Meccanismi imperfetti.

 

<<Inutili, adesso mi pare siano stati del tutto inutili>>, dice Sandra con voce piuttosto stridula e nervosa, forse per mostrare il suo disappunto nel rendersi conto che le grandi manifestazioni di piazza delle ultime settimane non stanno dando i risultati che i dimostranti avevano sperato, e quello che rimane ogni volta alle spalle dei gilet gialli lungo le strade delle maggiori città francesi, è soltanto il ricorso evidente e inaccettabile ad una violenza gratuita che ormai viene sfoderata come una ribellione generica contro il sistema. Gli altri tre dentro al camper si limitano ad ascoltare le notizie che la loro piccola televisione portatile trasmette con continuità, senza mostrare alcuna voglia di commentare quelle notizie in diretta. In un primo momento forse quello era sembrato ai suoi occhi un nuovo modo di imporre i diritti della gente su un governo miope, ma alla lunga neppure Sandra riesce ormai a giustificare quello che realmente sta accadendo a Parigi e nelle altre parti della Francia. <<Basta>>, dice alla fine tra sé; <<mi sembra che possa essere giunto il momento di finirla con questo scempio>>. Renato si alza dalla sua sedia pieghevole e si versa qualcosa in un bicchiere, dopo che gli altri hanno rifiutato il suo invito a bere insieme a lui. Poi indossa il suo giaccone pesante ed esce alla svelta da dentro il camper, perché fuori tira ancora vento, e in un attimo l’aria all’interno, che grazie alla stufetta è bella calda e piacevole in questo mese invernale, pare subito svanire, con una semplice folata.

Anche Lina si alza, e forse tra i suoi tanti desideri, se fosse possibile senza sollevare sentimenti avversi, le piacerebbe poterlo raggiungere anche magari soltanto per scambiare con lui due parole, e in ogni caso adesso non desidera farsi ritrovare nella stessa posizione, quando Renato avrà terminato di fumare la sua immancabile sigaretta e rientrerà. Così va a sistemarsi sul davanti del camper, sedendosi sulla cassapanca laterale per occuparsi di qualcosa che tira fuori con attenzione da dentro il suo capiente zaino. Antonio resta immobile, e poi dice qualcosa sottovoce a Sandra che è rimasta seduta al tavolino, ma nemmeno lui sembra abbia voglia di dire qualcosa su quei fatti che fior di giornalisti proseguono a trasmettere e a commentare dentro al piccolo schermo ancora acceso. <<Domani, se vuoi, potremo fare un salto fino a Nantes, giusto per visitare la città, e magari renderci conto di persona di quello che mormora la gente in merito a tutto questo sconquasso>>, le dice con espressione seria e disponibile. <<Non so>>, fa Sandra sottovoce, <<in fondo non ci tengo molto, e poi non vorrei che questa improvvisa deviazione dal nostro itinerario costiero disturbasse gli altri. Magari sarebbero persino disposti a dire che va bene senz’altro anche a loro, salvo poi sbuffare di nascosto, subito dopo>>. Antonio la guarda, sembra suggerire direttamente con la propria espressione una certa solidarietà nei confronti dell’amica, ma Sandra adesso non si sente nelle condizioni di poter accettare quello sguardo, pur ricco di significati.

Il centro abitato del piccolo paese di La Hague, sul promontorio della Normandia, non è lontano, e in fondo bastano appena dieci minuti a piedi per raggiungerlo, tanto che per la serata loro quattro avrebbero deciso di andare ad infilarsi in una birreria che hanno intravisto passando durante il pomeriggio, tanto per fare qualcosa di diverso che non sia lo starsene rintanati dentro al camper parcheggiato; ma adesso, dopo aver cenato silenziosamente, qualcuno sembra non manifesti più quella intenzione. Antonio propone comunque di fare due passi lungo la via costiera, magari con il cane Ettore, ma alla fine ad accettare l’offerta di andare insieme a lui è stato soltanto il solito Renato. Così le due donne restano sole dentro al camper, e ne approfittano subito per riassettare tutte le cose in disordine e per dare una ripulita a tutto quanto, ma lo fanno in silenzio, occupandosi di zone diverse dell’abitacolo. Qualcosa si è leggermente incrinato nella loro amicizia di lunga data. Forse anche per un diverso modo di interpretare questa vacanza, o magari per certe piccole differenti manie che ogni tanto mostrano l’una o l’altra nel portare avanti le attività quotidiane in spazi così ristretti come sono quelli di un camper. Ma soprattutto è la gelosia a farla da padrona.

A Sandra pare impossibile che improvvisamente suo marito possa mostrarsi così accondiscendente con Lina; e quest’ultima, che dal proprio marito Antonio sembra adesso tenersi sempre un po’ a distanza, non perde occasione in questi giorni per sottolineare la vicinanza di vedute del suo coniuge proprio con Sandra. Insomma dei sentimenti vaghi ed incrociati, delle sensazioni che evidenziano qualcosa che forse non funzionava alla perfezione già in tempi precedenti, ma che questo viaggio sta portando adesso sempre più verso la luce.

Bruno Magnolfi

 

Meccanismi imperfetti.ultima modifica: 2022-02-11T16:06:38+01:00da magnonove
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