31 pensieri su “Racconti di giugno

  1. Saper esprimere un sentimento con una parola, riuscire a trasmettere la magia con l’abbinamento di semplici lettere, tentare di raccontare l’infinito e l’indefinito con un raccoto, tutto questo sà fare uno scrittore, non un semplice uomo, ma qualcosa di speciale..perchè nelle sue mani, nella sua mente e nei suoi pensieri c’è “Fantasia”.
    Solo una rosa rappresenta tutto questo, è dolce e delicato e lei signor Magnolfi è grande come sempre .

  2. E mi sembra perfetto, e giusto il comportamento di Ernesto..Ma Ernesto non si è reso conto che la maggor parte degli artisti hanno condiviso il suo sentire, vivendo di mestieri grigi, ma con i sogni nel petto..e quando i sogni alimentano la mente..le vicine “odiose e vecchie” non si notano più .

  3. “Via”, è il proggetto di un cambiamento, di un ultimo aggiustaggio nella vita di un uomo che è sempre stato capace d’affrontare le difficoltà della vita; ma questa volta l’aggiustaggio deve essere radicale. Deve affrontare l’ultima estenuante lotta, con la sofferenza, con il il male”, un male incurabile, diagnosticato, e che lo vede ancora una volta, intraprendere, l’ennesimo proggetto di “vita”: andare via da tutto e da tutti, per alleviare la propria sofferenza, e quella delle persone care a lui vicine, rinventandosi un’ “altra vita” altrove, con persone sconosciute che nulla sanno e sapranno di lui.
    Andare via è tracciare una linea di confine con il passato e con la troppa sofferenza, ed è un estremo atto di coraggio, un estremo guizzo di vita, lasciandosi il dolore alle spalle e sciegliendo ancora una volta di darsi” “un altra possibilità .

  4. Spesso si ruba, per compensare, ciò che ci manca dentro, sicurezza, attenzione considerazione.. La protagoista ha perso il lavoro, ed è questo uno dei motivi più destabilizzanti nella vita di un individuo.
    Non è facile trovare la voglia di ricominciare tutto di nuovo, cercare il lavoro altrove, lontano, cambiare abitudini, dimenticare i soliti gesti, che tanto tranquillizzano .. tutto ciò può creare instabilità e paura… come nel caso della protagonista, che si limita a cercare con indolenza un nuovo lavoro, vicino al luogo di lavoro che aveva avuto in passato, e si trova a rubare d’impulso, nel vicino, super mercato, dove sempre ha fatto la spesa, quasi a voler ignorare che le cose siano cambiate.
    La protagonista ruba mostrando a se stessa la sua incapacità nel non cambiare le cose, quasi auto punendosi…Ma si sà che si ruba anche, sperando segretamente d’essere scoperti, fermati, per porre fine al proprio tormento.

  5. Tutti gli esseri umani, vogliono sicurezza, (cibo, vestiti, e riparo ) e desiderano amore e approvazione, essi bramano la verità, l’avventura, il progresso e come bene ultimo cercano la forza etica…La ladra sente di non avere più nulla di tutto questo!

  6. Sembra che il superamento del dolore e del male abbia a che fare anche in questo racconto con l’essenza vitale del Sè interiore. Infatti il dolore nella storia è capace di riproporsi, trasformarsi continuamente nel corpo del protagonisa, ma tutto ciò non lo spaventa più di tanto, anzi è considerato come una prova, una possibilità, per consentire al corpo, di rinnovarsi, di rinascere. Il controllo del dolore stimola nel protagonista la ricerca in sè di quella “forza etica “che spinge ogni esistenza, a superare difficoltà, dolori e mali, e nel superarli ogni volta, miglioriamo noi stessi.

  7. Il racconto “lo sbaglio” è dolcissimo, ed è scritto in maniera così accattivante che trasuda tenerezza.
    Impossibile non provare simpatia per tutti e tre i protagonisti!
    Divertente immaginare la situazione, i personaggi sono descritti così bene, che sembra impossibile non conoscerli, tanto reali che..questa sera quando sono uscita di casa con il mio cane, al giardinetto sotto casa, ho tenuto al guinzaglio Leila”tutto il tempo.

