Senza mai tornare indietro.

 

Lui non vorrebbe dare troppo a vedere che ci tiene a passare per un tipo a posto, che sa quello che vuole, che riesce ad usare la testa, anche se ogni tanto però sembra impacciato, come dovesse scegliere con cura ogni gesto, parola, espressione, per essere del tutto a proprio agio. Certe volte resta immobile, come a mostrare che è sempre il pensiero la sua priorità, anche se in qualche altro caso si comporta quasi come uno sciocco. Entra nella tavola calda, sceglie un tavolino, si siede senza fretta, dando sempre priorità in ogni gesto a colei che stasera lo accompagna. Ha compreso perfettamente che se non riuscirà ad essere all’altezza della situazione probabilmente questa sarà l’ultima possibilità che gli è data per uscire insieme con questa ragazza, e forse per questo motivo si sente un po’ nervoso, anche se riesce a nascondere abbastanza questo stato d’animo. Lei si siede, appoggia la sua borsetta su una sedia libera, apre subito la carta dei cibi, vi getta un’occhiata senza troppo interesse, ma quasi nel tentativo di non perdere del tempo. Poi, assieme, ordinano del vino bianco, accompagnato da due piatti semplici, di carne con delle verdure. <<Il sindacato, poi, ti ha fornito qualche indicazione utile a proposito del futuro dell’Ufficio Postale?>>, fa lei. Lui si guarda attorno, come per scegliere le parole giuste da pronunciare, poi dice: <<Purtroppo no, solo le cose che già sappiamo tutti>>.

Lei allora inizia a parlare di un particolare personaggio che sta studiando, e della difficoltà che incontra nel modulare la voce nella maniera adatta. <<Non è facile comprendere bene la psicologia di qualcuno che neppure si conosce>>, dice con convinzione; <<e poi interpretarne la personalità, il carattere, tutte cose che alla fine devono risultare naturali, sovrapponendosi l’una all’altra; però è assolutamente affascinante, mi sento elettrizzata per ciò che sto facendo>>. Lui annuisce con interesse, domandandosi contemporaneamente il significato finale di uno sforzo del genere, ma lei sembra intuire esattamente quella perplessità, così prosegue: <<Naturalmente il mio scopo non è fare l’attrice; mi basta sfiorare questo mondo, comprendere almeno qualcosa di quello che lo caratterizza>>. Lui trova all’improvviso un dettaglio dentro di sé, che forse adesso può tornargli utile, perciò dopo un momento dice: <<Mi piacerebbe comunque andare con te a teatro per assistere ad una commedia, magari dopo aver studiato con te la storia che viene rappresentata>>. Lei sorride, gli dice che pensava addirittura di andarci da sola, perché non ha nessuno che conosce veramente interessato a questo tipo di spettacoli.

Lui ride, forse pensando ai cittadini di Calci, o almeno a quelli che ogni giorno frequentano il loro Ufficio Postale, poi ribadisce: <<Davvero, le cose spiegate da te prendono subito un significato importante, e sono sicuro sarebbe una serata preziosa, da trascorrere con grande piacere>>. Lei adesso lo guarda con maggiore attenzione, forse nell’intento di scoprire quanto di ciò che sta ascoltando sia esattamente la verità, poi getta un’occhiata intorno al loro tavolino, ma soltanto per raccogliere le forze, e dire di colpo: <<Ti ringrazio, ma non mi va di chiederti un sacrificio>>. Lui non ribatte, lascia che la pausa si allunghi, sorride, prende lentamente un sorso del suo vino, infine dice soltanto: <<Puoi decidere tranquillamente, quello che ti sembra meglio; per me entrare nel tuo mondo è sicuramente qualcosa che desidero fortemente>>. Adesso è lei che non sa come prendere le distanze da un’affermazione così diretta, e forse, all’improvviso, ma con grande naturalezza, con spontaneità, va con le sue dita a sfiorargli quella mano un po’ tozza che sta appoggiando sul piano del tavolo il bicchiere che aveva tenuto stretto per un attimo, come se avesse gradito quel suo atteggiamento e la risposta che le ha dato. Poi proseguono a mangiare.

Qualcosa è scattato, pensa lui; in fondo è una brava persona, riflette lei; ed improvvisamente si sentono sicuramente più vicini, non tanto per aver messo a punto un comportamento univoco, quanto perché ambedue sembrano voler rompere quell’involucro di monotonia che spesso li sovrasta, ed anche se non esistono dei veri elementi che possono agire da collante per due persone come loro, ugualmente si è costituito adesso un piano comune su cui possono in qualche modo ritrovarsi. <<Starò in un angolo>>, dice ancora lui quasi sottovoce; <<e rispetterò in silenzio il tuo coinvolgimento dentro lo spettacolo. Non chiedo di meglio, se non assaporare il tuo interesse>>. Passa il cameriere, a portare via con professionalità i loro piatti vuoti. Loro si guardano, è una situazione usuale, quasi comune, quella che probabilmente stanno mettendo in atto; eppure, c’è qualcosa che ancora sfugge in mezzo a queste deboli sensazioni, come se fosse doveroso mettere a punto parecchi altri dettagli, prima di potere condividere davvero qualcosa che abbia importanza. Lo sanno, ne hanno piena coscienza, ma ciò non toglie che qualcosa indubbiamente abbia iniziato a dipanarsi, e nessuno dei due da questo punto sembra desideri tornare indietro.

Bruno Magnolfi

Senza mai tornare indietro.ultima modifica: 2023-03-23T20:52:51+01:00da magnonove
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