Fretta improvvisa.

 

Il nostro camper oggi ha iniziato a produrre un inquietante rumore durante la marcia. Antonio naturalmente si è subito preoccupato di individuarne il motivo, ma non trovando niente di anomalo sotto al cofano del motore, si è dovuto presto convincere che dovevamo cercare velocemente un’officina per le riparazioni. Così dopo avere consultato il manuale di bordo ed aver prontamente telefonato al noleggiatore del nostro mezzo, abbiamo deciso di fare rotta rapidamente fino a Brest, dove abbiamo consegnato la nostra casa viaggiante ad un solerte e rassicurante meccanico. Niente di troppo preoccupante, siamo riusciti a comprendere dalle parole in stretto dialetto francese con cui si esprimeva insieme a grandi gesti quel riparatore, ma in ogni caso è apparso subito chiaro che dovevamo starcene in giro a piedi per tutta quanta la giornata, nell’attesa che il mezzo fosse restituito a noi nella sua piena efficienza. Così abbiamo iniziato col fare un giro panoramico per la città affacciata su un’enorme rada marina, ma senza una meta precisa, limitandoci a visitare il grande e variegato porto e le piazze poco lontane dal mare, anche se poi ci siamo infilati in un locale per stare un’ora al caldo a bere qualcosa. Senza la nostra piccola casa, improvvisamente, ci siamo sentiti come sprovvisti di tutto, ed anche se abbiamo cercato di ingannare il tempo in ogni maniera, alla fine ci siamo tutti ritrovati infastiditi e un po’ nervosi.

<<Ci mancava anche questa>>, ha ripetuto Sandra diverse volte a voce alta, senza che nessuno naturalmente avesse aggiunto qualcosa alle sue parole. Lina invece è rimasta quasi sempre perfettamente in silenzio, come se tutto quanto non la riguardasse in una maniera diretta. Renato ed Antonio al contrario si sono dimostrati in grado di affrontare piuttosto bene la giornata da trascorrere in emergenza, e nonostante non avessero in mente delle grandi proposte, hanno comunque cercato di spendere questo tempo come una semplice e allegra variante alla nostra vacanza. Persino Ettore, il nostro piccolo boxer, è parso apprezzare la novità del viaggio, scodinzolando spesso a tutti e quattro, e mostrandosi piuttosto tranquillo e di compagnia. Alla fine ci siamo decisi a visitare il Museo Nazionale della Marina, nei pressi del grande porto militare, all’interno di un imponente castello medievale, dove ci siamo dilungati, anche senza troppo interesse, ad osservare le innumerevoli decorazioni navali, sparpagliandoci in tutti i monumentali ambienti interni ed esterni. Lina, mentre si era attardata da sola ad osservare dei fregi antichi, ad un tratto si è ritrovata accanto Renato, che silenziosamente l’ha affiancata sorridendo, passandole con leggerezza un braccio attorno alla vita, e sussurrando malizioso che si stava annoiando.

Lei gli ha rivolto una rapida occhiata, e poi si è sciolta subito da quell’abbraccio, ma senza usare dei modi troppo sgarbati; quindi ha finto di essere attratta da qualcosa su quella guida illustrata che le avevano consegnato all’ingresso. <<Stai esagerando>>, gli ha detto in seguito, quasi per riportarlo ad un comportamento più adeguato. Lui non ha saputo come neutralizzare quell’affermazione, così si è limitato ad osservare qualcosa esposto lì accanto. <<Dobbiamo usare accortezza>>, ha aggiunto però Lina dopo un attimo, forse per la sensazione di essere stata anche troppo dura e precipitosa. Così sono andati a sedersi sulla panca di una sala, e mentre lui le stava dicendo a bassa voce che se fossero stati soli avrebbe avuto qualche idea su come comportarsi, è arrivato Antonio, il marito di Lina. Lui sembrava abbastanza interessato da quella esposizione, ma aveva appena perso di vista Sandra, che fino ad un attimo prima era stata assieme a lui nella sala di fianco. La decisione immediata di rimanere uniti e di cercarla mentre si spingevano verso l’uscita è apparsa naturale, così, senza troppo affrettarsi, sono andati a completare l’itinerario espositivo delle sale interne. Però la moglie di Renato non è stata trovata, sembrava quasi avesse voluto nascondersi, oppure essere uscita dal museo addirittura prima di loro. Nelle parti esterne ci sono dei piccoli sottomarini arrugginiti sistemati in bella mostra sul prato attorno al castello, ed allora i tre hanno guardato in ogni zona anche là attorno, tra quelle vecchie navi che oramai non navigano più, ed improvvisamente ecco che lei era proprio lì, quasi all’uscita, ferma, apparentemente tranquilla, forse con un’espressione più seria del solito, ma sostanzialmente la medesima di sempre. Anche il piccolo cane Ettore era con lei, forse soltanto un po’ affaticato, magari soltanto proprio per il lungo percorso fatto tutto con il guinzaglio corto; oppure per l’impegno di aver dovuto seguire per tutto il tempo la sua padroncina, e da ultimo anche a passo svelto, quasi con una certa fretta.

Bruno Magnolfi

Fretta improvvisa.ultima modifica: 2022-03-02T18:50:37+01:00da magnonove
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