  8. Ho dovuto rileggere più vote il racconto dello “Scorpione”, le immagini sono suggestive, e i personaggi sono ben descritti, ma il punto era: quale valore, avevi voluto dare all’animale nella storia? Allo scorpione si attribuiscono tanti aspetti simbolici: poteri maligni, di dare morte, e nello stesso tempo vita, dogmatici, racchiude in sè il simbolo dell’infinito, ambigui, dialettici, di affascinazione..ecc . Quindi mi chiedevo quale chiave di lettura adoperare, per risalire al senso che avevi voluto dare al racconto. Inizialmente ho pensato che tutta la simblogia e l’ambivalenza “dello scorpione ” fosse da attribuirsi alla “Rita” (o.. alla donna a cui ti sei ispirato..). Ma era troppo ovvio, infatti pensavo alla dualità dello scorpione, e invece no, ancora una volta il racconto, parla del cambiamento, della trasformazione, dalla morte (della fine di un ciclo di vita, o di una storia che finisce..) alla rinascita.

  9. Lo scorpione, è un animale che ama la solitudine, e gli angoli oscuri, capace di rivoltarsi e uccidere il disturbatore della sua pace. Nella versione diurna è il simbolo dell’abnegazione e del sacrificio della madre, poichè, i suoi piccoli, secondo la leggenda le scavano i fianchi e le mangiano le viscere prima di nascere. Dal punto di vista astrologico, è l’ottavo segno, l’ottava casa, quella della morte e della trasmutazione; è infatti il numero 8 , simbolo dell’infinito, è inteso come nodo della vita e della morte. Non è solo una credenza popolare ritenere che lo scorpione, se non riesce nello scopo che si è prefissato, o se viene circondato dal fuoco, si dia la morte pungendosi da solo .Nella interpretazione simbolica della psicologia, lo scorpione è anche simbolo dell’individuo che riesce ad essere veramente se stesso solo quando si trova tra ostacoli, quando è posseduto da un demone interiore, quando non vuole il proprio quieto benessere, ma tenda all’angoscia del vivere, lacerato tra la tentazione di Dio e la tentazione diabolica. Questa natura vulcanica che lo scorpione raffigura, tratteggia” l’immagine di un uomo simile ad un uccello che apre le sue ali solo nel mezzo delle tempeste, pochè la sua natura tende ai temporali, e il suo luogo è quello della tragedia”. Simbolo di distruzione e creazione, di morte e rinascita, lo scorpione è l’estrema dialettica che da sempre, a differenza dell’animale che lo simboleggia, muta il mondo continuamente. Simbolo medioevale dell’eresia(modernamente potremmo dire della “contestazione”) è la capacità di operare fino in fondo, portando la contestazione fino alla simbolica rivoluzione che, per quanto crudele e violenta possa apparire, è assolutamente necessaria, poichè porta con sè la potenzialità di rinnovare, tramite la morte simbolica, il pensiero di cui l’umanità da sempre si alimenta.
    da Jean Paul Clebert”Animali fantastici”-Dizinario dei simoli” Ed. Rizzoli.

  10. Non sono daccordo con i due protagonisti del racconto: divisi da un muro: entrambi i protagonisti, rivelano la loro difficoltà nell’sentirsi accettati, in un paese straniero, in un ambiente di lavoro avvolte difficile; i muri spesso li costruiamo noi stessi con il nostro senso di non appartenenza, con il nostro sentirci estranei.
    Un tempo nel mondo del lavoro si suggellava tutto con una stretta di mano e questo doveva bastare. Oggi per quanto le cose siano cambiate, vedi norme e leggi e contratti che regolamentano un contratto di lavoro, credo che sia ancora così.

  11. Credo che sui cantieri edili si viva oggi il massimo delle contraddizioni possibili attorno al tema dell’integrazione degli stranieri, dello sfruttamento del lavoro (la maggior parte delle volte in forma del tutto legale) e del contrasto che si vive tra operai e loro diretti dirigenti. Il muro che si forma è dato dalle ingessature mentali, per cui anche l’aiuto ad un operaio, con gli occhi dell’operaio stesso, viene guardato con sospetto , o come atteggiamento non naturale, quindi da deridere o denigrare, anche se chi lo compie ci rimette qualcosa, e in questa logica persino il sindacato è un estraneo.

  12. Nei cantieri edili, sono evidenti le contradizioni, di un integrazione apparente, che di fatto non è mai avvenuta nel nostro paese. Nei dialoghi del racconto è evidente che entrambi gli operai non si fidano..Nicola58 parlava di strette di mano, proprio perchè l’integrazione passa attraverso sinceri rapporti di fiducia, mentre nel nostro paese, degli stranieri non ci si fida, e questo pregidizio crea barriere insormontabili( e non bastano i gesti di pochi, a creare un varco in quel muro di diffidenza ) . Sentirsi stimati e considerati, integra; sentirsi far parte di un tutto, dona un forte senso di appartenenza, ma nella storia è evidente che tutto questo non c’è, e i pregiudizi d’ambo le parti, faranno sì che le loro mani non si stringeranno mai.

