Mi sento una persona ambigua, anche se questo atteggiamento in fondo non mi dispiace neanche troppo manifestarlo, almeno in certe occasioni. Fa parte di me, del mio modo di essere, forse non potrei mai neppure mostrarmi in altro modo. Guardo Sandra adesso, per esempio, e mi pare di non avere praticamente più niente da spartire con lei, nonostante siamo state quasi amiche intime fino ad oggi, e tutto questo anche nell’arco di parecchi anni. Il fatto è che questo viaggio dentro al camper che abbiamo noleggiato, secondo me ci sta fortemente allontanando tutti e quattro uno dall’altro, anche se non c’è stato niente di particolare tra di noi a minare davvero le nostre relazioni. Forse sono soltanto dei differenti punti di vista proprio sulle ordinarie sciocchezze quotidiane di vita comune, che adesso risultano capaci di distanziare sempre di più i nostri modi d’essere e di comportarci. Lei certe volte si fissa facilmente su qualcosa, e poi è disposta a sostenere la sua posizione con fermezza, a qualunque costo, senza venire quasi mai a più miti consigli.
Suo marito Renato invece è per me la vera rivelazione di questi ultimi giorni. Non lo avevo mai calcolato come un tizio così vicino alla mia stessa maniera di vedere le cose, ma da quando siamo partiti con il camper lui si è mostrato ai miei occhi totalmente differente da come l’avevo sempre conosciuto e immaginato. Per fortuna sua moglie non sospetta minimamente proprio nulla di questa nostra particolare simpatia, e poi per noi due comunque tutto ciò si sta rivelando soltanto una specie di semplice gioco, qualcosa che a tratti coltiviamo anche con una certa intensità, ma soltanto come un’amicizia di viaggio, e niente che possa preludere a qualcosa di diverso. Mi rendo sempre più conto, in questo modo, che ormai è sufficiente un’occhiata tra me e lui per comprendere al volo i nostri pensieri rispettivi; è una specie di sintonia comune quella che si è creata tra noi due, tanto che, almeno in certi giorni, Lina e mio marito paiono come restare un passo indietro, forse incapaci di comprendere davvero quelle cose che per noi due invece appaiono piuttosto chiare ed evidenti. Ogni sera tiriamo tardi dentro al camper, tutt’e quattro seduti a tavola a parlare di qualcosa, e magari facciamo anche dei programmi, ci scambiamo persino qualche battuta, una volta consumata la nostra cena lenta ed immancabile, e a quanto sembra tutti i pensieri miei e di Renato che cerchiamo semplicemente di esternare, appaiono d’improvviso capaci di muoversi su dei piani estremamente differenti dai ragionamenti che ci propongono i nostri rispettivi coniugi.
Socchiudo gli occhi adesso mentre il camper mi sballotta leggermente sulla strada minore che corre serpeggiando lungo la costa. Mi piacerebbe poter stare da sola almeno per un po’, rifletto, ma capisco che non si possono certo avere troppe pretese durante una vacanza come questa. Renato, dal fondo della nostra casa viaggiante, in questo momento sta guardando con scarso interesse qualcosa sullo schermo del suo immancabile telefono, ma ogni tanto getta un’occhiata rapida anche verso di me, come per riconfermare la sua presenza a breve distanza, e magari attrarre su di sé la mia attenzione. Se ci penso bene, invece, al contrario di quello che probabilmente sta pensando lui, adesso non trovo neppure delle grandi differenze tra Renato e mio marito. Mi sembrano sostanzialmente delle persone abbastanza simili, piuttosto pasticcioni tutt’e due, e anche superficiali, poco capaci di comprendere davvero la psicologia di chi sta loro attorno; sicuramente dei buoni amici tra di loro, senza dubbio, anche se persino questo in maniera piuttosto blanda, quasi priva di un vero e proprio impegno. Però sono forse davvero io quella sbagliata, mi convinco facilmente quando ci rifletto; annoiata di tutto e indifferente a quanto mi capita attorno, e magari proprio per questo disponibile con facilità a qualsiasi strana stupidaggine si possa presentare.
Vorrei divertirmi, perdere la testa, lasciarmi andare a qualche sciocchezza difficilmente condivisibile. Forse Renato mi seguirebbe subito, se per esempio decidessi di mettere le gambe a bagno nelle onde che si infrangono su una di queste larghissime spiagge della Manica, nonostante il freddo intenso delle giornate di febbraio. Potremmo ridere fino alle lacrime rabbrividendo per il gelo. Oppure bearsi di qualcosa raramente già provato. Non so, potrei stare insieme a lui, magari per un giorno o due, ad assaporare il gusto della novità, se in qualche modo fosse possibile. Ma poi la solita noia di sempre sono sicura riprenderebbe in me il sopravvento su ogni altra cosa, rendendo di nuovo tutto quanto soltanto un’apparenza assolutamente momentanea.
Bruno Magnolfi