Qualcosa di importante.

 

Naturalmente tutti quanti trovano bellissima Concarneau, con i suoi famosi bastioni e le sue mura d’altri tempi. Comunque aver lasciato il camper in un parcheggio custodito, ed aver fatto un giro a piedi tutti assieme lungo questa città fortificata, è stata sicuramente un’ottima idea, anche se adesso, seduti ad un tavolino di un caffè proprio sul mare, sembriamo quasi quattro sciocchi ragazzini che giocano soltanto a perdere del tempo con argomenti leggeri e piccole battute spiritose. Ci stiamo annoiando, questo è il punto, ed anche se finora ogni piccola scaramuccia tra di noi è rientrata rapidamente già nei giorni scorsi, forse perché alla fine siamo anche persone responsabili, questa vacanza alla lunga sta mostrando però qualche nervo scoperto, che forse proseguiamo a fingere di non voler vedere. Non capisco, per esempio, per quale strano motivo mia moglie Sandra, generalmente piuttosto espansiva, è sembrata quasi ignorarmi nelle ultime giornate; mentre Toni, allontanato per qualche attimo dal suo ruolo di autista in capo del nostro mezzo, è sembrato perdere rapidamente qualsiasi altro interesse alla vacanza e al giusto svago che siamo venuti a cercare fino in Bretagna. Addirittura in certi momenti lui nei miei confronti mi è parso quasi a disagio, come se non contassero più niente tutti gli anni di confidenze e di amicizia tra di noi, tali da farci superare insieme certe volte anche dei momenti poco favorevoli.

Parigi, con la sua gente in rivolta, da qui sembra proprio lontanissima, e le notizie sulle proteste di piazza contro il governo, che infiammano queste giornate sui boulevards, appaiono adesso, dal nostro punto di osservazione, quasi dei gesti assurdi. Ci avvolgiamo subito e con facilità nel nostro lecito desiderio di godere appieno la vacanza, anche se per ognuno di noi forse non pare poi del tutto necessario, perché sembra chiaro come la realtà distaccata e sonnacchiosa almeno di questa estrema provincia francese, venga comunque facilmente in nostro aiuto, mostrandosi sempre un po’ in affanno nel comprendere davvero e nel reagire a tutti quei fatti così crudi. <<Domani andiamo a fare visita ai menhir>>, dico tanto per darci delle prospettive leggere, ricordando una meta che agli inizi del viaggio avevamo già indicato. Lina annuisce con un leggerissimo sorriso sulle labbra. Ho sempre l’impressione che lei abbia in mente qualcosa che io stento proprio a comprendere, e dopo che mi ha sfiorato con un bacio, appena un paio di giorni fa, adesso ho quasi paura di rimanere per combinazione da solo insieme a lei. Tra due o tre giorni ancora dovremo riprendere la strada verso casa, e forse ci sarà la possibilità di affrontare prima o dopo gli argomenti di cui tirare i fili, piuttosto che fingere non sia successo niente, giusto per vigliaccheria. Forse però, a pensarci meglio, non è successo davvero niente di importante, e tanto varrebbe forse restare indifferenti a tutto, proprio come in questo momento.

Sandra, davanti a questo pallido sole invernale, si è messa con la faccia stesa e gli occhi chiusi a godere appieno del tepore dei suoi raggi, ma in qualche momento lei sembra quasi un felino pronto a difendersi, e forse persino ad attaccare. <<Tu, cosa vorresti fare>>, le chiedo tanto per sentirmi rispondere almeno qualcosa. <<Certo>>, fa subito; <<i menhir vanno assolutamente visitati>>. Gli altri sembrano adesso quasi senza una vera e propria opinione, perciò archiviamo l’argomento dando l’idea per approvata, ma siccome è ancora presto, a Toni, che sta osservando la cartina tirata fuori adesso da una tasca, viene a mente di dire che per la cena potremo trasferirci dalle parti di Quimper, che non è lontano ed è senz’altro una città che dobbiamo almeno attraversare, per poi in seguito puntare quindi verso la costa, magari fino alle scogliere di Guilvinec, dove naturalmente accamparci per la notte. Sandra però dice che si sente leggermente stufa di osservare l’oceano tutte le sere, e che forse potremo restarcene nell’entroterra, in un posto di campagna, così io non dico niente, ed anche Lina non mostra un proprio parere. Ci facciamo dare un quotidiano locale, e lentamente si torna verso il camper, con qualche busta in mano piena di cose da mangiare che abbiamo comperato. Il motore riparte allegramente, Antonio si piazza subito alla guida, come sempre, poi ci avviamo in direzione di Quimper. A Parigi ci sono stati molti scontri, dice il giornale, ed i manifestanti hanno dato fuoco a decine di autovetture, sembra. Ma alla pagina che maggiormente ci interessa si spiega che le maioliche della zona sono assolutamente da vedere, ed in città c’è persino un piccolo museo a loro dedicato, e così vediamo di fronte la concreta possibilità di acquistare qualche vasetto o qualche oggetto-ricordo da portarci a casa. <<Va bene>>, si dice allora tutti sottovoce, <<facciamo in questo modo, avanti di renderci conto che purtroppo abbiamo tralasciato qualcosa di importante>>.

Bruno Magnolfi

Qualcosa di importante.ultima modifica: 2022-01-12T18:46:50+01:00da magnonove
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