Nessun seguito.

 

Quando suona la prima campanella, tutti i ragazzi entrano nel loro liceo senza troppa fretta, scorrendo il vasto corridoio fino ad infilarsi in piccoli gruppi nella propria classe. Qualcuno ha già battuto una mano sulla spalla di Lorenzo: si è saputo in giro del suo acclamato concerto tenuto al jazz club quel fine settimana, e in diversi hanno anche scoperto che di quella formazione, di cui lui è il batterista, fa parte persino Franca Neri, quella ragazza della loro classe, di poche parole, sempre un po’ per conto proprio, che fino ad oggi non ha mai rivelato a nessuno di suonare il pianoforte. Ancora qualche frase di compiacimento, poi ognuno raggiunge il proprio banco, appoggia i libri, si siede, in attesa dell’insegnante della prima ora. Franca non c’è oggi in classe: forse è ancora lì a godersi il successo della musica suonata nel locale, oppure le è venuta un po’ di febbre per l’intensità delle emozioni che ha provato. Lorenzo ne è dispiaciuto, desiderava molto parlare con lei questa mattina, magari durante la pausa tra una lezione e l’altra, e dirle così che era felice dei risultati della loro musica, che gli piaceva molto stare insieme a lei, che non riusciva a stancarsi mai di quei suoi modi. “Più tardi le farò una telefonata”, pensa adesso istintivamente, ma come per alleggerire quell’assenza inaspettata; “o magari le invierò un messaggio con il cellulare”.

Poi arriva l’insegnante di letteratura italiana, la signora Sarti, ed osserva per un attimo tutti i ragazzi della classe; quindi sorridendo si rivolge subito a Lorenzo, con maniere e parole semplici, per annunciargli, casomai non lo sapesse, che è appena uscito sul quotidiano cittadino un articolo sulla loro recente esecuzione musicale: <<molto incoraggiante>>, gli dice; <<sembra quasi, per il giornalista, che in giro ultimamente non si trovasse più nessuno disposto a suonare della musica come quella che riuscite a portare avanti voi col vostro gruppo>>. Lorenzo la ringrazia, in parte si sente intimidito dai tanti complimenti, così osserva di sfuggita gli altri ragazzi che lo guardano, e gli pare di poter raccogliere improvvisamente i frutti dei suoi diciotto anni dedicati a quella musica. I complimenti naturalmente sono rivolti adesso anche alla pianista, oggi sfortunatamente assente, visto che il giornale riporta in calce i nomi di tutti i componenti del quintetto. Lorenzo si sente maggiormente dispiaciuto, adesso che la mattinata poteva rivelarsi il giusto coronamento del sacrificio, suo e di Franca, di suonare e credere in quella loro musica, quasi da non sentirsi degno di quelle parole che comunque apprezza. Poi si passa subito ad esaminare i temi scolastici, ma lui, nel chiuso del suo banco, scrive immediatamente un messaggio a Franca: <<Come stai? Qui stanno tutti dalla nostra parte. Ed io sto dalla tua. Fammi sapere presto come va>>.

Lontano da lì Simone invece si sente disperato, anche se non può far altro che aspettare l’arrivo di qualche notizia su di sé. Ha telefonato a sua madre, che non chiedendogli niente di particolare, ha dimostrato subito di non essere al corrente del suo maldestro tentativo di sequestrare Franca. Quindi la ragazza non ha fatto il suo nome, almeno per adesso. In ogni caso, più trascorre del tempo e più le sue speranze di appianare tutto quanto si fanno probabili. Però lui comunque si sente male nei confronti della ragazza, che non avrebbe proprio voluto spaventare, come invece è successo, e che gli era stupidamente parso potesse addirittura stare al suo gioco, almeno per una serata, e fargli avere, tramite suo padre, qualche soldo di cui sente forte la necessità. “Idee da idiota”, pensa adesso, “che non avrebbero mai potuto avere un seguito positivo, neppure se avessi preparato le cose con una maggiore cura”. La sua fortuna, comunque, è stata soltanto quella di avere avuto, con estrema rapidità, un ripensamento totale, e poi l’abbandono di quel suo progetto.

<<Sto bene>>, risponde subito Franca a Lorenzo; <<ho avuto solo un piccolo problema, per questo oggi non sono venuta a scuola. Però mi fa molto piacere tutto quello che mi hai scritto. Domani ci sarò>>. “Forse dovrei dirgli tutto quello che è successo”, pensa però un attimo dopo; “anche per mettermi al riparo da ulteriori problemi che forse potrebbero anche insorgere. Ma è difficile, e poi devo riuscire a ripensare tutto quanto senza l’appannamento che mi provoca la paura che ho provato”. Quindi scende dall’auto di sua madre, e camminando insieme a lei entra dentro la Stazione della Polizia, per rispondere ad alcune domande generiche sui fatti, nella maniera esatta come si sono svolti, e per firmare una regolare denuncia contro ignoti, che probabilmente, così almeno le è stato detto, non avrà comunque alcun seguito.

Bruno Magnolfi

 

Nessun seguito.ultima modifica: 2021-11-29T16:48:56+01:00da magnonove
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