta. Gli ultimi giorni sono i più difficili. Vorrebbe trattenere dentro gli occhi le immagini di quello che ha intorno adesso, per poter ricordare tutto anche quando la nostalgia gli stringerà la gola, ma non riesce più a vedere niente, è come se nuotasse nel deserto, non ci sono cose da ricordare, se non quella voglia di futuro che poi è solo una finta proiezione. Infine la data concordata arriva, ha già in tasca il biglietto per il treno, l’amico da cui aspettava conferma gli ha telefonato, è tutto a posto, si va in Germania a lavorare, ma soprattutto a cambiar vita, che tanto, qui in Italia, tutto faceva schifo.

Bruno Magnolfi

Lontano con la menteultima modifica: 2009-09-24T21:45:52+02:00da magnonove
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3 pensieri su “Lontano con la mente

  1. Il sotto titolo del racconto potrebbe essere: “Con la mente altrove”. Infatti il protagonista, Vincenzo, pur confermando la necessità razionale di esserci, di vivere il presente ad occhi aperti, senza più sogni da sognare , senza più passato e presente da difendere; vive distillando i giorni, goccia a goccia, scandendo il tempo residuo che lo separa dal cambiamento stabilito; imponendosi di guardare avanti, e andando oltre.
    Oltre, le delusioni, i rimpianti, il sentimento di appartenenza, spingendosi oltre ancora, con l’animo ed il pensiero, verso un altrove ignoto.
    Un altrove diverso, nuovo, da esplorare, e perchè no? Da conquistare, un altrove lontano, da se stesso e dalla propria terra .

  2. “Ho deciso di perdermi nel mondo,
    anche se sprofondo.
    Lascio che le cose mi portino altrove,
    non importa dove.

    Un tempo era semplice..
    ma ho sprecato tutta l’energia per il ritorno.
    Lascio le parole non dette..
    ..applico i puntini di sospensione alla mia vita..

    Un ultimo sguardo all’arredamento e vado altrove.
    Svincolandomi dalle convinzioni, dalle pose e dalle posizioni.

    Lascio che le cose mi portino altrove.

  3. Il sole al tramonto/ sta afferrando/una parte del treno”(Ishida Hakyo).
    Vorrei che il sole afferrasse tutto il treno, lo illuminasse, lo incendiasse di buon umore di speranza; vorrei che invertisse la maracia, che mi portasse da un altra parte, un luogo dove non sono mai stata; una nuova patria, quella della felicità.

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