Scarsa illuminazione.

 

<<Alberto Parrini!>>, dice quasi urlando la signora Vanni, la direttrice, mentre esce da dietro al paravento dove ogni mattina trascorre come minimo una buona parte del suo orario lavorativo, mentre peraltro all’interno dell’ufficio postale tutto in quel momento sembra tranquillo. Lui solleva rapidamente gli occhi dal grosso bancone su cui smista solitamente i pacchi, la posta ordinaria, ed anche le raccomandate che giungono in agenzia ogni giorno, lasciandoli preparati per le varie consegne oppure per le notifiche, e con sguardo interrogativo si alza in piedi, pronto già per ricevere l’ennesima lavata di capo relativa a qualche errore commesso. Ma stavolta, fortunatamente, non sembra proprio niente di grave, e la strega, così come l’appella lui quando ne parla con i colleghi, si calma subito nello scorrere anche le ultime rassicuranti parole di una comunicazione scritta che le è appena stata inviata, terminando comunque con il solito ammonimento a prestare maggiore attenzione al proprio lavoro. Laura, come al solito, sta allo sportello del pubblico, seduta dietro al classico vetro divisorio, e continua a parlare con un anziano cliente chissà di che cosa, tanto che, come di norma, non sembra neppure accorgersi di ciò che avviene all’interno dell’ufficio postale, e mentre ad Alberto fa innervosire già soltanto essere chiamato in quell’ambiente col proprio nome completo e a voce alta, a lei, come di regola, non giunge neppure l’eco di quel suo nome. Invece, stavolta, dopo un lungo momento, si gira, getta un’occhiata con indifferenza verso il retro dell’agenzia, infilando lo sguardo tra le porte spalancate che dividono gli ambienti, e poi sembra vagamente sorridere, quasi per interpretare i pensieri degli eventuali clienti in attesa. Alberto la guarda solo un momento, e dentro di sé decide con stizza che non cercherà neppure oggi di chiederle un nuovo appuntamento, immaginando così di farle pagare quel suo divertirsi alle proprie spalle.

Gli altri impiegati non sembrano dare molto peso alle cose che avvengono intorno ai colleghi, anche se in qualche occasione sono venuti fuori certi dettagli, parlando dei soliti argomenti in voga là dentro, che hanno dimostrato quanto il loro apparente atteggiamento di disinteresse per il pettegolezzo, sia in fondo soltanto una posa, e come tutti invece abbiano occhi, ed anche orecchie, estremamente vigile, tanto che niente là dentro riesce mai a passare del tutto inosservato. Laura, sostanzialmente, è solo una ragazzona annoiata che vive ancora con i propri genitori, forse incapace di frequentare delle amicizie sufficientemente forti, in grado di trascinarla fuori da casa; per lei le cose importanti avvengono, o non avvengono, tutte all’interno dell’ufficio postale dove lavora, per cui, anche se cerca di dimostrarsi sempre e soltanto annoiata di qualsiasi piccolezza possa venire a conoscenza, in realtà poi è pronta a registrare dentro di sé ogni tessera di un più grande mosaico in cui crede di tradurre la quotidianità del paese in cui abita e che vede passarle ogni giorno di fronte, di cui l’ufficio postale, a suo personale parere, risulta il centro focale, il luogo cioè in cui si vanno a raccogliere i risultati di ogni vicenda dei suoi concittadini. L’altro si chiama Gino, ed è un uomo ossuto, poco lontano dall’età pensionabile, silenzioso e dall’indole solitaria, che a volte sorride, quando qualcuno spiffera agli sportelli del pubblico qualcosa di cui non è a conoscenza, ma che non fa mai delle domande dirette, cercando di apparire il più possibile persona riservata.

Per Alberto, sono già quasi cinque gli anni che è riuscito a trascorrere dentro a questo ufficio postale, ed anche se per questa occupazione lavorativa è stato fortemente raccomandato da suo zio vicesindaco nella scorsa amministrazione della cittadina, in realtà diverse volte ha già maledetto in cuor suo il giorno in cui è entrato per la prima volta là dentro. La direttrice, di visione politica diversa da suo zio, non ha mai digerito del tutto l’aver visto giungere, ed aver dovuto sopportare, proprio uno come lui dentro l’agenzia che dirige, e se ha abbassato la testa fino ad oggi, è stato puramente per spirito di servizio, visto che all’epoca si era avvertita tutta la necessità, da quel momento in avanti, di nuove e più giovani forze dentro gli uffici postali. Non a caso l’anno seguente, dopo l’inizio del servizio di Alberto, era stata assunta, anche se per un periodo limitato, la stessa Laura, che subito aveva dimostrato alla direttrice le sue capacità sia di stare al pubblico, che di mostrare pazienza con qualsiasi cliente, tanto da riuscire ad essere nuovamente richiamata in servizio, dopo pochi mesi, una volta terminato il suo primo contratto. Fu esattamente in quel momento che Alberto, in un giorno in cui il suo umore era alto, ebbe il coraggio di chiederle nascostamente di vedersi più tardi, nella serata, e lei, trattenendo una risata piuttosto fuori luogo per un caso del genere, accettò quell’invito, fissando l’incontro vicino casa sua, dove Alberto l’attese, per quasi mezz’ora, dentro la sua utilitaria, presso un angolo fortunatamente poco illuminato, lungo la strada principale del loro paese.

Bruno Magnolfi

Scarsa illuminazione.ultima modifica: 2022-12-10T16:22:47+01:00da magnonove
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