La fine del tempo.

                         Sto fermo, soltanto mi piego per un attimo leggermente in avanti, ad osservare le mie scarpe con le stringhe ben allacciate, ed il pavimento intorno, che noto di un colore verdastro, praticamente indefinibile; poi torno a posizionarmi nella mia normale posizione eretta, in piedi, immobile, con le mani dietro la schiena, solo, dentro … Continua a leggere

Due calci.

                          Il primo calcio Enrico lo aveva sferrato nel buio con tutta la forza che aveva, senza neppure pensare alle possibili conseguenze del suo gesto, ma quasi d’istinto, forse per allontanare il più possibile da sé quella minaccia, come per una sorta di spontanea autodifesa, immediata, semplicemente naturale. L’altro, pur piegandosi in due … Continua a leggere

Ritratto.

                         Alla fine lei resta seduta in cucina, accarezzando come fosse il gatto la sua vecchia sciarpa di lana appoggiata alla spalliera di una delle sedie. Devo uscire, mormora tra sé; indossare la gonna, la camicetta, un soprabito, le scarpe adatte, fare una lista delle cose che servono, ricordarmi le chiavi, il sacchetto della … Continua a leggere

Amore di mare.

                         Immagino le orme dietro di me, impresse sulla sabbia umida quasi in una linea ordinata e regolare, forse soltanto leggermente ondeggiante, mentre continuo a camminare sulla riva del mare deserto evitando con accuratezza di voltarmi indietro,  ad osservare la cruda realtà. Cammino senza una meta, cerco di godere del sole e di questo … Continua a leggere

Autoritratto n. 2.

                  Ultimamente aveva avuto l’impressione che molte persone lo evitassero. Non in maniera scoperta, tipo conoscenti che si giravano dalla parte opposta per non salutarlo o cose del genere. Però gli era parso più di una volta che camminando per strada, per esempio, la gente si scansasse leggermente al suo passaggio; oppure, quando certe volte era entrato … Continua a leggere

Al margine di qui.

                         Certe volte sono anche troppo serio e taciturno, specialmente sul lavoro, persino con i clienti che forse neppure lo meriterebbero. Non che svolga malvolentieri il mio mestiere, è solo che ci sono giorni in cui i pensieri quasi per magia riescono a prendere il sopravvento, ed io mi sento soltanto una comparsa in … Continua a leggere

Un passante.

                         Spesso riesco a provare soltanto questa angoscia sottile, pensa Roberto mentre sta seduto con la sua poltroncina di vimini nel giardinetto di quella abitazione condominiale dove vive al piano terra con la sua famiglia. Davanti alla casa c’è un cancello di ferro ben chiuso che ne delimita l’ingresso, e a destra e a … Continua a leggere

Chiuso dentro un pensiero.

                         Era uscito dal locale quasi con stizza. Aveva perduto a carte, anche se questo in fondo non era particolarmente importante. Però non era riuscito ad essere il giocatore di sempre, spiritoso, brillante, di compagnia. Si era lasciato andare anche ad un piccolo sfogo contro la sfortuna che secondo il suo parere lo aveva … Continua a leggere

Stretta dai sogni.

                         E’ soltanto il risveglio il vero problema. Io dormo e sogno, ed il mio mondo in questa fase meraviglia per la sua ricchezza. La donna in genere inizia la sua giornata per automatismi, assaporando a volte, insieme alla consapevolezza del giorno reale, il gusto residuo che certe volte trattiene del suo assopimento. Qualche … Continua a leggere

L’uomo contemporaneo, 2.

