Buone notizie.

 

Generalmente, Gino, il portalettere di Calci, non perde mai tempo a chiacchierare con i suoi colleghi, specialmente nei momenti in cui è occupato a sistemare dentro la sua grande borsa le buste da consegnare ai tanti indirizzi civici, già ben divise per strade e zone del paese. Dentro l’Ufficio Postale, durante la prima parte della mattinata, lui si limita soltanto a dire: <<buongiorno a tutti>>, appena arriva, ma quasi per automatismo, tanto che poi si ripiega immediatamente sulle proprie attività, senza perdersi più in altre sciocchezze. Ma stamani sembra indugiare, anche al momento in cui comunque dovrebbe avere già finito di preparare tutte le cose, quasi senza decidersi a prendere la sua bicicletta ed avviarsi, tanto che alla fine si fa avanti lentamente verso la postazione della Direttrice, con in mano una grossa busta raccomandata indirizzata proprio a lei, alla signora Vanni, mentre il mittente riportato sulla cartolina parla chiaro: è quello della Direzione Generale delle Poste di Pisa, i loro diretti superiori, senza alcun dubbio. Lui si accosta lentamente alla scrivania della Vanni, e poi le consegna quella busta con una certa gravità, nella certezza che là dentro ci siano contenute delle notizie che riguardano la stessa vita di quel loro ufficio, qualcosa di importante da cui sicuramente nessuno là dentro potrà forse più prescindere, da ora in avanti. Anche gli altri impiegati, mentre ancora non è stato neppure aperto al pubblico lo sportello per gli utenti, allungano leggermente il collo nella comprensione che qualcosa di nuovo stia accadendo. La Vanni prende la busta senza perdersi in gesti oppure in inutili parole, la apre quasi con una leggera titubanza, e poi dispiega davanti a sé il foglio in carta intestata che la cita subito come destinataria diretta della lettera.

“…in considerazione delle voci incontrollate circa la impellente chiusura degli Uffici Postali di Calci”, si recita là sopra, “siamo a comunicarLe che tali voci vanno ritenute del tutto prive di qualsiasi fondamento, e l’Agenzia che Lei dirige da tanti anni con proficue capacità, non è destinata, almeno per il momento, ad alcuna variazione, né di orari, né di competenze”. Seguono naturalmente altre formalità meno importanti. La Vanni si alza dalla sua scrivania, si sistema nel mezzo del breve corridoio tra le varie postazioni di lavoro, e ancora incredula di quelle parole appena lette, quasi non decidendosi a sollevare gli occhi da quel foglio, dice a tutti, nel silenzio generale che improvvisamente si è formato attorno a lei: <<Non ci chiudono. Si va avanti come sempre>>, con una voce debole e quasi remissiva. Tutti si stringono la mano reciprocamente, ed anche se ognuno sa che non cambierà un bel niente da ora in avanti, lo scampato pericolo rende tutti euforici come avessero ottenuto un’improvvisa promozione. <<Il sindacato comunque ha fatto la sua parte>>, dice Alberto ridendo, orgoglioso di aver preso una tessera che forse in qualche modo è davvero servita, e gli altri annuiscono senza dare però troppa importanza a quelle sue parole. L’unica rimasta un po’ perplessa sembra soltanto la stessa Direttrice, che forse prosegue a chiedersi cosa ci fosse dietro a tutto quello che era stato messo in mezzo, e soprattutto chi fosse stato ad avviare certe dicerie.

Quindi viene aperto al pubblico, e in un attimo si spande la notizia tra gli utenti e nel paese, tanto che qualcuno, nella tarda mattinata, raggiunge gli uffici delle Poste proprio soltanto per complimentarsi di persona con quel gruppo di impiegati, sia per la ritrovata serenità dell’Ufficio, che per gli utenti di tutta la comunità di Calci. Laura appare subito radiosa, e prosegue, via via che le persone giungono da lei davanti allo sportello, a parlare con loro della positiva novità, al punto che alcuni propongono addirittura di festeggiare la notizia in qualche modo. Alberto si avvicina a lei in un momento in cui non c’è rimasto nessuno nella zona al pubblico, e poi insieme chiedono alla Vanni di essere sostituiti per un quarto d’ora. Arrivano semplicemente alla Casa del Popolo, proprio lì accanto, per prendersi un caffè seduti ad un piccolo tavolino tondo: lei sorride, ed anche lui è contento, tanto da chiederle un appuntamento per la sera. <<Va bene>>, dice Laura; <<abbiamo ancora da parlare della commedia di Luigi Pirandello, e di ciò a cui andremo ad assistere a teatro soltanto tra due giorni>>. <<Giusto>>, dice Alberto mentre assapora il suo caffè; <<ho preso un libro che parla per esteso anche di quello spettacolo stesso; potremo sfogliarlo insieme>>. Poi si guardano mentre nessuno nel locale sembra abbia voglia di disturbare quella complicità che adesso mostrano semplicemente quei due impiegati. <<Vorrei anche farti vedere la casa dove abito, se vuoi>>, dice lui con timidezza. Laura annuisce, senza mai abbandonare quell’aria tranquilla e soddisfatta che ha assunto in questa parte della mattinata. <<Forse ho un regalo per te>>, dice poi lei ad Alberto mentre già si alzano dal tavolo per tornarsene in ufficio. <<Non è niente di speciale, soltanto un piccolo pensiero, a dimostrazione però che spesso non siamo del tutto soli, anche se a volte ci sembra>>.

Bruno Magnolfi

Buone notizie.ultima modifica: 2023-04-10T20:31:01+02:00da magnonove
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