Sostituzione di componenti.

 

“Sono stanca”, dico quasi con indifferenza alla mia amica di sempre. Lei ride, è una persona solare, piena d’entusiasmo, positiva, difficile farle immaginare degli stati d’animo diversi dai suoi. “Non capisco di cosa”, dice lei alla fine. Entriamo nel centro commerciale senza avere niente di particolare da acquistare, e difatti, dopo un breve giretto nel lungo corridoio coperto dove si aprono svariati negozi, individuiamo i tavolini di una sala da tè e ci mettiamo sedute. “Non so”, fo io, “mi pare che tutto si stia risolvendo in una monotonia sconcertante: lavorare, tornare a casa, occuparsi delle solite cose, i medesimi gesti da compiere, identici praticamente ogni giorno. Un continuo ripetersi di ogni azione, insomma”. Lei mi ascolta, adesso sembra seria, naturalmente comprende che c’è qualcosa di importante in quello che dico. “Va bene”, mi fa; “però se non si può trovare una soluzione a cose del genere, tanto vale accettarle”.

Dopo poco si accosta al nostro tavolo una coppia di persone che conoscono la mia amica, quindi la salutano, le dicono qualcosa di carino, mi stringono la mano quando vengo presentata. Ci spiegano che venire in posti come questo serve soltanto a perdere momentaneamente la propria personalità, e a sentirsi come tutti, quasi senza differenze. “In parte è vero”, dico con tono tranquillo, “ma per certi versi stare in mezzo a tanta gente ti fa forse sentire più sola che mai”. Si annuisce cercando una battuta qualsiasi per chiudere l’argomento, e così loro due un attimo dopo ci salutano e quindi se ne vanno, affermando di essere pronti per fare una nuova immersione tra facce sconosciute. La mia amica adesso sostiene che loro sono simpatici, li conosce da diversi anni anche se non li ha mai frequentati come dei veri e propri amici. “Sono conoscenze”, aggiunge, “persone con cui scambi qualche parola e poi basta”.

Finisco il mio caffè, pago la nostra consumazione, poi ci alziamo e si riprende la passeggiata tra i tanti negozi. Infine usciamo senza essere state attirate da nulla di particolare, così risaliamo in macchina e ci avviamo verso le nostre abitazioni. “Posso anche dirti la verità”, fa la mia amica ad un tratto. “Per un periodo di tempo piuttosto breve sono stata l’amante del tizio che ti ho prima presentato, senza che sua moglie abbia mai sospettato un bel niente”. Io osservo la strada, accosto al marciapiede nei pressi di casa sua, e senza fingere meraviglia dico semplicemente che lui è un bell’uomo, per cui alla fine non ci trovo neppure niente di strano. “Forse è anche questa la maniera per non annoiarsi troppo in certe giornate”, fa lei. La guardo, cerco le parole per esprimere il mio pensiero più vero, ma non trovandole, dico soltanto: “può darsi”. Ma subito dopo avverto un’insufficienza grave in quello che ho detto, per cui proprio mentre la mia amica apre il suo sportello per scendere, le dico di fretta: “però se deve essere questa la maniera per ridare fiducia nella vita, ed anche un po’ gioia di vivere, magari è meglio cercare qualcosa di meno superficiale”. Lei mi guarda, riflette, poi fa: “tutto avviene in superficie, se ci pensi bene; il resto è composto soltanto da preoccupazioni profonde e spesso pesanti, che normalmente prendiamo in esame soltanto per sostituire quello che manca”.

Bruno Magnolfi

Sostituzione di componenti.ultima modifica: 2020-02-24T20:46:45+01:00da magnonove
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