            Lui era entrato al caffè-lunch poco prima delle quattordici, ora di punta per quella tipologia di locale inserito in un contesto da quartiere dirigenziale di tipo avanzato. L’interno era giocato sostanzialmente sulla superficie di tre materiali: legno di ciliegio, acciaio inox con forme spigolose e taglienti, e soprattutto ritagli di specchi inseriti in ogni … Continua a leggere

Il collezionista

                        Sono un collezionista, inutile negarlo. Ho memorizzato i gesti, le espressioni, i modi di comportarsi e di parlare di decine di persone, e le ho condensati dentro di me, restituendo quasi inconsapevolmente, in ogni momento della mia giornata, una raccolta completa di tutto questo mio lavoro. In tanti anni ho sempre cercato di … Continua a leggere

La notte in città

                         Allungo una mano nel buio insonne della mia camera. Avverto il vuoto, e l’aria ferma, assieme a quel senso di protezione e di silenzio dato dalle pareti mentre racchiudono lo spazio finito di questa stanza. Mi metto seduto sul bordo del letto, non mi interessa neppure sapere che ore siano, mi basta immaginarmi … Continua a leggere

Un saluto frettoloso.

                        Forse, in tanti anni, ho soltanto cercato delle varianti, degli argomenti alternativi, delle possibilità differenti, che mi permettessero di non vedere quello che ero veramente, pensa Ernst; e tutto questo almeno fino a quando non ho conosciuto te, che mi hai fatto scoprire, soltanto con uno sguardo, la semplice umanità da cui ero … Continua a leggere

Piccoli spostamenti. 2.

                         Sono sempre più convinto che voi abbiate tutti torto, penso, che non valga neppure la pena di stare ad ascoltare le vostre parole, le spiegazioni insensate che riuscite a mettere assieme. Osservo la strada che scorre sotto alla mia terrazza, e mi viene da ridere nel vedervi piccoli, sempre di corsa mentre vi … Continua a leggere

Donna di fiume.

                         La casa sul fiume pareva come solcare incessantemente le acque, indirizzando la prua non verso una vera e propria direzione, ma quasi auspicando un mare remoto che doveva esserci per forza laggiù, da qualche parte, in fondo a quella corrente. Lei dalla finestra del primo piano osservava il tremolare dell’erba lungo la riva, … Continua a leggere

Una donna con la sua bicicletta. 2.

                         Soltanto pochi anni fa tutto mi sembrava ancora possibile. Avevo acquistato una bicicletta nuova, ed avevo iniziato a girare per tutte le strade di questa città che, per un motivo od un altro, non ero stata capace in tanto tempo di frequentare. Voltavo un angolo ad un incrocio, e improvvisamente scoprivo una prospettiva … Continua a leggere

Nascostamente

                        L’uomo ha come un gesto di stizza quando si rende conto, pensandoci, di ciò che in quel periodo gli sta capitando; poi, come ogni giorno, terminato il suo orario di lavoro, prosegue a camminare lungo la solita strada per tornarsene a casa. Inutile anche solo immaginare di scrollarsi di dosso tutte le preoccupazioni … Continua a leggere

Navigazione serena.

                          In questo reparto adesso c’è silenzio. Non è tardi, ma hanno già smorzato le luci, e si riesce soltanto ad avvertire ogni tanto qualche lontano colpo di tosse, ed un ronzio sottile, proveniente chissà da dove. Mi rivolto nelle lenzuola bianche del mio letto, cerco soltanto una posizione comoda e rannicchiata, immaginando questo … Continua a leggere

Pomeriggio ordinario.

                           Eleonora lo osserva con un leggero sorriso; lui adesso è tranquillo, e lei si sente come rassicurata dall’umore nuovo che come sempre si è manifestato in lui dopo una pillola calmante ed il tè bevuto caldo e a piccoli sorsi. In fondo, secondo il suo parere, sta tutto lì il segreto per … Continua a leggere

Il mio manichino (ritratto n. 11).

                        Cammino per strada, nella tarda serata. Ad un tratto vedo un uomo fermo a pochi metri da me. Mi osserva come stesse in attesa, quasi pronto a scattare. Non posso lasciargli credere che ho paura di lui, però siamo soli lungo quel tratto di strada, ed i lampioni illuminano a malapena la scena. … Continua a leggere

Dialogo n. 6. Conoscenza superficiale.

