Avanti così.

 

“Tu; si, sei proprio tu che mi fai confondere”. Dentro la stanzetta adibita ad ufficio si prendono le telefonate di richiesta dei preventivi, e certe volte quando il lavoro della giornata termina particolarmente presto, ci si ritrova a chiacchierare, in quei cinque o sei che fanno parte della squadra, per spiegare ciò che è stato fatto in quei giorni, dare qualche giudizio sul lavoro svolto, magari mettere alla gogna quei clienti esigenti e insopportabili, e poi ricordare le difficoltà con il mobilio più pesante e voluminoso, mentre i guanti di ognuno ancora fanno capolino da qualche tasca dei calzoni o del giubbotto. Il titolare ascolta tutti mentre sta seduto alla piccola scrivania, anche se qualcuno alza anche la voce per un motivo o per l’altro, subito però riabbassando i toni delle proprie proteste. Sono dei traslocatori, tutti ragazzi muscolosi, semplici, persone a cui non fa paura quasi niente di ciò che devono affrontare in ogni giornata. Ce n’è poi uno tra di loro che deve sempre lamentarsi, e trovare la maniera di incolpare gli altri di qualcosa che secondo il suo parere è venuto male, oppure gli ha richiesto una fatica superflua. “Sei sempre tu a dirmi cosa fare”, fa ad un altro, “e così riesci soltanto a confondermi”.

“Calma ragazzi”, dice sempre qualcun altro, tirando fuori un maggior buon senso che non guasta mai. Quando si dividono per andarsene da lì, ed ognuno filare verso casa propria, lasciano alle loro spalle appena un accenno di saluto, un piccolo gesto amichevole, perché l’appuntamento è già fissato per il giorno seguente, alle prime luci dell’alba, o in certe stagioni, quando è ancora buio. Ognuno di loro sa di portare avanti un mestiere umile, in cui farsi male è una cosa semplicissima, per questo c’è bisogno di essere affiatati, e di poter contare in ogni momento uno sull’altro. Il titolare sta tutto il giorno in mezzo a loro, e lavora anche lui come tutti, limitandosi a dare qualche direttiva che gli altri volentieri seguono. Forse è il più dritto di tutti, naturalmente è anche quello che si mette in tasca qualche soldo in più, però va a parlare con le famiglie, prende accordi, stabilisce le date e ogni altro dettaglio, ed i ragazzi lo rispettano.

Non c’è niente di nascosto dietro il loro lavoro, c’è soltanto da smontare i mobili, mettere ogni oggetto ben incartato negli scatoloni, trasportare tutti i pezzi con l’autocarro, e poi rimettere ogni cosa al proprio posto così come desidera il cliente. Lui ha imparato a distinguere a prima vista la persona che gli farà girare l’anima, oppure l’altro che al contrario si affida a chi ne sa di più. Assume sempre l’espressione seria e l’atteggiamento di chi naturalmente farà del suo meglio per andare incontro ad ogni esigenza. E poi spesso resta per un attimo in silenzio quando qualcuno gli dice qualcosa, come prendendo tempo, riflettendo il più possibile su ogni argomento, in maniera da aprire bocca solo quando è sicuro di quello che potrà rispondere. Non è un mestiere facile, e spesso viene la voglia di abbandonarlo e mettersi a fare un’altra cosa, pur di non dover spartire ogni giornata con famiglie angosciate dai problemi, oppure altre, che siccome pagano, credono di essere proprietarie di ogni cosa, e anche delle persone.

Alla fine ci sono i ragazzi, che si fidano di lui e lo seguono senza mai battere ciglio, ma anche loro certe volte mostrano dei limiti, ed è allora che la fiducia in tutto viene a calare. In fondo lui è solo, specie quando rimane a fare due conti nel suo piccolo ufficio, ed anche se sa perfettamente cosa lo aspetta il giorno seguente, e poi anche le altre date più in avanti, però sa pure che ci dovrà essere comunque lui in tutti quei giorni, ad affrontare ogni più piccolo problema, e niente dovrà mai sfuggirgli, nulla dovrà essere lasciato al caso, e nessuna stanchezza dovrà mai prendergli le braccia, se vuole davvero tirare ancora avanti.

Bruno Magnolfi

Avanti così.ultima modifica: 2020-02-27T19:56:33+01:00da magnonove
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