Procedimento imprevisto.

 

Sono seduto davanti alla mia scrivania da dirigente dell’agenzia immobiliare “F. & A.”, e sto riflettendo su come sembri addirittura impossibile che per più di cinque anni io abbia potuto condividere l’esistenza con una donna della quale, mi rendo conto soltanto adesso, non avevo compreso quasi nulla. Mentre sono da solo in ufficio, torno ancora a scorrere per incredulità le righe stampate su una lettera a firma di un certo avvocato, che in via confidenziale mi fa presente come non sia più possibile reclamare dei diritti sull’eredità ricevuta qualche tempo addietro in proprio favore dalla mia ex-moglie Laura, in quanto pienamente risarcito tramite la donazione a mio nome di una percentuale aziendale piuttosto cospicua della proprietà di questa stessa agenzia dove adesso mi trovo a svolgere il mio lavoro, a fronte peraltro, si dice nella lettera, anche di un regolare ed alto stipendio da direttore. Ora penso questo: non mi sarebbe mai passato per la testa di intentare una causa contro di lei per pretendere qualcosa di un suo bene di famiglia, e non vedo proprio quali pretese avrei potuto apportare in questo contesto, visto che avevamo già affrontato una rapida e dolorosa separazione; ma anche se avessi avuto diritto a qualcosa, per ragioni legali, ne avrei indubbiamente parlato con Laura, prima di intentare qualsiasi altra cosa. Adesso, veder scritta su carta un’offesa del genere alla mia buona fede, ed anche nei confronti delle mie più distanti intenzioni, mi pare addirittura un’enormità. Tanto più che quando l’attività speculativa di suo fratello Fernando lo ha portato ad aprire l’immobiliare che adesso dirigo, nessuno aveva parlato di risarcimenti di ordine familiare, ma soltanto di fondi corposi messi assieme da lui con il proprio intenso lavoro in Nuova Zelanda, e che, una volta tornato in patria, desiderava mettere a frutto aprendo un’impresa in cui investire solamente un certo capitale di partenza, lasciando poi gestire a me tutto quanto, fidandosi ovviamente della mia pluriennale esperienza nel settore immobiliare. Non avevo trovato niente di male in un’operazione del genere, a parte quella che ritenevo solo una incidentale parentela.

Ma tutto questo non basta: allegata alla lettera è stato inserito un documento ulteriore vergato su della preziosa carta intestata, molto ben scritto, in cui si chiede semplicemente di apporre la mia firma in calce in fondo al foglio, e a seguito ovviamente rispedirlo al mittente per raccomandata, dimostrando in questa maniera la mia intenzione manifesta di non avanzare pretese nei confronti di Laura, sia nel presente, sia nel futuro. Torna del tutto naturale che io firmi immediatamente questo foglio; non desidero niente da lei, e desidero far ciò non foss’altro che per il gusto di tranciare di netto ogni relazione eventualmente rimasta in sospeso con la mia ex-moglie, ed anche con suo fratello, con il quale purtroppo dovrò ancora incontrarmi tra diversi mesi per aggiornare in mio favore, come da accordi, la proprietà della neonata agenzia che rappresento. Naturalmente io dovrò riscattare con un mutuo la parte rimasta nel possesso di Fernando, almeno in questa fase, ma proseguendo le attività dell’immobiliare con queste premesse così positive che si stanno mostrando, non credo che ci potranno essere proprio dei problemi nel rispettare i tempi di quanto previsto. Forse è giunto per me soltanto con queste carte il vero momento per voltare pagina, per chiudere completamente con il mio passato, per aprire le porte a qualcosa indubbiamente da rinnovare, e che forse non avrei mai immaginato fino a poco fa. Nei prossimi mesi credo che cambierò di me tutto ciò che sarà ancora possibile, ed anche di quanto appare ulteriormente ancorato agli anni trascorsi, persino le abitudini, tanto è mia intenzione calcare al massimo le variazioni attuabili nelle mie giornate.

Infine, esco dall’ufficio, chiudo l’agenzia, inserisco l’allarme. Faccio un salto da Lorenzo per distrarmi, nel suo locale poco distante, ma se non c’è lui dietro al bancone non mi fermerò neppure. E invece è lì, lo saluto, mi sento bene, gli dico, poi sorrido, faccio presente che sono contento di vederlo. <<Hai forse preso qualche decisione importante?>>, fa lui tanto per stuzzicare. <<Forse>>, faccio io, <<ma niente di particolarmente interessante>>. Lui mi serve la solita birra rossa piccola alla spina, poi mi guarda un momento. <<Stai cambiando>>, dice tranquillo; <<e spero in meglio>>. Sorrido, mi guardo attorno, gli dico che qualcosa effettivamente si sta muovendo, che provo un nuovo entusiasmo, e forse non sento più la necessità di abbassare la testa e di lasciare che le cose procedano per conto proprio. Lui annuisce, non sa che cosa io pensi davvero, però è certo che uno come Lorenzo sa comprendere al volo l’aria che tira. Va avanti e indietro nel servire altri clienti, poi si ferma di nuovo da me e mi guarda per un po’. <<A volte vorrei essere come te>>, gli dico, quasi con commozione. <<No, tu sei ben altro>>, fa lui; <<e stai ancora migliorando>>. Sorrido, butto giù l’ultimo sorso, poi me ne vado.

Fuori l’aria è fresca, quasi piacevole. Penso a domani: c’è un grande appartamento che verrà venduto, proprio domani; e l’acquirente verserà sul conto bancario della mia agenzia una quota corposa già prevista. Bene; andiamo avanti, mi dico, tutto procede.

Bruno Magnolfi

Procedimento imprevisto.ultima modifica: 2022-11-19T16:30:35+01:00da magnonove
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