Ringraziamenti per la solidarietà.

 

“…Stamattina, all’apertura degli uffici, è stato rinvenuta, da parte degli impiegati del Servizio Postale, una scritta allarmante sulla parete della facciata, una parola che inquieta e di cui sento il dovere di allegare una foto. La pressione di cui siamo vittime come dipendenti di Poste e Telegrafi negli ultimi tempi si è ormai fatta estrema, e nessuno dei lavoratori impegnati negli uffici di Calci si ritiene tranquillo nello svolgimento dei compiti rispettivi …”; questa, la parte saliente del messaggio di posta elettronica inviato dalla Direttrice, la signora Vanni, ai dirigenti e suoi superiori di Pisa. Un’unica parola, vergata con un grosso pennarello indelebile, troneggia oggi sopra l’intonaco dipinto di colore giallo paglierino, proprio accanto alla porta di ingresso al pubblico: “Basta!”, recita l’unica parola, anche se è sufficiente a destare un certo allarme in una squadra di lavoro già piuttosto provata dagli ultimi avvenimenti. 

Ieri sera giravo con il mio cane al guinzaglio, come faccio sempre prima di andarmene a letto, percorrendo con una certa lentezza le strade che si incrociano nella parte centrale del nostro paese. In giro non c’era ormai più nessuno, vista l’ora, e d’improvviso, quando mi sono ritrovato proprio davanti agli uffici Postali, mi sono reso conto che, a parte l’insegna che campeggia sopra la larga porta vetrata chiusa da una robusta serranda metallica, non c’è proprio niente capace di spiegare ai cittadini del paese di Calci che quella sede probabilmente verrà chiusa tra breve tempo. Da diverse settimane, peraltro, portando a spasso il mio cane nelle tarde serate, quando molti pensieri si affacciano alla mente quasi gridando la voglia di dare il proprio parere sulle cose che avvengono, mi ero già messo in tasca un bel pennarello di colore blu, con l’intento di scrivere da qualche parte quello che a volte le persone comuni del luogo non hanno neppure il coraggio di dirsi. Così è stato semplice pensare qualcosa che fornisse un richiamo allarmante riguardo alle voci che sempre più spesso si sentono affermare, e cioè che il servizio Postale esistente in paese da sempre sarà presto delocalizzato in un paese vicino, costringendo tutti quanti a percorrere chilometri di strada per compiere le medesime operazioni che fino adesso sono state eseguite proprio qui accanto. 

Era difficile trovare una frase che non offendesse nessuno, che fosse un monito e anche un richiamo a non darsi già per sconfitti. Avevo voglia di scrivere: “siete dei ladri”, ad esempio; oppure: “tremate”, magari per amplificare la forza della popolazione contraria a qualsiasi cambiamento. Ma niente sembrava corrispondere in maniera effettiva al pensiero che volevo esprimere sopra quella parete. Alla fine, ho scritto soltanto: “basta”, ad indicare che i soprusi a cui spesso è costretta la povera gente, devono raggiungere presto un punto finale, oltre il quale in nessuna maniera è tollerabile proseguire. Poi, quando mi sono allontanato con indifferenza dal luogo, mi sono reso conto che quella parola era troppo vaga per riuscire a dare una direzione precisa a chi si fosse ritrovato a leggerla, e forse non era neppure quella più giusta per dare un’indicazione di lotta a chi ha tutto da perdere, con questi progetti di variazione, da parte di chi tiene in pugno il potere per attuarli.  

La popolazione è in subbuglio, è chiaro che anche la Giunta Comunale del paese di Calci sente fortemente l’interesse di lasciar sgonfiare al più presto la pressione che è venuta a manifestarsi attorno all’Ufficio Postale locale, dapprima con la presenza di impiegati disonesti, poi con le voci sempre più forti di chiusura dei servizi, infine con la minaccia di un attentato. La faccenda ha assunto connotazioni politiche, nessuno può sentirsi neutrale in tutta questa faccenda, ed ogni abitante del paese di Calci è ormai chiamato a prendere una posizione ben chiara. Nessuno ha ancora accennato, almeno fino adesso, della presenza, tra gli impiegati postali, del nipote del vecchio sindaco di destra di questo paese, ma ora che è stato visto lo zio confabulare con la Direttrice delle Poste, anche questo aspetto inizia a prendere corpo. Chi conosce però la famiglia di Alberto sa che si è formato un forte dissidio tra lui e suo padre, e dopo che, come impiegato pubblico, si è fatto rilasciare la tessera di un’organizzazione sindacale di sinistra, il vecchio, forte sostenitore del fratello all’epoca in cui svolgeva l’attività di sindaco, sembra sia sempre più propenso, così si dice, addirittura a cacciarlo da casa.

La scritta in giornata è stata poi facilmente rimossa e cancellata con qualche pennellata di tempera colore giallo paglierino, e le cose hanno ripreso un proprio andamento normale. <<Sono stanca>>, ha detto però all’improvviso con voce alta la Direttrice, signora Vanni; e nessuno tra chi era presente in quel momento dentro ai locali dell’Ufficio Postale, si è sentito di dare un diverso parere sul suo stato d’animo. Anzi, a qualcuno è persino presa la voglia di fornirle una piena solidarietà, tanto che il Sindaco in persona le ha fatto in giornata una telefonata di sostegno, incoraggiandola a tenere ancora duro con i suoi compiti, e lei comunque lo ha ringraziato.

Bruno Magnolfi

Ringraziamenti per la solidarietà.ultima modifica: 2023-04-01T15:18:55+02:00da magnonove
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