Senza alcuna volontà (ritratto n. 8).

            

 

            La signora Paola è da sola mentre attraversa a passo svelto la piazza del suo paese, e tiene la sua borsa ben stretta con sé, come a voler conservare qualcosa di particolarmente prezioso sotto ad un braccio. Sua sorella maggiore da un po’ di tempo non sta affatto bene, il medico si è espresso spiegando che ha bisogno di riposo assoluto, e lei sia ogni mattina che tutte le sere va da lei a darle assistenza e a sistemare le cose nel suo appartamento: le fa compagnia, sistema e cambia regolarmente quel letto in cui la sorella è stata piazzata, lava e pulisce ogni tanto i pavimenti di tutta la casa, poi acquista le provviste , le medicine e ciò che serve; quindi prepara qualcosa da mangiare per pranzo e per cena, approfittando del fatto che suo cognato è fuori durante tutta la giornata, impegnato nel suo lavoro. Poi, verso la sera, saluta la sorella, si assicura con un’ultima occhiata che tutto sia a posto, e con il medesimo passo con cui si è recata fin lì se ne torna fino a casa sua, ad occuparsi più o meno delle medesime cose che l’hanno tenuta impegnata per tutto quel giorno, accudendo suo marito che torna dal suo lavoro, e cercando di avere un pensiero per ogni cosa.

            Le hanno sempre detto che lei è la sola persona che nella famiglia funzioni da cardine per tenere uniti e solidali tutti quanti, ma certe volte si sente da sola, lasciata ad occuparsi di qualsiasi faccenda impegnativa. Spesso le pare che il suo ruolo sia superiore alle sue energie, ma non ha tempo di pensare a queste sciocchezze, il suo sacrificio è importante, pensa, e va portato avanti sempre con un sorriso sopra la faccia, per non far pesare ad altre persone niente di quello che lei sta facendo. Così tutto quanto procede in questa maniera, almeno fino a quando la sorella maggiore della signora Paola non viene trasferita d’urgenza nell’ospedale di una cittadina vicina, perché ha bisogno di assistenza e cure specifiche, e la signora Paola va con lei, si piazza notte e giorno accanto alla sua camera, e presidia il corridoio per non dare fastidio a dottori e infermieri, accettando di dormire su una vecchia poltrona in un angolo della corsia, e disinteressandosi completamente, da quel momento in avanti, della sua casa, di suo marito e degli altri parenti. Sistema la sua borsa in un armadietto, dimagrisce vistosamente in pochi giorni, ha la faccia perennemente disfatta, e grandi occhiaie di stanchezza disegnano sempre di più il suo sguardo ormai privo di qualsiasi sorriso.

Suo marito e suo cognato vanno da lei, cercano di parlarle, di farla ragionare, tentano di capire che cosa le stia succedendo, ma lei è convinta di ciò di cui deve occuparsi: ormai non sente più alcuna mancanza nella sua vita ordinaria, non le pare che ci sia più bisogno di lei nella sua casa, perciò è inamovibile. La signora Paola, con un’alzata di spalle, sostiene, con chi le fa questa domanda, che il suo compito è lì, che non deve lasciare mai sola sua sorella maggiore, e tutto il resto sono soltanto sciocchezze poco importanti. Anche la sorella, informata di ciò che sta succedendo, non riesce a comprendere cosa mai ci possa essere dietro al comportamento della sorella minore, che cosa le passi davvero dentro la mente. Qualcosa scricchiola con grande evidenza, se ne accorgono tutti, la signora Paola ha già manifestato qualche segno di un sicuro squilibrio, e lei stessa, durante una qualsiasi di quelle mattine, si sente male, e viene ricoverata nel medesimo ospedale dove si trova ormai da più di tre settimane, e a seguito del mancamento di cui è stata vittima, le viene diagnosticato qualcosa di serio che necessita di cure importanti.

Sembra che niente sia possibile recuperare, pensa il marito, e persino la sorella maggiore, che dopo qualche altro giorno viene dimessa da quella clinica, non sa spiegarsi che cosa sia realmente accaduto in quel breve tempo, ma la signora Paola adesso sembra quasi una candela che si sta spengendo con rapidità, e praticamente le sue condizioni peggiorano giorno per giorno. A chi va a chiederle come le vada, con qualche difficoltà adesso risponde: bene, qui non ho niente da fare se non riposarmi; forse non sono neppure più utile a niente e a nessuno, anzi, probabilmente sono per tutti soltanto un ingombro, ma non è colpa mia, le cose certe volte succedono, accadono anche indipendentemente dal resto, perfino senza volerle.

 

Bruno Magnolfi

Senza alcuna volontà (ritratto n. 8).ultima modifica: 2012-09-12T20:52:18+02:00da magnonove
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