Risultati avversi.

 

Il giornale si chiamerà “Victor”, hanno deciso all’unanimità i soci del circolo culturale, anche in funzione del fatto che il percorso per giungere alla sua pubblicazione, sta diventando per tutti loro una specie di vittoria. E’ un vantaggio per chiunque, si dice, la possibilità di avere a disposizione una rivista mensile, pur di poche pagine e con una grafica senz’altro discutibile, che tenta comunque di parlare a tutti quanti di tutta l’estesa cittadinanza, anche di quella costituita da chi non crede affatto in questo progetto, peraltro molto impegnativo, o di chi manifesta un evidente disinteresse. La collettività in seguito ne trarrà un sicuro vantaggio, si mormora nell’ambito del circolo, ed il fatto che stiano facendosi sentire da qualche parte delle decise avversità, non significa affatto che l’idea generale non sia assolutamente buona, forse la migliore da sempre per quanto riguarda il circolo. Non sono molte le cittadine di provincia a poter permettersi il lusso di una pubblicazione autogestita che riguardi tutto il territorio comunale, e se tutto questo riesce ad assumere una connotazione anche di tipo politico, ciò significa che coloro i quali animano il vivaio dove nascono iniziative di questo genere, stanno nel giusto, con indubbia e grande imparzialità, la stessa che da tempo risulta ormai assente in altri contesti.

Carlo Cantoni è rimasto scioccato dagli ultimi fatti accaduti che lo riguardano. In molti gli hanno battuto una mano sopra una spalla, quasi a dargli una nuova spinta, anche se forse in molti non lo sentono ancora uno di loro, considerato che è venuto ad abitare in quel paese soltanto da poco tempo; ma a lui forse non è bastato, ha sentito incrinarsi qualcosa nel rapporto sincero cercato da sempre con tutti, ed adesso ha scelto di stare un passo più addietro, impegnarsi di meno e di concentrarsi maggiormente nella sua professione di insegnante, piuttosto che di attivista del circolo culturale “Victor Jara”. Con Sonja di questa sua scelta fino adesso non ha neanche parlato, perché “sono questioni piuttosto personali” ha riflettuto, ed è difficile per lui spiegare come ci si sente quando si prendono decisioni di una certa importanza, “e poi comunque lei è assorbita in maniera globale dall’uscita imminente del primo numero della rivista”, e probabilmente, nella ricerca spasmodica di fungere da coordinatrice di tutte le idee e le iniziative che sembrano come prendere vita dal niente attorno a questa pubblicazione, non ha proprio più tempo per preoccuparsi di altro.

Tutti comprendono perfettamente, nei confronti dell’ispiratrice di quel giornale, la sua bramosia di mettere finalmente in mano ai suoi concittadini una realtà di quel genere, di concretizzare quasi la possibilità di parlare con loro, di tentare tramite quel semplice strumento, il dialogo fondamentale all’interno di una semplice cittadina di provincia, quello tra chi ha compiuto da tempo una precisa scelta di campo, e tutti gli altri. Perché il giornale su cui in diversi ormai stanno già  lavorando, non può limitarsi a relazionare soltanto un definito elenco di notizie e di varie informazioni sull’abitato e su quel loro territorio; “ci vuole un’anima che sostenga la nostra pubblicazione”, dice adesso Sonja a voce alta a chi le chiede qualcosa, ed è per quella che lei si sta adoperando. Già, ci vuole qualcosa di inespugnabile, evidente ed indiscutibile: un elemento che dimostri che con impegno e con grande dedizione si possono ottenere dei risultati che in seguito siano utili proprio a tutti, persino a coloro che hanno avversato da subito l’idea, il progetto, la volontà che ci sta dietro; e che sono disposti anche a boicottare con superficialità tutto quanto, pur di contrastare il buon fine dell’impegno degli altri.

 

Bruno Magnolfi

Risultati avversi.ultima modifica: 2019-11-18T21:13:16+01:00da magnonove
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