  13. Forse anch’io mi comporterei, come i due operai edili: “quando si ricevono troppi calci, non si crede più ad una carezza”.

  14. In un periodo di guerre, economiche, civili, di relgione, di crisi intellettuali, finanziarie, di percorsi di vita.. C’è sempre chi riesce a isolarsi, e a concentrarsi su di un tramonto, quasi a cercare un equilibrio tra tanto “squilibrio”. Non esprimo giudizi in merito, non è possibile farlo, avere la testa calata sempre nei problemi quotidiani, piccoli o grandi che siano, non ci rende migliori di altri che magari, riescono a tirare su la testa da tutto e andare oltre con lo sguardo ed il pensiero, ricercando un equilibrio, un armonia, una sintonia diversa con sè stessi e con gli altri.
    Ho perso un amico importante, tempo fà, per questo: Appassionato e coinvoto come tutti noi, si distingueva per ‘intelligenza e ‘coraggio, nelle lotte importanti era sempre in prima linea .. ma tutto ad un tratto, sparì. Lo cercai, lo cercammo tutti insieme noi del gruppo, e infine lo trovammo dopo alcuni anni a meditare; presi come eravamo dal vortice delle cose, non ci eravamo accorti che non c’era più da tanto tempo.
    Salutai per l’ultima volta il mio amico, una sera d’estate, proprio quando con i suoi nuovi amici si apprestava ad assistere ad un ennesimo tramonto.

  15. il mondo dei superficiali è colorato di rosa e un grande cartello vieta l’ingresso alla sofferenza e i tramoti e le albe si rincorrono senza alcuna distinzione.

  16. La scelta del caso, profuma di pane caldo al mattino dopo una notte scomoda trascorsa in un sacco a pelo, e di gabbiani sul molo..e come i gabbiani dispiegano le ali e volano liberi nell’aria, così i due ragazzi sembrano spiccare in volo, vivendo la loro avventura sull’isola. C’è nell’aria quella strana malia che fà vivere le cose con occhi incantati, le prime cotte e la voglia di viversele sino infondo .

  17. Di fronte alla strada racconta l’incanto di un incontro, voluto, cercato, sognato, un piccolo foglietto di carta sfuggito per caso diventa l’occasione inaspettata, il punto di “contatto, tra due solitudini, e d’improvviso l’animo si schiude alla tenerezza, e torna a sperare.

  18. Noi siamo gli stranieri clandestini, noi siamo quel niente che conta zero, O Notre Dame ti chiediamo asilo.
    Noi siamo il formicaio che c’è sotto la città, tu uomo dove sei?
    Il mondo non è qua che cambierà…ma si mescolerà e ricomincerà da quì.
    Noi siamo i clandestini, uomini e donne soltanto vivi, noi siamo gli sconfitti, battuti e vinti e se perdiamo, perdiamo niente e niente non conta niente.
    Noi siamo chi non ha l’immunità.
    O Notre Dame noi siamo uomini e donne soltanto, ovunque noi siamo, siamo fuori. (Tratto dallo spettacolo teatrale Notre Dame de Parì)
    Mi è sembrato il commento più adatto ad un cosi bel racconto.

  19. Spesso chi fugge, fugge da se stesso, e il percorso di ricostruzione del proprio Sè è lungo e faticoso ;offrire aiuto a persone che sono impaurite, dal mondo e dà se stessi, non è facile. Chi fugge dalla violenza subita in qualche maniera fugge dal suo senso di colpa, dai mostri che la stessa violenza ha creato dentro la sua anima . l’accoglienza e l’amicizia del casellante è stato senzaltro miele sparso sulle ferite della donna, ma c’è bisogno di tempo perchè le ferite si chiudano e forse anche di solitudine. Il racconto è impregnato di solidarietà e di generosità, e questo è il valore fondante per tutti i rapporti duraturi, amicizie così non si sciolgono mai nemmeno con la lontananza.

  20. In fuga da tutto, ci regala un immagine serena di un uomo tranquillo, che lavora come casellante, su un tratto di autostrada, poco trafficato. Chiuso nella sua cabina di vetro, Renato, tra un pedaggio e l’altro, durante le sue lunghe giornate legge, ed è questa la sua ricchezza. All’interno di quella cabina, rispetto all’esteno, aleggia la fantasia, e il mondo si dilata fino a diventare infinito.

