Lotta sociale.

 

Spingendoci a nord, e poi piegando con determinazione verso occidente, sembra di respirare un’aria di libertà praticamente sfuggita alla ragione fino ad oggi, almeno tra i muri delle nostre case monotone. La strada asfaltata diventa subito il percorso per un nuovo rinascimento, e gli spazi alle spalle vecchi retaggi di mentalità ferme e incapaci. La gente compatta sfila intanto lungo i  viali larghi e accoglienti, e si definisce da sé con l’indumento più ironico e semplice possibile, mentre il nemico senza logica appare costituito da quei rappresentanti che per semplice mandato dovrebbero curare i guai di tutti. Che cosa importa essere qua soltanto per godere di qualche giorno di vacanza: l’elemento essenziale sta nel ritrovarsi proprio al posto giusto, o almeno poco lontano da dove accadono le cose, quasi nel luogo dove si trasformano rapidamente tutte le idee, innalzandosi e proiettandosi con determinazione verso il futuro. Ci sono degli errori, c’è la violenza di qualcuno che rende tutto quanto poco accettabile, e poi però c’è la necessità della gente di tornare ad essere promotrice dei cambiamenti e della presunta giustizia sociale.

Qualcuno storce la bocca, altri sostengono che tutto questo putiferio non potrà mai avere un vero futuro, ma alla fine in molti ci credono, e qualche piccolo esponente populista cerca di cavalcare la protesta, dando fiato alle parole d’ordine e facendo eco a ciò per cui si marcia. Il collante di tutto quanto è la spontaneità, e l’appuntamento inevitabile con ogni sabato di calendario, scandisce ormai da tempo quei ritrovi semplici e sentiti. Loro quattro non hanno scelto di andare in territorio francese per ciò che sta accadendo da quelle parti oramai da diversi mesi; ma forse adesso il solo accostarsi a qualcosa di storico e importante, appare a tutti, fin dal momento della partenza dall’Italia, un inevitabile rendersi conto di quanto sia fondamentale essere così capaci e sensibili da avvertire il soffio di quel vento, pur debole ed incerto, del cambiamento possibile.

Sandra coltiva dentro se stessa un’idea di fondo che si trattiene dal confidare agli altri, mentre Renato, Lina ed Antonio proseguono a mostrare un’indifferenza almeno di facciata verso quelle manifestazioni, pur conservando un moto critico e poco incline a giustificare tutte le vicende. Intanto si muovono rapidamente con il loro camper noleggiato, lungo la A71 da Lione a Bourges, e l’impressione che tutto comunque avvenga là attorno, si mostra ad ogni chilometro come un impulso essenziale a mostrarsi attenti, ricettivi e perspicaci. Essere proprio là dove succedono le cose, sembrava il modo giusto di viaggiare appena un attimo prima di partire, anche se poi fare rotta con decisione verso la costa atlantica, sembra in questo momento quasi il tentativo di schivare di colpo tutti i problemi seri e le prese di coscienza inevitabili, per ripiegare verso la tranquillità di una normale qualsiasi vacanza, senza avvertire neppure l’ombra di una sommaria preoccupazione. Forse sarebbe anche più facile ostentare una ordinaria insensibilità a quanto va accadendo, ma il fatto di sentirsi in qualche modo toccati dalla realtà di questo momento, fa in modo che ognuno dei quattro provi dentro se stesso un moto d’ansia, una nascosta condizione di vaga inquietudine, una debole angoscia insomma, anche se ovviamente inconfessata.

Poi ci sono le tante soste negli affollatissimi autogrill, dove ci si incontra con gli individui più comuni, magari proprio quegli stessi che di sabato indossano la casacca gialla e vanno per strada a dare forza al malcontento. Ecco, è proprio in questi luoghi che prende forma all’improvviso la consapevolezza: ci si riposa, si va in bagno, si ordina al banco un semplice caffè, e intanto si avverte molto chiaro quello che qui, in lingua francofona, è per tutti la tematica del giorno, qualcosa che a nessuno permette di restare in un ambito neutrale, ma costringe subito a schierarsi, senza neppure troppi distinguo. Se ne potrebbe provare simpatia, magari fino a un certo punto, così come potrebbe essere bello far parte della schiera, anche se uno strano spirito di individualità è subito pronto a tirarci indietro, magari per semplice paura di qualche conseguenza, e a tenerci fuori materialmente da quanto sta accadendo. Si ascoltano però con interesse acceso le parole che vengono scambiate tra la gente, e ci si confonde con rapidità tra tutti, dando forse retta superficialmente a chi sul momento ha soltanto la voce più potente. Però la nostra, in fondo, è solamente una vacanza, si torna presto a sostenere; non potremmo mai far parte davvero della lotta.

Bruno Magnolfi

Lotta sociale.ultima modifica: 2022-04-11T17:09:23+02:00da magnonove
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