Soltanto sé stessi.

 

Negli ultimi tempi, in mezzo a tanti altri impegni, Federico ha iniziato, ma forse per semplice curiosità, a frequentare un paio di ragazzi, studenti del suo stesso Liceo, che in certi pomeriggi si ritrovano con altri in una specie di magazzino fuori mano dall’ingresso quasi anonimo, dove però figurano, sopra tutte le pareti dell’interno, dei manifesti e delle scritte inequivocabili, in cui si parla di nazione, di italianità, di freno per l’immigrazione dall’Africa, di famiglia naturale, di recupero delle proprie tradizioni, e della sinistra come disastro nazionale. Una parola molto usata in quell’ambiente, e che gli è subito saltata agli occhi, è stata: sicurezza; peraltro declinata in ogni salsa, e tutti là dentro, ogni volta che parlano, discutono, oppure esprimono i propri pensieri, riescono ad infilarla dentro alle più svariate frasi, quasi come se lo scopo di tutte le altre forze sociali e politiche che si battono per degli ideali, fosse semplicemente il suo esatto contrario. Federico agli inizi è rimasto piuttosto estraneo ed indifferente a quegli slogan e a quelle parole d’ordine, ma l’esaltazione evidente in tutti gli altri, durante quelle due o tre volte che ha accompagnato gli altri in quella sede, lo ha rapidamente trascinato e quasi infervorato, come se anche per lui, che sinceramente non si è mai interessato di politica, all’improvviso fosse chiaro ed esatto quel percorso di rivendicazione riferito a qualcosa del quale sentirsi defraudato. <<Mi sembra interessante>>, ha addirittura spiegato quando uno dei suoi compagni di scuola presente gli ha chiesto che cosa ne pensasse. <<E poi non c’è niente di strano nel pretendere più pulizia e più sicurezza nelle nostre città>>.

Una volta a casa ha ripensato a tutto quanto, e gli è sembrata una bella sensazione quella di sentirsi parte di un’organizzazione che lotta per ottenere qualcosa, come se la forza accumulata da diversi individui disposti a mettersi in gioco fosse già sufficiente a produrre una vera diversità sociale rispetto a chi risulta passivo nei confronti degli interessi nazionali. Naturalmente non ha parlato con nessuno di queste sue simpatie pur embrionali, né con i compagni all’interno della sua classe di liceo, né in modo assoluto con la sua famiglia, dove non si è mai accennato apertamente alla politica oppure a cose di quel genere. Però ha iniziato subito a porsi delle domande che fino adesso non aveva mai affrontato, e se tutti i membri della sua famiglia sono sempre apparsi ai suoi occhi degli individualisti impegnati ognuno esclusivamente nei propri interessi, da ora in avanti lui sente vagamente nascere una certa curiosità intorno alla natura dei loro veri modi di essere. Su suo fratello poi, che non ha mai fatto cenno di alcuna opinione intorno ai fatti della politica, gli pare a Federico che quasi una struttura rigida avvolgente la sua stessa persona, proprio non gli permetta alcuna assimilazione con una organizzazione di quella natura, tanto da relegare ogni possibile attività intellettuale e di pensiero solo allo studio accurato e puntiglioso di testi e manuali capaci di spiegare esclusivamente il punto di vista altrui, senza richiedere mai una vera visione collettiva delle cose.

Ma cosa importa tutto questo, pensa adesso contemporaneamente Federico; l’essenziale è sentirsi adeguati, al posto giusto, capaci di affrontare la realtà con gli strumenti migliori possibili. Sicuramente suo padre si è posto già molte volte il quesito circa quale governo, quale tendenza politica, quali ideali debba portare avanti la nazione in cui è nato e in cui si è sempre trovato ad abitare. In questo naturalmente c’è anche la voglia di un futuro migliore, la speranza che le cose siano in grado di mostrarsi più adeguate a ciò che le persone si attendono dalla realtà in via di trasformazione. Però forse suo padre ha sempre e solo cercato migliori condizioni di lavoro, uno stipendio più adeguato, dei vantaggi più utili per sé e per la sua famiglia, restando indifferente al resto delle persone che non conosce e che direttamente non hanno niente a che fare con lui. Anche sua madre, con ogni probabilità, non si è mai soffermata troppo a riflettere sugli altri, sulle persone distanti da lei, su tutti quegli individui che le restano distanti, indifferenti, estranei, persino disinteressati alla sua solita giornata di casalinga e di madre di famiglia.

E quindi Federico si sente da solo nel portare avanti le proprie riflessioni sulla società da cui si trova circondato. Pulizia e sicurezza, sono queste le parole che più di tutte continuano a risuonargli forte nelle orecchie. D’improvviso gli sembra proprio che quella sia però la strada più adatta a lui: quella che lo mostrerà come colui che risulta capace perfino di meravigliare coloro che lo circondano, evidenziando la sua personale attitudine di preoccuparsi anche per gli altri, e di allargare così i propri pensieri, le proprie idee, i propri ideali. Perché il futuro, almeno secondo lui, può essere modificato soltanto da chi impone a sé stesso questo piccolo salto di qualità, questa accelerazione improvvisa, questo rendersi capace di riflettere per tutti quanti, e non soltanto pensare a sé stessi.

Bruno Magnolfi

Soltanto sé stessi.ultima modifica: 2023-07-07T15:40:44+02:00da magnonove
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