  21. In un solo bacio si ritrovano sentimenti inespressi, racchiusi nel palmo di una mano e lanciati, accomagnati da un sorriso. Quel bacio lanciato, spontanemente da una prostituta nei confronti di un uomo che quasi ogni giorno passando dalla strada, la salutava con un ciao, equivale ad un petalo di rosa lasciato cadere sull’asfalto, un semplice gesto d’amicizia che a volte fà sentire meno soli.

  22. Ma dove vivete? E’ normale stabilire rapporti d’amicizia in questi ambiti, altrimenti non si chiamerebbero clienti, la prostituta lancia un bacio e lui saluta e le rose si possono anche regalare alle prostitute, come i ciao, insieme ai come stai? non è mica vietato?! Che ipocrisia parlare di delicati sentimenti.. Mi sembrate tutti una massa di ipocriti ben pensanti, daccordo l’autore sfiora appena l’argomento, ma è sotto inteso, ed è ridicolo che si continui su questa falsa riga, poesia e gentilezza, ma ci saranno pure, ma si mescolano ad altro. Altro luogo comune parlare di solitudine quando si parla di prostituzione, non è vero che centri solo la solitudine, c’è noia, rabbia e cento altri sentimenti in ballo, e ben in vista c’è anche la voglia di fare sesso, perchè no? .

  23. Caro Turi apprezzo la tua schiettezza e in buona parte condivido quello che scrivi, ma c’è un particolare su cui vorrei soffermarmi: In questo blog, spesso sono stati tratteggiati ritratti di donne, ritratti che riaffiorano da ricordi, o da vecchie fotografie, donne, reali e presenti , vicine talmente vicine che quasi si toccano, altre lontane svanite, quasi dissolte, e in tutti questi ritratti, spicca il fantastco mondo delle donne, e tra tante donne, c’è anche lei e in ogni donna c’è un pò di lei, negata, nascosta, esaltata, c’è lei, una dolce, e sensuale, prostituta, forse emarginata, o forse no, anzi forse innamorata del suo mestiere, sola o con figli, una donna, nelle sue mille sfaccettature, un mondo da scoprire.

  24. E’ dalla comparsa dell’uomo sulla terra,e in seguito con l’uomo delle caverne.. che alcuni uomini si tramandano il desiderio di essere riconosciuti come capo branco da parte dei maschi, e come inseminatori affidabili, da parte delle femmine del branco! Ora l’uomo contemporaneo preso da se stesso, non immagina neppure lontanamente, che la ragazza inglese, si era persa e che magari, aveva solo bisogno di un aiuto sincero. Di contemporaneo decisamente non ha nulla quest’uomo, è ottuso esattamente come un uomo primitivo!!!

  25. Mi piace questo blog e mi sa tanto che leggerò uno dei tuoi racconti…spero che tu dià un’occhiata al mio blog ci conto!

  26. il vecchio che si alza presto al mattino, al sorgere dell’alba, dona al lettore un immagine piacevole e positiva. L’alba è simbolo di rinascita, e il vecchio sembra saperlo, infatti è già affaccendato a preparare il materiale necessario per andare a “pescare”, altro simbolo di vita; ma c’è un terzo simbolo di vita positivo, ed è la bicicletta, che silenziosa attraversa la capagna mentre tutto intorno echeggiano i suoni e già s’illuminano i colori, la natura si è appena destata, e il vecchio si sofferma per godere di tanta bellezza e vorrebbe restare lì, in contemplazione, ma riprende il suo cammino, và verso il nuovo giorno, che si appresta a ad arrivare, pieno di speranze. La vita è come una bicicletta, se vuoi stare in equilibrio, devi muoverti .

  27. Il termine commento racchiude in sè, l’esposizione riassuntiva di ciò che si è letto e che s’intende criticare, corredata da un giudizio critico. Lasciare giudizi vaghi, tanto per lasciare una traccia disperata di sè e del proprio vuoto, sà di profonda noia, barattare poi la lettura di un proprio racconto per far si che si legga solo il proprio, sà di pochezza intellettuale .

  28. No sò se è giusto pensare chè c’è sempre un motivo perchè le cose accadano, sò che avvolte, abbiamo il sentore di quello che stà accadendo, ma preferiamo ignorarne i segnali, spesso evidenti, perchè non siamo pronti ad affrontarle.
    Diciamo che le cose accadono e non sempre per caso.

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