Quasi giunti a destinazione.

 

Non sono nessuno, penso mentre guardo la mia immagine riflessa nel piccolo specchio del bagno minimale del nostro camper. Le cose mi accadono, e forse, senza neppure rendermene conto, muovo maggiori argomenti di quelli che vorrei, tanto che alla fine non so cosa farmene di tutta l’importanza che pare assumere a volte ogni mio gesto ed ogni mia giornata, al punto che spesso non parlo neppure con gli altri, ma tendo sempre di più a non spiegare niente a nessuno di quanto mi gira dentro la testa. In fondo cerco di mandare avanti la vita di sempre, un’esistenza comune ritengo, eppure i miei comportamenti sembrano con facilità attorcigliarsi intorno alle cose che mi passano accanto, quasi per un moto proprio, senza l’intervento della mia volontà. Alla fine è stato sufficiente fare dei semplici complimenti ad una donna, una persona che conosco da sempre, parlarle con sincerità di ciò che mi ispira quando la guardo, e tutto è iniziato d’improvviso a girare velocemente come dentro una giostra, senza alcuna possibilità da parte mia di fermarla. È come se all’interno di un mio semplice e innocuo gesto d’inizio fosse già stato compreso tutto un seguito che sembra seguire a cascata, qualcosa che mai potevo immaginare, e dal quale, da un certo punto in avanti, purtroppo non potrei neanche sottrarmi. Non vorrei per nessuna ragione offendere qualcuno, tantomeno mancare di rispetto, ma alcune cose ormai hanno preso a marciare per conto proprio, ed io non capisco assolutamente come arrestarle.

Poi esco da dentro il bagnetto, pulito e sbarbato, e mi lascio avvolgere dal caldo tepore della stufetta accesa del camper, mentre gli altri sono già tutti fuori, forse ad ammirare il bel panorama che abbiamo attorno, mi immagino, o a far correre il nostro cane su questa spiaggia. Ci siamo fermati per la notte in un luogo davvero incantevole, e prima di coricarci dentro le brande io e Lina ci siamo osservati un po’ di sfuggita, come se tramite i nostri sguardi potessero sistemarsi tutte le cose tra noi. Mi sono addormentato con i pensieri tutti attratti da lei, ma è chiaro che dobbiamo arrestarci, anche se non so come fare al punto in cui siamo. Forse mi è sembrato uno scherzo, un fatto divertente, qualcosa di cui forse poter ridere, quando le ho detto, all’inizio del nostro viaggio, che mi piacevano molto i suoi modi, la sua personalità, persino il profilo di quel suo viso quando lei si ferma ad osservare qualcosa lontano, qualcosa che in quell’attimo mi era sembrato bellissimo. A lei è stato sufficiente sorridere, e tutto di colpo è sembrato vorticare rapidamente, senza più potersi arrestare. Magari quel giorno avevo bevuto un po’ troppo, oppure avevo lasciato soltanto che le parole scorressero da sole, senza alcun freno, ma certo è che adesso mi sento soprattutto una persona che possiede una propria razionalità, e che non può lasciarsi andare soltanto agli impulsi.

Con Lina non ho più avuto alcun modo di affrontare questi argomenti, e lei sembra che stia distendendosi sopra a quei piccoli gesti che continuiamo di nascosto a scambiarci, come si fa su una spiaggia assolata, in estate. Solo che qui siamo in febbraio, e le spiagge bretoni che visitiamo in questa nostra vacanza, appaiono scure d’umidità, allagate da alte e continue onde oceaniche, spinte da un vento che percorre tutta la Manica, come una corrente d’aria in un corridoio tra due finestre rimaste socchiuse. Dobbiamo smetterla penso, soprattutto per il rispetto che è giusto portare ai nostri coniugi, che se solo immaginassero quello che stiamo pensando e facendo, resterebbero pietrificati, increduli, addirittura guardandoci come fossimo dei piccoli bambini che giocano. E magari è proprio così, vorrei dirle a Lina: due sciocchi che si sono fatti prendere da uno stupido svago, da una variabile impazzita delle nostre volontà.

Rientrano d’improvviso tutti e tre dentro al camper, ed io dico a loro buongiorno in modo generico, senza riferirmi a nessuno in particolare; poi mi giro verso il lunotto posteriore, come per cercare di osservare, anche io, almeno una parte di quello che probabilmente loro hanno appena ammirato; ma infine mi volto, e Lina è subito lì, con la sua stessa espressione che ancora mi piace, e che mi getta un’occhiata veloce come a voler dire già tutto. Parliamo d’altro, si fanno dei propositi per la giornata, mia moglie mi accarezza appena la faccia sbarbata ridendo, Antonio dice che oggi dobbiamo ancora spingerci verso il sud della Bretagna, seguendo il profilo della costa ma senza allontanarci troppo da questi luoghi, perché ci sono molte cose ancora da vedere, e non possiamo certo lasciarle perdere, proprio adesso che siamo giunti fin qui.

Bruno Magnolfi

Quasi giunti a destinazione.ultima modifica: 2022-05-07T16:36:06+02:00da magnonove
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