Ascolto emozionale.

 

Mi rendo conto che i miei pensieri spesso non sono molto rassicuranti nei confronti di chi mi incontra. Sto qui, mi guardo attorno, in genere cerco di essere più o meno come gli altri, eppure sono anche cosciente che dentro di me qualcosa tende continuamente a sfuggire ad un’immagine di tranquilla normalità. Nei miei itinerari non mi lascio influenzare da qualcuno in particolare, anche se è ovvio come ci siano dei maestri che più di altri hanno indirizzato fin dagli inizi le mie scelte, e così vado avanti come sempre è successo lungo la mia strada, affrontando le giornate con una calma determinazione, e se poi non riesco ad avere esattamente un comportamento simile a tutti coloro che mi stanno attorno, è soltanto perché in fondo sono preda di una personalità piuttosto introversa, e preferisco la maggior parte delle volte tenermi distante dalla gente. Non pretendo che qualcuno si metta d’impegno per comprendere qualcosa dei miei modi, non ne sento affatto la necessità. Piuttosto vorrei si conoscesse il percorso, a mio parere costellato di difficoltà, che fin da subito ho intrapreso nel tentativo di riuscire in seguito ad esprimere compiutamente tutto me stesso.

Questo è esattamente quanto mi piacerebbe poter dire di me forse tra dieci oppure anche quindici anni, quando tutto quello a cui adesso, che sono poco più di un ragazzo, mi sto preparando con un certo sacrificio, mostrerà finalmente un suo vero senso esplicito, un significato che qualche volta in questo periodo pare sfuggire persino a me stesso. E’ una riflessione alla quale comunque mi preparo fin da subito, perché so che sarà questo il modo giusto per seguire una strada che si mantenga su una linea del tutto personale, un tracciato che mi faccia sentire libero fin da ora nei miei comportamenti, ma che allo stesso tempo sia cosparso di determinazione. Ho scelto uno strumento a fiato per esprimermi, questo mio meraviglioso sassofono soprano, ed ho deciso che la musica da abbracciare per me non sarebbe mai stata banale, pur nell’ambito già abbastanza di nicchia in cui ho scelto di suonare. Lo so che sono circondato da una scarsa comprensione, perlomeno in questo momento, ma tutto ciò non ha poi molta importanza, lo ribadisco, perché so che sarà soltanto in seguito, quando il mio modo di essere avrà raggiunto una reale maturità, che allora si potrà dare un giudizio più compiuto su tutte le mie scelte.

Alla mia età generalmente si vive alla giornata, senza starsi a preoccupare troppo di ciò che potrà essere il futuro; ma per me è diverso, quello che conta del presente è la sua potenziale proiezione nel domani, e quando oggi sento il suono uscire da dentro al mio strumento, so che sarà quello a dirigere nei prossimi anni ogni mio passo, come se in qualche maniera la mia strada fosse già segnata, qualsiasi cosa possa accadermi. Naturalmente, durante tutto questo sforzo, ho sempre tentato di trovare dei compagni di percorso che abbiano nella mente più o meno i miei stessi ideali, e sono molto contento in questo momento di essere uno dei componenti di un quartetto jazz con il quale io e gli altri stiamo mettendo a fuoco le linee guida di ciò che dovrà essere nel prossimo futuro il mondo musicale dentro al quale muoverci, spesso spronando noi stessi, anche tecnicamente, nel tentativo continuo di migliorare il nostro ruolo, e soprattutto far maturare le idee migliori che riusciamo ad avere in corso d’opera, mentre modifichiamo poco per volta la struttura della musica che cerchiamo di suonare. Ascoltiamo tutto ciò che fanno gli altri gruppi, affiniamo ogni dettaglio delle nostre proposte, e soprattutto proviamo e riproviamo tutti i pezzi che mettiamo assieme con una fiducia sfrenata nei risultati a cui prima o dopo potremo finalmente giungere.

Comunque non mi lascio mai prendere dalla tecnica del mio strumento quando suono: pretendo sempre dalle mie dita, mentre mettono in azione le chiavi del sassofono, quasi un prolungamento della voce e del mio stesso respiro, e che queste diano un seguito semplice e fedele al pensiero che continuamente scava dentro la mia testa, come se non ci fosse nient’altro di importante, solamente la possibilità di trasmettere qualche emozione in chi ha voglia di seguirla.

Bruno Magnolfi

Ascolto emozionale.ultima modifica: 2021-09-06T14:29:27+02:00da magnonove
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