Evitiamo l’evitabile.

 

Tino la guarda, Silvia sorride. Hanno sempre fatto così, specialmente quando, in altri momenti, si sono dati appuntamento per passeggiare tenendosi per mano e senza alcuna fretta, compiendo qualche camminata lungo il tranquillo fiume cittadino, oppure per le strade del centro del paese, durante parecchi dei loro pomeriggi liberi. Davanti allo schermo adesso Tino invece cerca di affermare con la sua voce calma e dolce, anche per un conforto, che illuminata da quella luce della lampada da tavolo, lui riesce a vederla anche più bella di allora, e lei si schernisce, perché sa che così va a finire che si fa rossa sopra le guance, e la sua timidezza in questo frangente non le pare un sentimento adeguato. Stanno andando avanti in questa maniera ormai da un bel pezzo, tanto sanno bene come non ci sia altro da fare, e si rivedono sugli schermi ad orari prefissati, come se ci fosse quasi un appuntamento di lavoro a cui tener fede, collegandosi tra loro per mezzo dei propri elaboratori, visto che nessuno dei due ha ancora maturato la voglia o la forza di lamentarsi troppo della situazione, almeno fino al punto da prendere altri provvedimenti. Ci sono dei giorni comunque in cui non riescono neppure a trovare più degli argomenti per conversare, e quindi hanno imparato a lasciare tra loro ogni tanto una lunga pausa silenziosa, magari intervallata da qualche sorriso, e rimanendo semplicemente davanti ai rispettivi tavoli di casa per lasciarsi riprendere dall’occhio elettronico, come se questo bastasse per arrivare a comprendersi e a nutrire ancora il loro affiatamento. Qualcosa stride, è evidente, ma fingono sempre di non accorgersene troppo.

Non abitano neppure molto distanti tra loro, però hanno la residenza in due comuni differenti, e proprio per questo soltanto vedersi di persona risulta per loro due oramai soltanto un problema. “Non importa”, fa Silvia sempre disposta ad accettare ogni situazione. “Va bene anche così”. Tino torna a guardarla e forse gli sembra soltanto uno spreco di tempo e di energie rimanere collegati soltanto per via elettronica, quando sa che i desideri di ognuno sarebbero parecchio diversi. Però ogni poco le fa un complimento, considerando di non riuscire a trovare molte altre cose importanti da dirle. In certi giorni le parla del suo lavoro di magazziniere, ridotto di parecchio con la crisi sanitaria sempre in atto, e lei lo ascolta, gli dice che passerà, che ci vuole pazienza, che le cose tra non molto si aggiusteranno, ed altre frasi del genere; però Tino si sente sempre più sfiduciato, ed anche quel rapporto tenuto in piedi soltanto con le telefonate e con quel sistema di videochiamata, gli pare che sfugga giorno per giorno ai loro desideri, come fosse sempre più carente di quella passione che un tempo provavano. Queste cose naturalmente lui non le dice mai, un po’ perché confida nel fatto che tutto in breve tempo possa tornare com’era, tanto da concedere a loro due la possibilità di una relazione decente; e poi anche perché, affrontando così frontalmente in questo momento il problema principale, gli parrebbe di non mostrare a lei troppa fiducia in quel futuro, e quindi di non credere troppo neppure al loro rapporto e a quanto possa mostrarsi duraturo.

Perciò intessono sempre una conversazione leggera, priva di temi importanti, spesso composta solo da molte sciocchezze che proseguono a confidarsi nel tentativo di scambiare l’uno con l’altra quel senso di intimità che sembra venire a mancare sempre di più. Già qualche volta Tino ha pensato di fingere una mancanza di collegamento dalla rete per non trascorrere le serate in questa maniera. Ma anche Silvia ha pensato qualcosa di simile, perché sente sempre di più che le cose alla lunga non possono riuscire a funzionare in questa maniera. Intanto comunque proseguono a fissare ogni giorno quei loro appuntamenti, anche se ritrovare ognuno la faccia dell’altro sopra lo schermo, produce in tutt’e due un senso poco incoraggiante di ordinaria abitudine. “Oggi mi sento piuttosto contento”, fa Tino per rinfrancarla; “mi fa davvero piacere”, risponde Silvia. Però ognuno di loro sa che le cose si romperanno ben presto, e che non ci potrà essere alcuna possibilità per evitarlo.

Bruno Magnolfi

Evitiamo l’evitabile.ultima modifica: 2021-01-22T20:27:54+01:00da magnonove
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