                         Il mondo, fuori dal finestrino del vagone ferroviario di seconda classe, appare a quell’ora quasi sempre il medesimo, con quel paesaggio monotono che scorre là fuori, composto dallo stesso susseguirsi di campi coltivati, di case e di qualche boschetto, ai piedi di alcune colline basse. La signorina Ester, anche quel giorno, seduta come … Continua a leggere

Quasi un pensiero completo (ritratto n. 10).

                       Cesarino tirava tardi, come sempre faceva quando passava da lì, appoggiato al bancone del bar con l’immancabile sigaretta, mentre mio padre proseguiva ad ascoltare divertito i suoi ragionamenti leggermente strampalati, e soprattutto a sistemare tazzine e bicchieri, preparando tutto quanto sarebbe servito per la nuova giornata di lavoro, la serranda del locale mezza abbassata, … Continua a leggere

Troppo sola (ripresa cinematografica n. 18).

                        Vago per strada, con un passo non troppo lento che attirerebbe gli sguardi dei maschi; però con noncuranza mi guardo attorno, e a chi mi cede la precedenza su questi marciapiedi, ingombri di gente, sorrido: in fondo non mi costa un bel niente, e forse per un attimo rendo felice qualcuno, penso. Avrei … Continua a leggere

Tutto superfluo (ripresa cinematografica n. 17).

                         Il chiarore del giorno sbianca poco a poco l’interno di questa mia stanza. Non trovo un motivo valido per starmene ancora qui ad osservare degli inutili dettagli fuori da questa finestra, ma spingermi fuori, per strada, senza neppure uno scopo preciso, in questa giornata qualsiasi, imbevuta di normalità, mi parrebbe come sentirmi ancora … Continua a leggere

Il compromesso (ripresa cinematografica n. 16).

                         Durante la prima sequenza, si osserva un uomo seduto dentro una stanza, e alle sue spalle, su un vecchio divano, suo padre, una persona ormai anziana, mentre sta leggendo un articolo sopra un giornale, senza, almeno in apparenza, minimamente preoccuparsi di altro. L’uomo lentamente si alza, osserva di sfuggita suo padre, e nota … Continua a leggere

Ciò che non ci si aspetta.

                        La chiave, una volta inserita dentro la toppa, nel cassetto della scrivania, girava ancora perfettamente. Il dott. Vincenzo da anni l’aveva tenuta nascosta tra le pagine di un libro posto in alto nella sua libreria, e soltanto agli inizi l’aveva fatta girare qualche volta nella serratura, ma adesso, e da tanto tempo, fingeva … Continua a leggere

L’altro da sé.

                       Spesso, se resto seduto su una panchina dei giardinetti vicino dove abito, mi viene voglia dopo poco tempo di alzarmi e di sgranchire le gambe in una piccola passeggiata. Altre volte, mentre cammino lungo il viale che costeggia questo mio quartiere, mi prende il bisogno di sedermi per riposare, limitandomi poi a restare fermo … Continua a leggere

Senza alcuna volontà (ritratto n. 8).

                           La signora Paola è da sola mentre attraversa a passo svelto la piazza del suo paese, e tiene la sua borsa ben stretta con sé, come a voler conservare qualcosa di particolarmente prezioso sotto ad un braccio. Sua sorella maggiore da un po’ di tempo non sta affatto bene, il medico si … Continua a leggere

La cosa meravigliosa.

                          Se guardo fuori dalla mia finestra, non credo proprio di fare niente di male, ma c’è sempre qualcuno disposto a pensare che io non abbia niente di meglio di cui preoccuparmi se non della vita che scorre davanti ai miei occhi, e che per tale ragione io sia soltanto un curioso, un … Continua a leggere

La salvezza.

                    Questo racconto breve non è più fruibile in quanto sotto contratto per Lillibook Edizioni.             Bruno Magnolfi