Nessuna comprensione.

 

Diario. 9°giorno. Non ci capisco niente. Sembra che ognuno di noi quattro, dentro questo stramaledetto camper, dica continuamente e con ferma convinzione delle cose diverse dagli altri. Personalmente, giusto per distrarre la mente, mi sono ridotta a leggere in silenzio qualsiasi cosa possa capitarmi sotto agli occhi, e quando proprio non ho altro di cui occuparmi, ad andarmene in giro da sola assieme al mio cane, anche se lui non ne ha voglia, in qualsiasi occasione e per qualunque motivo ci fermiamo, pur di non dover parlare con nessuno qua dentro, tanto meno con mio marito. Non ci sono state discussioni, nessuna polemica, neanche un bisticcio, eppure ci siamo rapidamente allontanati l’uno dall’altro. Pare quasi che adesso ciascuno di noi stia praticamente rincorrendo una propria personale vacanza, lasciando solo a delle parole ordinarie e a dei gesti consueti e scontati, tutta la socialità residua rimasta disponibile. Trascorriamo ogni giornata tutt’e quattro assieme ad occuparci del pranzo, della cena, degli acquisti, delle pulizie, del trasferimento da un luogo a quell’altro di questa variegata costa francese, eppure continuiamo a farlo come degli automi, senza più quello spirito iniziale che avrebbe dovuto sorreggere tutto il resto del nostro meritato periodo di ferie. Ho provato ad accennare l’argomento a mio marito, ma lui ha subito alzato una spalla, come per mostrarsi assolutamente distante da certe preoccupazioni. Abbiamo tutti trovato qualcosa di cui occuparci individualmente, e ci impegniamo in quelle minute attività senza più scambiarci alcuna confidenza. Anche perché in questo momento ogni parola usata per avvicinarci suonerebbe del tutto falsa, ed allora è quasi meglio evitarla.

Mi sono chiesta più volte, nelle ultime giornate, se fossi la sola ad avvertire queste sensazioni, però osservandolo un po’ meglio, anche Antonio mi è parso sensibile a queste problematiche, tanto che ho cercato di restare da sola con lui in diverse occasioni per approfondire l’argomento. Così proprio stamani siamo andati, solo noi due, a fare delle compere in un piccolo mercato dalle parti di Morlaix, in Bretagna, e mentre si stava scegliendo con calma la frutta e la verdura migliori, purtroppo scarse in questo periodo dell’anno, ho chiesto a Toni come stessero andando le cose con sua moglie. <<Parliamo poco>>, ha detto lui alzando le spalle; <<certe volte pare quasi che lei si sia trasferita in un’altra dimensione, ed osservi ciò che la circonda con gli occhi di una persona miope, che non riesce a mettere a fuoco la visione completa. E per colmo adesso sembra persino che incolpi me dei suoi affanni>>. Mi è venuto un po’ da ridere, anche per alleggerire questa strana situazione, e così mi sono stretta per un attimo ad un braccio di Antonio, mostrandogli così la mia solidarietà, ma lui mi ha guardata per un lungo momento mostrando una certa soddisfazione, come se avesse atteso a lungo quel mio semplice gesto. In fondo l’amicizia è una grande risorsa, ho pensato; e poi siamo persone che si conoscono oramai da tanto tempo, e perciò scambiarsi delle intimità torna persino naturale.

Quando siamo tornati nel camper eravamo già più allegri di quando lo avevamo lasciato, ed aver ritrovato Lina e Renato con i loro soliti musi lunghi, e sistemati uno da un lato ed una dall’altro, ci ha fatto probabilmente pensare all’unisono che forse il problema sostanziale di questa vacanza possa essere dato proprio da loro due, e dall’incapacità che dimostrano nell’essere dei veri amici. Così abbiamo tirato fuori una tipica torta francese saint-honoré, acquistata naturalmente per addolcire la giornata, e proprio mentre la facevamo vedere agli altri due, ecco che loro per un solo attimo si sono scambiati una rapida occhiata d’intesa, come se avessero avuto uno stesso identico giudizio sui nostri comportamenti. Mi è parso strano tutto ciò, ma non ho certo voluto rompere quella parvenza di armonia improvvisa, per questo con indifferenza mi sono messa subito a riporre gli acquisti negli scomparti del cucinotto, mentre Antonio saliva in cabina di guida ed avviava il motore per spostare il camper in qualche luogo panoramico lungo la costa.

Adesso credo che tutto si sia fatto ancora più complicato, e quando mi sono messa a leggere ad alta voce, traducendolo per tutti, un articolo di un quotidiano dove si parla delle ragioni che in questi giorni stanno portando i gilet gialli a manifestare per le strade della Francia, qualcuno con un gesto della mano mi ha chiesto di smetterla, come se fossero argomenti noiosi e privi d’importanza. Mi pare quasi impossibile; e trovo tutto questo quasi assurdo, come non avessi mai compreso nulla.

Bruno Magnolfi

Nessuna comprensione.ultima modifica: 2022-04-08T18:13:30+02:00da magnonove
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