Arrivederci.

 

“A chi vuoi che interessi adesso se ci mettiamo qua ad analizzare il momento storico per comprendere meglio come possa essere più adeguato muoversi”, fa lei. “Avremmo dovuto trovare un mestiere serio quando era il momento, diciamoci la verità, invece di tirare a campare come abbiamo sempre fatto fino ad oggi, collezionando tante piccole sciocchezze che abbiamo voluto chiamare esperienze, messe in fila una dietro l’altra, e che hanno avuto l’unico scopo di farci sopravvivere alla meglio, magari con l’illusione di poterci sentire più liberi, senza un vero padrone sopra di noi”. Poi abbassa lo sguardo, forse è un’ammissione un po’ troppo dura, quella che ha appena fatto, ma prima o dopo doveva pur dirlo, era assolutamente inevitabile, anche se adesso appare un giudizio quasi definitivo almeno su tutta una parte della loro vita di coppia. Lui in questo momento non la guarda neppure, forse perché sa che lei ha pienamente ragione. Saltare da un lavoro provvisorio ad un altro, anche se in fondo loro due sono ancora piuttosto giovani, rischia di diventare, per persone come sono lui e lei, ormai uno stato quasi definitivo, e guardare al futuro in questa maniera non è semplice, specialmente se ad ogni fine mese non riesci mai a mettere da parte almeno qualcosa. “Certo”, fa lui dopo un po’. “Avremmo potuto fare altre scelte, ma non era da noi tentare strade molto diverse da quelle che abbiamo intrapreso. Poi adesso tutto si sta facendo più incerto, ed anche quelli che credono di poter contare su un futuro tranquillo, non si sono certo resi conto che presto cambieranno le cose per tutti, e anche per loro”.

Lei sistema qualcosa nella credenza della cucina, lui prosegue a starsene seduto con le braccia appoggiate sul piccolo tavolo dove loro due hanno finito di cenare da poco. Da qualche tempo le serate finiscono spesso con delle discussioni antipatiche, scambi di opinione che certe volte nascondono una certa insoddisfazione, con parole che mostrano un latente nervosismo accumulato nel tempo, spesso dato dall’essere coscienti di vivere alla meglio in due semplici stanze d’affitto, senza potersi mai permettere qualcosa di più, e senza una prospettiva molto diversa da quella che hanno sotto agli occhi ogni giorno. Di fatto non si sono mai posti davvero una prospettiva differente, senza pensare troppo seriamente ad intraprendere qualcosa di alternativo, forse perché fino ad ora è parso ad ambedue che fosse giusto così, almeno per tutto quel tempo in cui hanno finto di essere ancora dei ragazzi. Adesso però le cose hanno iniziato ad essere piuttosto diverse, ed anche le loro idee più marginali hanno iniziato a non collimare perfettamente.

Lei si sente una persona pratica, una che va al sodo delle questioni; lui al contrario sembra uno a cui piace mettere in mostra delle teorie, in maniera da rendere quasi scontate tutte quelle cose che sono già state previste nelle sue riflessioni. “Dobbiamo muoverci”, fa lei, “oppure non avremo più tempo per farlo”. Lui rimane ancora in silenzio, si alza, va verso l’acquaio, inizia con calma a lavare a mano le stoviglie che hanno utilizzato per il loro pasto. Esistono due fasi differenti secondo lui: una in cui si affrontano i gesti ordinari da compiere, ed una in cui si riflette su ciò che si è fatto. Ed il tempo per questi due aspetti viaggia a velocità differenti. “Ma no”, fa lui alla fine; “non dobbiamo preoccuparci; la nostra situazione è in via di miglioramento, ne sono più che sicuro”. Lei lo guarda con espressione dubbiosa, si siede, si versa ancora un dito di vino, poi cerca di scegliere le parole più adatte per fargli presente quello che sta pensando. “Me ne vado”, gli fa; “almeno per qualche tempo devo starmene per i fatti miei, e riflettere meglio su tutto quello che abbiamo diviso fino a questo momento. Tra qualche tempo magari potremo riparlare di tutto”.

Lui si interrompe nella sua attività, la guarda per un lungo momento, sorride, poi dice: “mi sembra proprio che ogni decisione ormai sia già presa, non sarò certo io ad ostacolarti in questi tuoi propositi”. Lei va da lui, lo stringe un momento da dietro contro di sé, mentre lui prosegue a tenere immobili le mani dentro l’acqua tiepida, poi gli dice: “ciao”, come fosse la parola finale; quindi si gira, prende il suo zaino ed infila rapidamente la porta di casa.

Bruno Magnolfi

Arrivederci.ultima modifica: 2021-01-25T19:47:26+01:00da magnonove
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