Sul mare agitato.

 

Poco per volta lei si sente sempre più stanca e annoiata da quel viaggio. Osserva di nascosto Renato, tanto per cercare ancora di credere in qualcosa che almeno le tolga il cruccio di aver sbagliato in pieno ad accettare quella pesante vacanza in camper, ma neppure le sue segrete attenzioni adesso sono capaci di restituirle quell’entusiasmo che pensava di poter provare. Ormai si chiude in se stessa il più possibile nell’arco di tutta la giornata, e con suo marito ogni tanto scambia solamente il minimo indispensabile per non farlo sospettare di qualcosa. Forse inizialmente, dopo le prime due notti passate in Normandia, dentro al caravan parcheggiato vicino alle scogliere maestose davanti alla Manica, avrebbe già desiderato cambiare programma: puntare subito ad Est diretti verso Parigi, e forse, una volta sui boulevards, mettersi addosso un gilet giallo e partecipare, perdendosi in mezzo alla folla, a quelle manifestazioni spontanee composte da decine di migliaia di persone, ed in questo modo sentirsi viva, parte di qualcosa di importante, di un flusso in divenire, e senza alcuna incertezza. Ma visto che Sandra aveva subito cominciato col dire che nonostante tutto ci vedeva qualcosa di estremamente positivo in quei cortei lungo i viali, lei aveva rapidamente corretto i suoi pensieri, lasciando alle opinioni della sua amica il carattere del tutto superficiale che lei per sé non desiderava assolutamente abbracciare. Così aveva evidenziato un certo disinteresse verso Parigi, mostrandosi attratta soltanto dalle onde oceaniche e dalle basse maree della Bretagna.

<<Mi sembri distante>>, le dice ora Sandra incapace di rendersi conto di come stiano davvero le cose. Lina le sorride, non le piace troppo aver assunto quella posizione così ambigua con lei, ma in fondo non crede di avere avuto molta scelta. E poi i suoi pensieri di adesso corrono nel vento insieme alla spuma del mare, e non riesce a dare loro una direzione precisa, una forma, un compito esatto. Per certi versi vorrebbe non essere lì, dentro quel camper; per altri desidererebbe ubriacarsi di quell’aria fredda e salmastra lungo la riva delle acque agitate lungo la Manica. <<Potremmo fare un salto al porto di Saint Malo>>, dice improvvisamente a Sandra come scoprendo dentro se stessa una curiosità lasciata segreta e quasi dimenticata; <<mescolarsi tra tutti quei viaggiatori che prendono la nave per Plymouth o per Portsmouth, passando proprio accanto alle isole di Jersey e di Guernsey per traversare quel braccio di mare, e salutarli dal molo mentre salpano per l’Inghilterra con il loro traghetto. Magari poi, se ci va, troviamo anche del pesce fresco sulle banchine>>. Sandra sorride, le piace però quella vena malinconica di Lina, e poi si trova d’accordo nel fare un salto con il camper a visitare il porto con il suo Fort National, e niente lo vieta, pensa in silenzio. Antonio e Renato ugualmente non hanno obiezioni, così avviano il motore e prendono la strada più breve per la città marina: in fondo sono giunti in Bretagna per togliersi grandi e piccole curiosità, e nessuna adesso può essere esclusa.

Lina, ma soltanto per un attimo appena, sembra contenta di quella semplice scelta, ma subito dopo sembra sprofondare di nuovo in quel debole abbattimento che caratterizza i suoi giorni in questo periodo. Renato si è messo alla guida del caravan per compiere quei pochi chilometri, e lei è salita in cabina di guida con lui, in silenzio, lasciandosi trasportare come da una forza che non può contrastare, neppure desiderandolo. <<Forse vorresti salire su una di quelle navi>>, fa lui cercando di stuzzicarla. <<Magari perderti da sola da qualche parte lungo la Cornovaglia>>. Silenzio. Il motore ruggisce mentre il mezzo affronta qualche lieve salita. Alcune folate di vento sibilano leggermente mentre colpiscono trasversalmente la spaziosa carrozzeria del loro camper, e Lina chiude gli occhi un momento, forse immaginando davvero d’essere al largo della costa, tra le acque agitate della Manica, mentre se ne va chissà dove, senza una meta precisa. <<Non farei mai una cosa del genere>>, dice sottovoce alla fine. <<Forse vorresti compagnia>>, le chiede Renato ammiccante. <<Forse>>, fa lei; <<anche se dovrei pensarci parecchio prima di decidere con chi andare davvero da quelle parti>>. Silenzio. <<Pensavo magari io e te>>, le fa lui. <<Potrebbe essere>>, dice Lina, <<anche se non credo che un viaggio del genere potrebbe andare avanti più di due o tre giorni al massimo>>. Silenzio. <<Allora è meglio andare semplicemente a vedere chi parte>>, replica lui; <<e magari immaginare soltanto qualcosa. Quasi come una voglia, che rimane dietro agli sguardi di chi sta attraversando almeno una piccola parte, di questo Oceano immenso.

Bruno Magnolfi

Sul mare agitato.ultima modifica: 2022-05-13T15:32:29+02:00da magnonove
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