Atto spontaneo.

 

Maledetti questi francesi, aveva pensato lui proprio nel momento in cui avevano varcato il confine con il loro camper, anche se poi non aveva trovato dentro di sé una buona ragione per disprezzare davvero e con maggiore serietà tutto quel popolo. Però non gli era mai piaciuta quella vaga alterigia che sembrava mostrassero spesso, quella dimostrazione continua di superiorità, che a proprio parere, ma anche per bocca di molti camionisti che aveva conosciuto nell’ambito diretto del proprio lavoro, sembrava proprio fondata sul niente, e comunque su nessun ragionevole motivo dimostrabile in qualche maniera. Poi, nel prosieguo del loro viaggio in quattro verso la Bretagna, non ci aveva più neppure pensato a questi argomenti, anche perché in quei giorni aveva avuto ben pochi contatti effettivi con qualcuno dei cittadini di oltralpe, esclusi gli addetti alle pompe della benzina, e poi qualche negoziante, o certi dipendenti in divisa di alcuni supermercati. Però adesso, se ci rifletteva un po’ meglio, non sapeva neppure lui perché mai avesse accettato di farsi trascinare in quella vacanza proprio in terra di Francia. Forse sarebbe stato meglio andare in Sicilia, ad esempio, oppure verso la Puglia, o magari a Pompei e in penisola Sorrentina, a visitare luoghi più caldi e familiari, dove non ci sarebbe stato alcun bisogno di sforzarsi troppo per farsi capire dalle persone locali. Anche perché i francesi sanno essere spesso scostanti, e trattano sempre gli italiani come fossero dei semplici cugini poveri, ladri e anche poco furbi. In ogni caso anche se era stato un errore, adesso non si poteva proprio fare niente per aggiustare qualcosa.

Anche perché gli altri sembravano, al contrario di lui, ben felici di quella scelta ben ponderata, e continuavano a scorrere sulle loro guide aggiornate che si erano portati dentro gli zaini, tutti i possibili luoghi meritevoli di essere visti, addirittura appuntando le soluzioni migliori su dei quaderni acquistati proprio con quel proposito, segnando i nomi e i vari motivi del loro interesse turistico. A lui non importava quasi un bel niente di quelle scelte che facevano, gli bastava sapere che ci sarebbero state delle ottime ostriche fresche da assaggiare nei luoghi di mare da cui si trovavano a transitare, e naturalmente anche del buon vino locale da degustare durante le cene nel camper nei pressi della costa oceanica. Però, capita soprattutto che il disprezzo per qualcuno che si avverte come estremamente diverso da sé, spesso sia più profondo di qualsiasi positivo riconoscimento; quasi come se, nonostante i molteplici aspetti soddisfacenti e accettabili di qualsiasi genere si rendesse possibile riscontrare lungo quella costa variegata e peraltro ricca di storia sul lato continentale della Manica, alla fine il dato emergente e fondamentale della faccenda fosse il senso di inaffidabilità della gente francese, sfuggente e poco credibile, e quindi, in una sola parola, straniera, a tutti gli effetti.

Così l’unica possibilità per lui era quella di guardarsi attorno con sospetto e una vaga aria di sufficienza, perché non fidarsi affatto di questi francesi in fondo voleva dire a suo parere dimostrare a tutti, e quindi anche a loro, che non c’era proprio niente di cui sentirsi inferiori, ed anzi, al contrario, il fatto di aver già affrontato e risolto l’argomento dentro se stessi, per degli italiani nati nel paese più straordinario di qualsiasi altro, era una chiara testimonianza delle proprie capacità. <<Che stai facendo?>>, gli aveva chiesto sua moglie quando lo aveva sorpreso a pisciare ad un albero poco lontano dal camper. <<Osservo l’urina mentre esce dal mio corpo>>, aveva risposto lui con il massimo possibile di serietà. <<Cade a terra dopo averlo attraversato completamente, dopo essersi caricata con naturalezza di tanti piccoli elementi in soluzione, tali da caratterizzare qualcosa che resta assolutamente di mia proprietà>>. Lei era rimasta in silenzio, sbigottita di una risposta del genere, ma poi lo aveva aspettato senza guardarlo mentre lui riassettava i suoi pantaloni; e poi, quando erano tornati assieme nel camper, lo aveva ascoltato dirle ancora: <<quindi ho persino arricchito questa terra, se guardi bene>>. Forse a quel punto lei aveva intuito quali potessero essere i pensieri di suo marito, anche se ovviamente aveva catalogato quelle risposte come alcune delle tante bizzarrie che Renato era capace di regalare, di tanto in tanto. Lei restava della propria opinione, comunque: soltanto della gente con una grande coscienza delle proprie forze riesce a scendere in piazza in piena autonomia, proprio come stavano facendo i gilet gialli. Forse nessun altro popolo, privo persino di qualsiasi comando dall’alto, era capace di un atto di spontaneità di quel genere, e almeno di questo tutti dovevano prima o dopo dargliene atto.

Bruno Magnolfi

Atto spontaneo.ultima modifica: 2022-05-21T10:20:09+02:00da magnonove
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