Improvvisamente normale.

 

Loro due adesso si sono piazzati nella parte posteriore del camper, seduti al tavolino accanto all’enorme lunotto, impegnati, ma senza troppa attenzione, in un semplice gioco di carte, mentre Sandra ed Antonio invece se ne stanno davanti, nella cabina di guida, oltre la porta di separazione, a scegliere le strade migliori su questa costa normanna oggi quasi primaverile, così come in questo momento si mostra, tutta piena di sole. Lina osserva le sue carte da briscola con calma, come vedesse attraverso di loro qualcosa che forse potrebbe addirittura sfuggire alle persone comuni, impiegando un tempo infinito prima di prendere qualsiasi decisione di gioco. Renato sta attento, sa perfettamente che non è un caso se loro due si sono ritrovati da soli là dietro, e resta comodamente seduto ed immobile di fronte a lei, quasi indifferente, nell’attesa che Lina dica qualcosa, oppure che prenda una qualsiasi iniziativa. Il panorama che scorre là dietro, fuori dalla loro temporanea casa su ruote, appare affascinante, con la vasta campagna verde, ondulata su piccoli poggi ricorrenti, ed il semplice profilo dell’Inghilterra, che appare appena accennato, grigio ed immobile oltre le acque scure della Manica. Si sono già fermati a visitare con un certo rispetto la grande abbazia di Caen, ed adesso stanno scorrendo lungo il Parco Naturale locale, in attesa di arrivare a dei punti panoramici sopra le rocce a picco sull’oceano. “Non c’è niente da dire”, pensa lei senza mai alzare lo sguardo, cullata dal brusio ovattato del motore a basso regime di giri; “però mi piacerebbe che lui mi sfiorasse, mi desse un segnale, provocasse in me quei brividi che in questo momento sono sicura di poter avvertire fortissimi, anche per un minimo gesto”.

È stimolante immaginarsi qualcosa di assolutamente proibito, quasi come riconoscere la propria personale incapacità nel tenere a freno certe sensazioni dilaganti. In fondo risulta del tutto possibile, anche se non certo auspicabile, inciampare in alcuni errori di percorso, lasciarsi andare talvolta a dei richiami profondi che superano qualsiasi ragionevolezza. Lei si sente indubbiamente attratta da Renato, nonostante non sappia assolutamente come poter portare avanti una cosa del genere, forse anche perché non esiste nessun buon motivo per dare un seguito vero alle sue sensazioni. Poi lui si muove, le sfiora un ginocchio con una mano, sotto al piano del tavolo, quasi per scuoterla, e lei prova un brivido incontenibile, come si trovasse in alto sopra un dirupo, senza riuscire ad evitare la voglia profonda ed illogica, quasi un bisogno ineluttabile, di gettarsi all’improvviso nel vuoto. Lui sorride, lei allunga un braccio oltre le carte da gioco sul tavolo, lui le accarezza le dita, lei chiude gli occhi, il tempo si annulla per un lungo momento, il viaggio diventa improvvisamente solo una semplice scusa, una piccola cornice attorno ad un quadro che si presenta nitido ed anche essenziale, dentro al quale si muovono, tra lampi veloci di ogni colore, alcuni desideri inconfessabili, delle attrazioni che possono soltanto restare tali, come due galleggianti abbandonati alle onde e ai marosi sull’oceano là fuori, privi di una qualunque propria volontà, insomma alla deriva, disposti ad accettare qualsiasi soluzione possa presentarsi dal vicino orizzonte.

Un avvallamento sotto alle ruote del camper scuote l’intorpidimento di cui loro due sono preda, così lei ritira la mano, lui cerca una parola adeguata per definire qualcosa, purtroppo senza trovarla, anche se poi di colpo dice che sono due pazzi, laddove era forse più adatto che fosse stata proprio lei a dire una cosa del genere. <<Non avrei mai creduto ad una storia così>>, spiega invece Sandra forse per darsi un contegno, magari per giustificare il proprio comportamento leggero, privo di qualsiasi razionalità, di cui conserva anche una certa vergogna. <<Certe volte le situazioni marciano in avanti da sole>>, fa lui sottovoce, subito vagamente pentito di aver detto così, come se desse per inevitabile quello che stanno provando. Lei pensa invece che non c’è un vero motivo per smuovere troppo il richiamo che avverte dentro di sé: loro due si conoscono da anni, hanno trascorso insieme ai rispettivi coniugi altri periodi di vacanza, quindi si sono ritrovati da soli in varie diverse occasioni, a condividere delle piccole e comuni attività, ma niente tra loro è mai minimamente accaduto, niente ha fatto mai sospettare qualcosa che mostrasse anche solo un accenno di quel magnetismo che adesso sembra nei due ormai dilagante.

L’amicizia e la simpatia tra due persone possono rimanere tali per sempre, niente fa supporre una loro trasformazione. Poi il camper si arresta, loro due riprendono immediatamente con il buffo gioco di carte, Antonio si affaccia un momento dalla cabina per avvertire i due di qualcosa, e tutto sembra quasi sospendersi, come se quel breve tempo trascorso si potesse di colpo soffocare così. Anche se tutto, adesso rovesciandosi, torna d’improvviso normale.

Bruno Magnolfi

Improvvisamente normale.ultima modifica: 2022-01-16T19:13:35+01:00da magnonove
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