Valvola di sicurezza.

 

Diario. 3° giorno. Stasera abbiamo cenato presto, e quasi per tutto il tempo in maniera silenziosa, dopo che io e Lina, già a fine mattinata, eravamo andate quasi senza parlarci a fare degli acquisti in alcuni negozi di generi alimentari dalle parti attorno a Saint-Malo, estasiandoci comunque della vista sull’oceano e di questa costa meravigliosa. Qualcuno, forse proprio Antonio, il marito di Lina, ha deciso di volgere la direzione di marcia del nostro camper, già dai prossimi giorni, verso la Normandia, percorrendo le strade costiere lungo La Manica, ed io naturalmente non ho avuto niente da ridire. Lina invece mi è apparsa, durante tutta la giornata, decisamente sfuggente, come se cercasse di evitare con me qualche argomento, però non ne vedo affatto il motivo e proprio non capisco cosa mai possa avere da nascondere. Però è del tutto evidente che sono soltanto fatti suoi, ed io non sono certo il tipo di persona che cerca di curiosare tra le cose degli altri, questo è chiaro. Renato e Antonio poi, mentre erano da soli, hanno controllato a fondo tutto il nostro mezzo, e si sono anche recati presso un grosso distributore di carburante, dove hanno controllato l’olio, fatto il pieno di nafta, di acqua per il bagno e per i servizi, e anche di gas per il cucinotto ed il riscaldamento interno con motore spento. Siamo tutti molto contenti e soddisfatti di questo camper che abbiamo noleggiato: ci pare molto affidabile, ben studiato nei particolari, e alla fine anche estremamente confortevole.

Il nostro cagnolino non sembra soffrire neppure troppo del viaggio, anche se appare subito molto contento ogni volta che ci fermiamo per portarlo in giro a piedi. Sembra quasi più affettuoso di sempre in questi giorni, forse perché si rende conto della gita straordinaria che stiamo vivendo insieme a lui, e magari anche della stranezza nel trovarsi ad ogni sosta davanti a nuovi panorami, con una vegetazione spesso differente, ed anche con tanti nuovi odori fuori da qui. Con lui e con il camper naturalmente ci siamo già scattati tutti e quattro parecchie fotografie, anche se forse è il caso di moderarci, considerato, come sempre succede, che quando infine torneremo a casa, avremo voglia di rivedere soltanto le immagini più belle e significative. Però la cena silenziosa di stasera mi ha lasciato un po’ di amaro, come se aleggiasse nell’aria qualcosa di irrisolto, o addirittura si fosse diffuso il sentore, in qualcuno di noi, dell’aver sbagliato scelta nell’accettare una vacanza come questa. Personalmente invece ne sono contenta, anche se mio marito da quando siamo partiti sembra stare più attento ai giudizi che possono avere su di lui Toni e sua moglie Lina, che non io stessa. Non mi sento del tutto messa da parte, però speravo che queste settimane potessero segnare per noi due un riavvicinamento progressivo, che invece pare non decollare troppo.

Mi sembra addirittura, in qualche momento, di non aver compreso qualcosa, come se tutti e tre i miei compagni di viaggio fossero coscienti di un particolare in merito al quale io non sono stata messa al corrente, o che forse non sono riuscita minimamente a cogliere, neppure nel momento stesso in cui si è verificato. Inutile fare delle domande, nessuno mostra la minima volontà di fare chiarezza, quasi che dietro alle loro strane occhiate che ogni tanto sembrano scambiare, si nascondesse una piccola realtà a dir poco inconfessabile. Forse tutto quanto è frutto soltanto della mia immaginazione, sicuramente devo sgombrarmi la testa al più presto da questi pensieri poco edificanti, e mostrare di più il mio carattere ottimistico, almeno per ricominciare alla svelta a vedere le cose in modo più solare, sgombro da queste nuvole scure che magari non hanno proprio alcun significato, e servono soltanto a rovinare le giornate. Mi sento in colpa però, quasi inadeguata ogni tanto, come se a me fosse preclusa la possibilità di collocarmi allo stesso livello degli altri. C’è stato un periodo, durante la mia adolescenza, in cui mi sono sentita più o meno così, ma erano soltanto ragazzate, a quell’epoca, delle timidezze, semplicemente sciocchezze senza importanza. Adesso invece provo la preoccupazione di non riuscire a rimediare in nessun caso tutto ciò che di me appare sbagliato, e su questa base mi guardo attorno con una crescente perplessità. Certo, non sarebbe proprio questo il momento migliore per riflettere su cose del genere, però non so proprio come si faccia a decidere quale sia il momento adeguato; e poi: la sensibilità giusta per accorgersi di qualche problema che ci sormonta, spesso è del tutto momentanea e irrazionale; inconcepibile tentare di farne una semplice valvola di sicurezza, si rischia soltanto di veder rompere tutto.

Bruno Magnolfi

Valvola di sicurezza.ultima modifica: 2022-02-02T18:30:19+01:00da magnonove
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